XX Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Quei Giudei della volta scorsa, che in Giovanni sono quelli che sostengono e osservano la posizione ufficiale della loro tradizione, quelli che mormoravano perchรฉ aveva detto di essere il pane disceso dal cielo (cf Gv 6,41), oggi discutono aspramente: โCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiare?โ (Gv 6,52). La carne, nel mondo ebraico semitico, significa la persona umana in tutta la sua realtร , soprattutto quella immediatamente percepita, piรน esposta, piรน fragile, piรน vulnerabile. Qui Cristo, dicendo che praticamente tutto quello che di lui possono vedere e toccare รจ il nutrimento, chiude ogni possibilitร di comprendere in modo gnostico il suo messaggio, la sua vita (cf Gv 6, 51.58).
Il processo cui lโuomo รจ normalmente abituato consiste nellโinsegnare, mettere in pratica e poi aspettare il premio, che evidentemente รจ dovuto. Ma Cristo dice esattamente il rovescio, che la sua vita stessa, cosรฌ come la si vede รจ questa sapienza che nutre la vita, รจ questa vita/sapienza.
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Lui ha un Padre con cui sta sempre in dialogo, cโรจ sempre una missione, e questa vita umana che Lui vive diventa la salvezza per il mondo, per tutta lโumanitร , proprio per la sua relazione con il Padre (cf Gv 14,31). Tutto questo รจ la sua carne. Questa รจ la storia della sua carne: la missione, Colui che lo ha mandato, lโobbedienza a Lui, fare solo ciรฒ che vede dal Padre, dire solo ciรฒ che il Padre comanda. Tutta questa vita che diventa cibo per il mondo รจ rinchiusa nellโEucaristia, in quel pane che Lui ci lascerร .
Non รจ una visione ideale ma una storia, quella che Lui vive nella sua carne, nella realtร umana tale e quale, a diventare cibo per ogni realtร umana. Tutto questo รจ rinchiuso nellโEucarestia. โChi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in luiโ (Gv 6,56).
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ร curiosa questa sottolineatura del cibo, si parte con il mangiare del verbo fago (cf Gv 6, 53) ma si arriva addirittura al trogo (Gv 6,54) che รจ piuttosto riferito al modo di mangiare degli animali, masticando con i denti. Ovvero masticare cosรฌ tanto da vedere la concretezza, da chiudere la possibilitร di una idealizzazione, di un romanticismo, di un devozionismo. Perchรฉ si vede che si tratta di una assunzione, di un assorbimento di quella realtร per la mia realtร .
Siamo ben lontani da qualsiasi intellettualismo gnostico o intimismo romantico, si tratta proprio della questione della vita vera dellโuomo e bisogna mangiare e nutrire questa vita, bisogna masticare. Perciรฒ non basta la Parola, non basta spiegare e stare con la Parola di Dio, bisogna proprio mangiare la carne di questa Parola che รจ la vita, perchรฉ รจ facile cadere nellโidealismo della dottrina, delle cose che bisogna poi mettere in qualche modo in pratica. Ma รจ lโopposto, lโinizio รจ la pratica, รจ la realtร umana, รจ da lรฌ che si parte. Perchรฉ quella รจ la vita vera e quella si mastica, altrimenti non avrete vita in voi (cf Gv 6, 53), perchรฉ la realtร umana, tale e quale รจ, non รจ fonte della vita, cโรจ bisogno di una vita.
Questo avere la vita ci rimanda a Giovanni 5,26: โCome infatti il Padre ha la vita in sรฉ stesso, cosรฌ ha dato anche al Figlio di avere la vita in sรฉ stessoโ e a Giovanni 6,57: โCome il Padre che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosรฌ anche colui che mangia me, vivrร per meโ. Sono solo due che hanno la vita in sรฉ stessi: il Padre e il Figlio.
Lโuomo non avendo la vita la cerca sempre, dovunque la trova vive una sottomissione, vive per quello che gli ha dato vita e di questo abbiamo unโesperienza continua. Dove uno assapora un poโ di vita, lรฌ si attacca.
Ma ora la vera liberazione ha come sottofondo lโAgnello pasquale, che si mangia e si beve. Cโรจ il sangue che salva la vita. La vera liberazione adesso sarร che lโuomo non avrร piรน bisogno di andare a cercare la fonte della vita, perchรฉ la stessa realtร umana che io vivo e che รจ fragile, precaria e che ha bisogno di forza, proprio la realtร che io vivo la trovo giร assunta in Cristo e diventa per me il cibo.
Allora divento ciรฒ che mangio, cioรจ vivo per Lui. Il dono si nutre con il dono e il dono nutre il dono. Questo รจ nutrirsi della Parola. Mangiare e vivere lโEucarestia come nutrimento della vita fa di me una vita che รจ dono, perchรฉ vivo per Cristo. Come Cristo per il Padre รจ un dono per noi, cosรฌ noi ci nutriamo con un dono che ci fa dono.
E perciรฒ รจ molto importante anche per la nostra esperienza quotidiana, perchรฉ se tu vivi come un dono per Cristo, non cerchi le cose per te, non cerchi il pagamento del bene che hai fatto. E in questo essere dono si possono anche sbagliare molte cose nella vita, ma come dono si puรฒ continuare a offrirsi, nella carne.
P. Marko Ivan Rupnik – Fonte
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XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 19 Agosto 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- Prv 9, 1-6; Sal. 33; Ef 5, 15-20; Gv 6, 51-58
Gv 6, 51-58
Dal Vangelo secondoย Giovanni
In quel tempo, Gesรน disse alla folla: ยซIo sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: ยซCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiare?ยป.
Gesรน disse loro: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterรฒ nell’ultimo giorno. Perchรฉ la mia carne รจ vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosรฌ anche colui che mangia me vivrร per me.
Questo รจ il pane disceso dal cielo; non รจ come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrร in eternoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 19 – 25 Agosto 2018
- Tempo Ordinario XIX
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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