Benedetti e benedicenti
Per quaranta giorni Gesรน si era โpreparatoโ nel deserto per dare inizio alla sua missione pubblica (cfr. Lc 4,1-13).
Ora per quaranta giorni il Risorto โpreparaโ i suoi discepoli per la loro missione, come testimoni autorevoli di Lui nel mondo.
Ricevuto il โbattesimo con acquaโ, Gesรน per quaranta giorni aveva approfondito la sua relazione con il Padre nel deserto, passando per il crogiuolo della prova a cui Satana lo aveva sottoposto (cfr. Lc 4,2.13).
Ora, dopo il battesimo della croce (cfr. Lc 12,50), il Risorto approfondisce per quaranta giorni il suo rapporto con i discepoli che sono passati per la โprovaโ della sua passione e morte, preparandoli ad accogliere il โbattesimo di fuocoโ della Pentecoste.
Sarร lo Spirito promesso dal Padre a dare loro la forza per prolungare la missione del Figlio โa Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terraโ (At 1,8).
Secondo la tradizione ebraica, un periodo di quaranta giorni รจ il tempo necessario ad un rabbi per formare i suoi discepoli. Gli apostoli del Risorto quindi sono stati pienamente โformatiโ dalla parola e dalla presenza di Gesรน in mezzo a loro, resi testimoni dellโunico โTestimone fedeleโ (cfr. Ap 1,5). Cosa รจ avvenuto durante quei quaranta giorni per fare dei discepoli dei testimoni? Per quaranta giorni Gesรน โsi mostra loro vivo dopo la sua passione con molte proveโ (At 1,3) โaprendo le loro menti alla comprensione della necessitร della sua Pasqua inscritta nelle Scrittureโ (cfr. Lc 24,45). Lโiniziazione degli apostoli avviene attraverso la relazione con il Risorto, nella scoperta che le Scritture parlano di Lui e che la sua pasqua di morte e resurrezione รจ la chiave per โentrareโ nel regno di Dio.
Questo tempo deve essere stata unโesperienza davvero trasformante e fondante.
Il racconto con cui si aprono gli Atti degli apostoli presenta tuttavia degli uomini che ancora non sembrano aver ben compreso di quale regno il Signore Gesรน parlasse loro (ancora sono in attesa di un โregno per Israeleโ!). Sarร necessaria la separazione โfisicaโ dal Risorto per entrare nella comprensione โspiritualeโ (cioรจ nello Spirito santo) delle parole del Signore Gesรน.
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Ma il Risorto si รจ mostrato vivo ai suoi discepoli per quaranta giorni (come lโevangelista Luca ci dice in Atti) o per un interminabile giorno di Pasqua (come ci dice al termine del suo vangelo)?ย Non ci devono trarre in inganno questi due dati โcronologiciโ cosรฌ differenti che escono dalla penna dello stesso Luca, perchรฉ il suo intento non รจ tanto โcronologicoโ, ma โteologicoโ! Luca infatti sembra dirci che il tempo vissuto con il Risorto รจ stato il tempo โsufficiente e necessarioโ per diventare discepoli del Crocifisso Risorto. E lโevento dellโascensione al cielo di Gesรน (narrato sia al termine del Vangelo di Luca che al principio di Atti) รจ il collegamento vitale fra il tempo di Gesรน e il tempo della Chiesa, suo corpo nella storia. Lโascensione infatti pone in continuitร la vita di Gesรน e quella degli apostoli chiamati a prolungare la presenza di Lui nel mondo.
Questa continuitร รจ narrata secondo le categorie profetiche. Infatti come era avvenuto per il profeta Elia che, asceso al cielo in un carro di fuoco, aveva lasciato la sua ereditร spirituale al suo discepolo Eliseo, cosรฌ ora avviene ai discepoli di Gesรน. Il fatto di essere ammessi alla โvisioneโ di questo evento segna il passaggio di consegna della missione del profeta ai suoi discepoli. Infatti notiamo che il racconto di Atti รจ fortemente caratterizzato da verbi di โvisioneโ: โmentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: โUomini di Galilea, perchรฉ state a guardare il cielo? Questo Gesรน, che di mezzo a voi รจ stato assunto in cielo, verrร allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cieloโ.
Ma perchรฉ รจ necessario โvedereโ?
Eโ necessario โvedereโ e โsedere a mensaโ (At 1,3.4) con il Risorto perchรฉ la relazione con Lui apra gli occhi dei discepoli a riconoscere una โpresenza altraโ di Lui con loro.
Era accaduto alle donne il mattino di pasqua, ai due discepoli lungo la via e a mensa a Emmaus ed ora avviene per gli โUndici e gli altri che erano con loroโ (Lc 24,33). Il Risorto si mostra ai suoi vivo.
Si tratta di quella familiaritร a cui il Risorto ci chiama ancora oggi nella partecipazione alla mensa della sua Parola e del suo Corpo nelle nostre eucarestie domenicali. Qui siamo alla presenza del Risorto per poter โvedereโ โLui elevato in alto e una nube che lo sottrae ai nostri occhiโ (cfr. At 1,9).
Luca ci dice che lโascensione di Gesรน รจ esperienza che chiama in causa il nostro sguardo perchรฉ non continuiamo a โguardare il cieloโ, cioรจ il Signore nella sua relazione con il Padre, ma impariamo a spostarlo โaltroveโ, lร dove Lui continua la suaย relazione con noi.
Il racconto di Atti infatti ci dice che mentre Gesรน รจ โelevato in altoโ una nube lo sottrae ai loro occhi. La nube vela la Sua presenza, ma al tempo stesso rivela il modo di una โpresenza altraโ, che รจ quella di Dio in cammino nella storia con il suo popolo. Infatti durante lโesodo di Israele dallโEgitto, la nube manifestava la presenza di Dio che accompagnava e guidava il suo popolo (la colonna di nube luminosa) o che riempiva la tenda del convegno della Sua gloria.
Gesรน, separandosi dai suoi, rimane in mezzo a loro con una presenza di โnubeโ che i due uomini in bianche vesti cosรฌ spiegano ai discepoli: โColui che sale al cielo รจ Colui che verrร dal cieloโ (cfr. At 1,11). Cosรฌ questa solenne liturgia di commiato da Gesรน si trasforma in un solenne annuncio della venuta di Lui. Per Luca, Gesรน รจ colui che se ne va ma che รจ presente โaltrimentiโ (Massimo Grilli).
Il modo in cui Gesรน si farร presente (โverrร โ), lo descrive molto bene Luca nella conclusione del suo vangelo: il Risorto conduce i suoi ad uscire โfuori verso Betaniaโ in quel medesimo movimento di uscita che lo Spirito santo imprimerร alla missione degli apostoli.
E qui li benedice.
Per tre volte in due versetti Luca insiste su questo gesto di benedizione con cui Gesรน, staccandosi dagli apostoli, si lega in modo permanente a loro.
La benedizione ha a che fare con la feconditร della vita che, poichรฉ รจ benedetta, fiorisce e rinasce con energie nuove e inaspettate. Benedire รจ un gesto con cui Dio si pone in relazione continua con la sua creazione perchรฉ la vita ricevuta possa svilupparsi โsecondo il progetto di Dioโ: cosรฌ era accaduto in principio, al termine dellโopera creazionale, quando Dio benedice le sue creature (Gen 1,22.28); cosรฌ era accaduto dopo il diluvio, quando la vita rifiorisce attraverso Noรฉ (Gen 9,1); cosรฌ era avvenuto ad Abramo, posto da Dio come โbenedizioneโ in mezzo al mondo: โin lui saranno benedette tutte le famiglie della terraโ (cfr. Gen 12,1-3).
Ora Gesรน benedice i suoi in continuitร con la promessa di vita impressa nella creazione da Dio stesso, portandola a compimento. S. Paolo canterร il dono di questa benedizione in un bellissimo inno nella lettera agli Efesini: โBenedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesรน Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristoโ (Ef 1,3). Lโuomo, in Cristo asceso al cielo, รจ benedetto da Dio โnello Spirito santoโ (con ogni benedizione spirituale) e questo legame spirituale รจ il modo โaltroโ con cui il Risorto continua a rimanere in un rapporto duraturo e stabile con noi. Gesรน, benedicendo i suoi, tiene le sue mani stese su di noi e questo gesto prolunga nel tempo e nello spazio la sua relazione con ogni uomo. Questo finchรฉ โnon vi sarร piรน maledizioneโ (Ap 22,3) e ogni uomo scoprirร di essere amato e benedetto in Cristo.
Allora i discepoli tornano al loro quotidiano sotto la benedizione di Dio ricevuta in Cristo e la riflettono, diventando essi stessi benedizione (Daniel Attinger). In quel movimento di benedizione dellโuomo che Dio ha iniziato e compiuto in Cristo, ora i discepoli di Gesรน benedicono a loro volta Dio. Chi si scopre benedetto da Dio non puรฒ non restituire nella benedizione ciรฒ che ha ricevuto da Lui (โtornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dioโ). Un benedizione che torna a Dio come lode e che li aprirร ai fratelli.
Infatti, se lo Spirito del Risorto li troverร โbenedetti e benedicentiโ, quei discepoli non potranno non divenire testimoni di Lui fino agli estremi confini della terra.
Commento a cura delle Clarisse di S. Gata Feltrie
