La gloria del Figlio
Il Vangelo di questa quinta domenica dopo la Pasqua, ci riporta dentro il quadro piรน grande del capitolo 13 di Giovanni. Gesรน afferma che Lui, che si definisce il Figlio dellโuomo (il titolo che il profeta Daniele riferisce al Messia escatologico, il Messia glorioso) e Dio sono glorificati. E lo dice proprio nel momento in cui Giuda esce dal Cenacolo per andare dai capi dei sacerdoti per consegnare Gesรน.
Tutto il capitolo 13 รจ costellato da questo tradimento di Giuda, di uno dei suoi, di colui che gli era amico e che aveva condiviso con Lui gli ultimi tre anni della sua vita!
Al versetto 2 leggiamo: โDurante la cena, quando il diavolo aveva giร messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirloโฆโ. Al versetto 10: ยซโChi ha fatto il bagno non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed รจ tutto puro; e voi siete puri ma non tuttiโ. Sapeva infatti chi lo tradiva.ยป
Di nuovo al versetto 18: โIo conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagnoโ. Subito dopo al versetto 21 Gesรน afferma: โIn veritร , in veritร vi dico: uno di voi mi tradirร โ e disse queste cose profondamente turbato. E lโultima volta al versetto 26: ยซโEโ colui per il quale intingerรฒ il boccone e glielo darรฒโ. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrรฒ in lui. Gli disse dunque Gesรน: โQuello che vuoi fare, fallo prestoโยป.
Quindi la glorificazione, cioรจ il momento del massimo splendore, della massima gloria, del massimo potere, coincide per Gesรน col momento del tradimento. E non con il tradimento da parte di un estraneo, ma da parte di uno dei suoi. Come non sentire echeggiare le parole del Salmo 54 (versetti 13-15): โSe mi avesse insultato un nemico, lโavrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. Ma tu, mio compagno, mio intimo amico, legato a me da dolce confidenza! Camminavamo concordi verso la casa di Dioโ?
Ma allora di quale tipo di glorificazione ci parla Gesรน? Mi vengono davanti al cuore tre glorificazioni che Gesรน vive.
La prima รจ questa: dopo ogni versetto dove viene ribadito il tradimento di Giuda, cโรจ come una โrispostaโ di Gesรน che รจ una risposta dโamore. Al tradimento Gesรน risponde con il gesto della lavanda dei piedi, e li lava anche a Giuda perchรฉ il traditore era ancora lรฌ, non era ancora uscito!
Lโevangelista Giovanni non ci racconta lโistituzione dellโEucarestia nellโultima cena, ma parlando di Giuda, Gesรน dร a lui il pane intinto nel vino allo stesso modo come nei Sinottici dร il pane e il vino agli apostoli, segni del suo corpo e del suo sangue. Gesรน si dona fino alla fine anche a Giuda!
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E poi le ultime parole che Gesรน rivolge a Giuda: โQuello che vuoi fare fallo prestoโ, potrebbero essere lette come il โpermessoโ che Gesรน gli accorda perchรฉ si possa compiere la volontร del Padre.
Questo racconto รจ come una tela tessuta, dove abbiamo la trama e lโordito: non puรฒ esserci lโuna senza lโaltro. Al rifiuto dellโuomo, Dio non puรฒ che rispondere con lโamore.
Il secondo luogo dove mi sembra che appaia la glorificazione di cui ci parla Gesรน, รจ rappresentato dallโicona della discesa agli inferi. Gesรน sa che deve morire, che la sua ora รจ giunta: โGesรน sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amรฒ sino alla fineโ (Gv 13,1). Sa che la sua morte sarร causa di salvezza per tutti gli uomini: di quelli che erano presenti, di tutti quelli che ci saranno fino allโultimo uomo che nascerร sulla terra, ma anche di tutti quelli che erano morti prima della sua morte. E proprio qui mi viene davanti agli occhi lโicona della discesa agli inferi dove Gesรน scende fino al punto piรน basso possibile per far uscire dal buio tutti coloro che si trovano nel regno della morte. Gli inferi si aprono ai piedi del Cristo glorioso. ยซVenne allora una voce che diceva: โAprite le porte!โ Le porte bronzee furono subito infrante e ridotte a pezzi, le sbarre di ferro polverizzateโ. (S. Efrem il Siro).
Ma la liberazione dellโuomo prigioniero non avviene senza resistenze da parte della morte: โSe รจ Adamo che tu cerchi, puoi andartene: รจ prigioniero qui e non cโรจ cherubino o serafino che sia capace di ottenere la sua liberazione; non ci sono mortali tra di loro che possano offrirsi in cambio. Chi puรฒ aprire la bocca dello Sheol e prenderlo di lร dato che lo Sheol lโha inghiottito e lo tiene stretto per sempre?โ. Ma nella lotta contro la morte Cristo ha unโarma potentissima: la sua stessa morte. La potenza di Dio รจ lโamore fino alla morte.
In questa icona, poi, alle volte Cristo ha in mano un rotolo strappato: รจ il documento scritto della nostra condanna, ormai distrutto per sempre. Il peccato e la morte sono vinti per sempre dal Perdono e dalla Vita.
In una antica omelia sul sabato santo leggiamo: โDio รจย morto nella carne ed รจ sceso a scuotere il regno degli inferi. Il Signore ci entrรฒ con le armi vittoriose della croce. Appena Adamo lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia gridรฒ a tutti e disse: ยซSai con tutti il mio Signoreยป. E Cristo rispondendo disse: ยซE con il tuo spiritoยป. E presolo per mano lo scosse dicendo: ยซSvegliati o tu che dormi e risorgi dai morti, Cristo ti illuminerร . Io sono il tuo Dio che per te sono diventato il tuo figlio. E ordino a coloro che sono in carcere: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! Infatti non ti ho creato perchรฉ rimanessi prigioniero dellโinferno. Risorgi daiย morti. Io sono la Vita dei morti. Risorgi opera delle mie mani. Risorgi, usciremo di qui. Tu in me e io in te, siamo infatti unโunica e indivisa naturaยปโ.
La terza glorificazione del Cristo avviene attraverso lโopera dei suoi discepoli: โVi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, cosรฌ amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altriโ (Gv 13, 34-35)
Cristo รจ glorificato quando gli uomini sono capaci di un amore come il Suo, cioรจ che dร la vita per i fratelli fino anche alla morte.
Gesรน entra nella nostra vita, nei nostri sentimenti, nelle nostre relazioniโฆ
Gesรน non ci elenca una serie di gesti da fare o di parole da dire, ma va dritto al luogo da cui tutto parte, da cui tutto ha origine: il cuore.
Il comandamento nuovo di Gesรน รจ Lui stesso. Lโamore non puรฒ nascere per sforzo personale o per volontarismo; se parte da noi e dal nostro impegno ha vita breve perchรฉ in noi presto subentra la stanchezza, la demoralizzazione per lโinsuccesso o per il non contraccambio. Lโamore vero e duraturo nasce dallโincontro che noi facciamo con la fonte stessa dellโamore, il Cristo Risorto che ci ha amati fino alla morte di croce e oltre la morte, con la sua resurrezione. Eโ di qui che scaturisce il dono per ogni uomo.
โMi ha amato fino allโestremo, allโestremo di me, allโestremo di Lui.
Mi ha amato a modo suo, che non รจ il mio.
Mi ha amato gratuitamente, graziosamente.
E mi sarebbe magari piaciuto che lo facesse
in maniera piรน discreta e meno solenne.
Mi ha amato come io non so amare: con una tale semplicitร , oblio di sรฉ, servizio umile e non gratificante, senza nessun amor proprio.
Mi ha amato con lโautoritร benevola ma irremovibile di un padre,
ma anche con la tenerezza indulgent
e molto poco rassicurante di una madre.
Ero ferito al calcagno dal nemico comune,
ed ecco che lui si mette proprio ai miei piedi:
โNon temereโ, sembra dirmi.
Come Pietro anchโio mi vergogno.
Anche a me รจ capitato di inciampare alla sua sequela
e perfino di alzare il calcagno contro di Lui.
Perchรฉ in me cโรจ un poโ di Giuda
e avrei voglia anchโio di nascondermi nella notte,
soprattutto se la luce รจ venuta fin qui e fruga le mie tenebre.
Ha amato i suoi fino allโestremo, tutti i suoi.
E tutti sono suoi, ognuno in quanto unico, una moltitudine di unici.
Il Verbo si รจ fatto fratello, fratello di Pietro
e fratello di Giuda e di entrambi che sono dentro di me.
Dio era venuto come Figlio unico.
Ritorna a Dio come Fratello degli uomini allโinfinito,
trascinando una moltitudine fino allโestremo dellโUnico.โ
( P. Christian De Chergรจ, omelia giovedรฌ santo 1994)
Commento a cura delle Clarisse di S. Gata Feltrie
