XXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Il vangelo di Marco che riprendiamo a leggere questa domenica si pone in forte continuitร con il discorso di Cristo nel vangelo di Giovanni.
Nel testo greco leggiamo – โE si radunarono intornoโ – (Mc 7,1), la โeโ che manca nella nostra traduzione รจ essenziale per collegare questo episodio allโepisodio immediatamente precedente che รจ la moltiplicazione dei pani (Mc 6,34-44) e la delusione dei discepoli davanti a Cristo che non accetta di essere re e se ne va.
Da Gerusalemme, epicentro dellโautoritร religiosa vengono scribi e farisei, gli osservanti, i puri perchรฉ perfetti, a interrogarlo. Anzi a screditarlo. Non puรฒ essere il Messia atteso, non puรฒ essere quello che restaurerร il regno di Davide perchรฉ Lui non corrisponde alla pratica della loro religione. Questo รจ il moto che attraversa tutti e quattro i vangeli.
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Si rifanno alla tradizione degli antichi che nella Bibbia รจ praticamente un termine tecnico che non indica semplicemente la tradizione dei Padri o delle generazioni precedenti ma la rivelazione divina data a Mosรจ, che non รจ solo quella che poi sotto il suo nome rimane scritta, ma รจ anche quella trasmessa oralmente. Ed รจ esattamente questa che finisce per prevalere su ciรฒ che รจ scritto, diventando piรน importante. Ma la tradizione orale facilmente si presta a manipolazioni e non รจ difficile che uno si ritrovi non corrispondente a qualcuna di quelle 613 prescrizioni cui รจ arrivata questa cosiddetta tradizione degli antichi.
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Trattandosi soprattutto di aspetti liturgici e di purificazione che loro osservavano in modo intransigente, si capisce bene come possano essere disturbati vedendo che i discepoli di Gesรน โprendevano cibo con mani impure, cioรจ non lavateโ (Mc 7,2) e certamente a nulla vale aver dato pane a cinquemila persone, dato che certamente neanche quelli hanno prima fatto il lavacro.
Questo รจ il vicolo cieco dove ti porta la legge sganciata dalla vita e dalla fede, emerge la spaccatura di fondo, tanto รจ vero che Cristo li chiama ipocriti che in greco significa attori di teatro, uomini con la maschera che recitano una parte che non corrisponde alla vita. Questa รจ la religione e questo sta smascherando Cristo, lo sdoppiamento per cui il mio cuore non corrisponde a ciรฒ che io faccio nel mio corpo. Il mio corpo con i suoi gesti di culto e la mente che proclama certe veritร religiose restano a livello superficiale ed esteriore e non corrispondono al contenuto del cuore, cioรจ allโio, lโio รจ un altro. La pratica religiosa non puรฒ unire e vincere questo abisso, perchรฉ la religione non potrร far altro che insistere sulle azioni esterne e ripetere certe veritร che sono religiosamente insegnate, ma il contenuto della vita dellโio, cioรจ il cuore, la presa di coscienza di ciรฒ che io sono, non corrisponderร mai a quello.ย Il modo con cui lโio si relaziona con la sua natura umana รจ ciรฒ che fa differenza tra la fede e la religione. La fede รจ accoglienza della vita che poi si esprime nella natura umana e in forza di questa accoglienza la trasfigura. La religione proprio questo non puรฒ perchรฉ non si realizza nellโaccoglienza ma nella conquista tramite lโimpegno dellโindividuo (su questo punto una lettura di Aleksander Schmemann sarebbe di grande aiuto nellโapprofondimento).
Questa รจ la tragedia da cui Cristo ci libera, tocca imparare cosa vuol dire โMisericordia io voglio e non sacrificiโ (cf Mt 9,13; Mt 12,7). In Cristo Dio e lโuomo si sono uniti in una sola persona, non puรฒ piรน esistere una religione dove si possa onorare Dio senza amare lโuomo, non puรฒ esistere una cerimonia rivolta solo a Dio senza che coinvolga tutta la persona umana. Ed รจ immediatamente chiaro che lโuomo da solo questo non puรฒ farlo, รจ un dono, รจ la vita ricevuta in Cristo in cui ci innesta lo Spirito Santo. Cristo con una sola battuta elimina una marea di prescrizioni. La questione dellโimpuritร non รจ il cibo. Lโimpuritร รจ quellโio mortale vulnerabile, offeso, che cerca di salvare sรฉ stesso ad ogni costo e gioca dietro questa maschera religiosa. โNon cโรจ nulla fuori dellโuomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dallโuomo a renderlo impuroโ (Mc 7,15). Lo spirito che proviene dal di dentro, quando รจ guasto coinvolge il corpo nel male, la carne segue la perversione dello spirito. Ma se lo Spirito comincia a penetrare la nostra corporeitร , la nostra mentalitร , ci lava e ci impiega in qualcosa che รจ veramente vita che rimane.
Ma รจ difficile capire (cf Mc 7,18) che Cristo non vuole sacrifici ma misericordia, รจ difficile accogliere la gratuitร della salvezza. A Cristo non serve un cuore vuoto, indurito, senza pietร , senza amore, esaurito dalle prescrizioni da adempiere che dovrebbero rassicurare lโio che รจ salvato, ma lasciandolo cosรฌ come รจ.ย โIo sono il pane della vitaโ (Gv 6,35).
Continua il discorso eucaristico delle ultime domeniche ed รจ molto forte: non รจ che bisogna purificarsi per poter mangiare, รจ il mangiare che purifica, รจ il mangiare che redime. โColui che mangia di me vivrร per meโ (Gv 6,57) perchรฉ โil mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontร di Dio rimane in eternoโ (1Gv 2,17).
P. Marko Ivan Rupnik – Fonte
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XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 2 Settembre 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Dt 4, 1-2. 6-8; Sal.14; Gc 1, 17-18. 21-27; Mc 7,1-8.14-15.21-23
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,1-8.14-15.21-23
ย
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesรน i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
ย
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioรจ non lavate โ i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti โ, quei farisei e scribi lo interrogarono: ยซPerchรฉ i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?ยป.
ย
Ed egli rispose loro: ยซBene ha profetato Isaรฌa di voi, ipocriti, come sta scritto:
โQuesto popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore รจ lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uominiโ.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate
la tradizione degli uominiยป.
ย
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: ยซAscoltatemi tutti e comprendete bene! Non cโรจ nulla fuori dellโuomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dallโuomo a renderlo impuroยป. E diceva [ai suoi discepoli]: ยซDal di dentro infatti, cioรจ dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impuritร , furti, omicidi, adultรจri, aviditร , malvagitร , inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dallโinterno e rendono impuro lโuomoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 02 – 08 Settembre 2018
- Tempo Ordinario XXII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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