Commento al Vangelo di domenica 19 febbraio 2017 – Enzo Bianchi

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Lโ€™amore per il nemico

Il commento al Vangelo di domenica 19 febbraio 2017, settima domenica del Tempo Ordinario, a cura di Enzo Bianchi.

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Dopo le prime quattro antitesi annunciate da Gesรน nel โ€œdiscorso della montagnaโ€, ecco le ultime due, nelle quali appare ancora la โ€œdifferenzaโ€ richiesta da Gesรน ai suoi discepoli rispetto alla Legge di Mosรจ, confermata ma approfondita e reinterpretata.

In questo caso viene messa a fuoco la violenza: come arginarla? Come rispondere a essa? Certo, nella Torah si trova scritta la โ€œlegge del taglioneโ€, della reciprocitร  tra chi ha offeso e chi รจ stato offeso (cf. Es 21,24; Lv 24,20; Dt 19,21), legge data per impedire il deflagrare degli eccessi della violenza, che facilmente viene moltiplicata per ripagare lโ€™aggressore. Si ricorda, ai primordi dellโ€™umanitร , il canto selvaggio e barbaro di Lamek, che si vantava di vendicarsi non sette volte, come Caino, ma settanta volte sette (cf. Gen 4,24). Dunque la legge del taglione รจ un limite, un argine alla violenza: โ€œOcchio per occhio e dente per denteโ€. Non scandalizziamoci di fronte a questa ingiunzione, perchรฉ ancora oggi siamo testimoni di fenomeni di vendetta moltiplicata, come la โ€œfaidaโ€ o la rappresaglia nelle guerre, nelle lotte razziali, nella violenza terroristica.

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Ebbene, con la sua autoritร  Gesรน puรฒ dire anche in questo caso: โ€œMa io vi dico di non resistere al malvagioโ€, proponendo una pratica di non-violenza che รจ un nuovo modo di resistenza attiva, una resistenza inaudita perchรฉ mite, umile, misericordiosa. Solo cosรฌ si puรฒ arrestare la reazione a catena della violenza. รˆ in questa logica di non-violenza che Gesรน propone dei casi, degli esempi di violenza subita, indicando come rispondervi. โ€œSe uno ti percuote con uno schiaffoโ€, fatto quotidiano anche nella vita famigliare, โ€œse tu vuoi essere discepolo porgi lโ€™altra guanciaโ€. Linguaggio semitico, per noi forse eccessivo, che non vuole suggerire unโ€™esecuzione materiale del comando, ma piuttosto indica lo โ€œspiritoโ€ che deve ispirare lโ€™atteggiamento verso lโ€™aggressore. Non a caso, secondo il quarto vangelo, dopo aver ricevuto uno schiaffo da una delle guardie del sommo sacerdote, Gesรน non gli porge lโ€™altra guancia (cf. Gv 18,22), ma replica con assoluta mitezza: โ€œSe ho parlato male, dimostrami dovโ€™รจ il male. Ma se ho parlato bene, perchรฉ mi percuoti?โ€ (Gv 18,23). Questo comando rivolto personalmente a ogni discepolo non esige ingenuitร  nรฉ passivitร  di fronte alla violenza, ma richiede di essere sempre โ€œartefici di paceโ€ (Mt 5,9). E nel caso di un pignoramento, se viene tolta la tunica, Gesรน chiede di dare anche il mantello, che la Legge vieta di togliere al povero (cf. Es 22,25-26; Dt 24,10-13).

Ma ripeto: Gesรน non predica rassegnazione, non chiede di lasciare che lโ€™ingiustizia trionfi, ma chiede un atteggiamento creativo, sempre capace di toccare lโ€™aggressore, di fargli ascoltare una domanda che egli non si pone. In ogni caso, davanti allโ€™ingiustizia patita, occorre non tacere mai, non fuggire, ma intervenire, pur rinunciando sempre allโ€™offesa e alla violenza. Sempre si tratta di โ€œvincere il male con il beneโ€ (cf. Rm 12,21). Ciรฒ รจ richiesto al discepolo anche quando รจ costretto a fare strada da qualcuno, a quei tempi spesso lโ€™occupante romano: accetti di camminare piรน di quanto gli รจ richiestoโ€ฆ Perchรฉ la logica evangelica รจ rispondere al male facendo il bene, rispondere positivamente a chi ha bisogno.

Segue la sesta e ultima antitesi: โ€œAvete inteso che fu detto: โ€˜Amerai il tuo prossimoโ€™ (Lv 19,18) e odierai il tuo nemico, ma io vi dicoโ€ฆโ€. Nella Torah non sta scritto materialmente da nessuna parte di odiare il nemico, ma resta vero che nelle Scritture vi sono testi che non solo giustificano lโ€™odio per il nemico, ma lo richiedono, soprattutto se il nemico personale รจ sentito anche come nemico di Dio. Al riguardo, va denunciato un vizio tipico delle persone religiose: quando hanno un nemico personale, facilmente, pensando che Dio sta dalla loro parte, si sentono autorizzate a odiarlo a nome di Dio, pregando addirittura contro di lui salmi di imprecazione. Emblematico รจ il caso del salmo ย 139: โ€œNon devo forse odiare chi ti odia, detestare i tuoi avversari, Signore? Li odio con odio implacabile, li ritengo miei propri nemici!โ€ (vv. 21-22). Sรฌ, le persone religiose odiano piรน intensamente delle altre, ritenendosi giustificate e appoggiate da Dio!

Ecco perchรฉ Gesรน toglie ogni possibilitร  a questa deriva e non asseconda neppure il linguaggio immaginifico di cui vi sono tracce negli scritti di Qumran: โ€œAmerai i figli della luce e odierai i figli delle tenebreโ€. Al contrario, egli comanda: โ€œAmate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitanoโ€. Parole scandalose, inaudite, che sembrano trascendere le nostre capacitร  umane. Eppure questa รจ per Gesรน nientโ€™altro che lโ€™interpretazione del comandamento: โ€œAmerai il prossimo tuo come te stessoโ€. Ovvero, lo amerai sempre, in ogni situazione, anche quando ti รจ nemico, anche quando ti fa del male; anzi, simultaneamente allโ€™offesa ricevuta, continuerai ad amare di un amore che si spinge fino a pregare, a chiedere a Dio il bene per il persecutore. Puรฒ forse un cristiano classificare come nemiche e odiare quelle persone alle quali Dio, Padre di tutti, concede senza alcuna discriminazione il sole (la vita) e la pioggia (la feconditร ), i beni della creazione?

Il discepolo di Gesรน capovolge la logica delle Scritture dellโ€™Antico Testamento. Se nei salmi รจ richiesto di pregare contro i nemici (cf. Sal 16,13; 27,4; 68,23-29, ecc.), Gesรน invece chiede di pregare per il loro bene, di benedire chi maledice (cf. Lc 6,28). Se egli lo chiede, รจ perchรฉ questo รจ lโ€™atteggiamento di Dio, come lโ€™Apostolo attesta nella Lettera ai Romani: โ€œDio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo รจ morto per noi โ€ฆ Quando eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dioโ€ (Rm 5,8.10). Questa รจ la โ€œdifferenza cristianaโ€, la differenza del discepolo di Gesรน rispetto a giudei o pagani, indifferenti o non credenti. Amare lโ€™altro nella sua irriducibile alteritร , al di fuori di ogni logica di reciprocitร , che richiede il contraccambio e il riconoscimento reciproco dei diritti. Spetta dunque al cristiano vincere la paura del diverso, avere il coraggio di opporre il bene al male, assumere un comportamento pieno di amore gratuito verso i nemici, chiedere a Dio il bene, la felicitร , la vita dellโ€™aggressore. David Flusser, un grande studioso ebreo che pure era affascinato e in attento ascolto di Gesรน, diceva che questo suo comando era lโ€™unico che non poteva trovare realizzazione, ma era destinato a restare utopia. Eppure la storia testimonia di discepoli e discepole che, come Stefano, il primo martire cristiano, hanno vissuto questo comando fino alla morte, invocando il perdono (cf. At 7,60), come Gesรน aveva fatto sulla croce (cf. Lc 23,34).

Chi pratica questo comandamento di Gesรน sperimenta il compimento della promessa di โ€œessere figlio del Padre che รจ nei cieliโ€, il quale ama tutti di un amore che non va meritato e che non dipende dallโ€™essere buoni o malvagi, giusti o ingiusti. Cosรฌ si puรฒ essere tรฉleioi, completi, nella pienezza dellโ€™amore, come โ€œDio รจ amoreโ€ (1Gv 4,8.16). Se nella Torah il comando era: โ€œSiate santi, perchรฉ io, il Signore, vostro Dio, sono santoโ€ (Lv 19,2; cf. 1P 1,16), nelle parole di Gesรน esso รจ interpretato come โ€œSiate perfetti, capaci di una giustizia superiore, come Dio, il Padreโ€. E significativamente in Luca diventerร : โ€œSiate misericordiosi, come il Padre vostro รจ misericordiosoโ€ (Lc 6,36), come giร  interpretava la parafrasi aramaica del Targum (su Lv 22,28): โ€œDice il Signore: โ€˜Come io sono misericordioso nei cieli, cosรฌ voi sarete misericordiosi sulla terraโ€.

p. Enzo Bianchi

Fonte: Monastero di Bose

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Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 19 Febbraio 2017 anche qui.

VII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 5,38-48
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:

ยซAvete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dร  uno schiaffo sulla guancia destra, tu pรณrgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerร  ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.

Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinchรฉ siate figli del Padre vostro che รจ nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete?

Non fanno cosรฌ anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno cosรฌ anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come รจ perfetto il Padre vostro celesteยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 19 – 25 Febbraio 2017
  • Tempo Ordinario VII, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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