Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi
Nel vangelo secondo Giovanni รจ sempre il Risorto, il Cristo Signore che parla e agisce, sicchรฉ questo testo vuole mostrarci il Cristo in mezzo a noi che, nella sua gloria, continua a consegnarci le parole essenziali per comprendere e partecipare al mistero dellโumanizzazione di Dio. Cosa annuncia alla chiesa il Cristo risorto e vivente? Che รจ lui il pastore buono e noi le sue pecore (IV domenica di Pasqua), che ci ha lasciato un comandamento ultimo e definitivo (V domenica), che ci dona lo Spirito consolatore (VI domenica), che accanto al Padre intercede per noi (VII domenica).
[ads2]Sostiamo dunque sul brano liturgico odierno, tratto dai โdiscorsi di addioโ che il quarto vangelo estende per ben quattro capitoli (cf. Gv 13,31-16,33). Gesรน ha lavato i piedi ai suoi discepoli, per rivelarsi quale Signore e Maestro che si fa servo fino a dare la vita per loro (cf. Gv 13,1-20), poi ha annunciato il tradimento da parte di uno dei Dodici, Giuda (cf. Gv 13,21-30). Perchรฉ questโultimo รจ giunto a tanto? Solo Dio conosce lโabisso del cuore umano (cf. Ger 11,20; 12,3; 17,9-10; 20,12), ma noi possiamo supporre che Giuda non abbia agito per sete di denaro, anche se il quarto vangelo lo descrive come ladro e attaccato ai soldi (cf. Gv 12,6): per consegnare il proprio maestro occorreva una ragione piรน forte di trenta denariโฆ Possiamo invece pensare che Giuda abbia fatto arrestare Gesรน perchรฉ era cresciuto dentro di lui il rancore nei suoi confronti. Chiamato da Gesรน, lo aveva seguito, ma poi si era accorto che il Dio rivelato da Gesรน non era conforme alla sua immagine di Dio: ciรฒ che Gesรน faceva e diceva, sembrava sempre di piรน una contraddizione alla fede ricevuta dai padri, dunque egli era giunto a ritenerlo un โereticoโ da eliminare, affinchรฉ la fede ne traesse giovamento. Non ci puรฒ essere altra ragione se non un odio religioso, perchรฉ nei vangeli non ci sono segni di relazioni personali ferite nรฉ di un โio minimoโ da parte di Giuda.
Ormai Gesรน, conoscendo la reazione interiore di Giuda ai suoi gesti e alle sue parole, si sentiva inibito ad agire e a parlare, a dire tutto in confidenza e libertร . Quando vi รจ la presenza di qualcuno che ha โlโocchio cattivoโ (Mt 20,15) e nel suo essere tiene vivo il pregiudizio che diventa efficace prima ancora di aver ascoltato, quando qualcuno cova il rancore, allora รจ meglio tacere, non per blocco psicologico, ma per โsottomissioneโ (eulรกbeia: Eb 5,7). Ecco perchรฉ sta scritto allโinizio del nostro brano: โQuando (Giuda) fu uscito, Gesรน disseโฆโ. Ormai Gesรน รจ libero di parlare con parrhesรญa, e rivela: โOra il Figlio dellโuomo รจ stato glorificato, e Dio รจ stato glorificato in lui. Se Dio รจ stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherร da parte sua e lo glorificherร subitoโ.
Ora ha inizio la glorificazione di Gesรน e insieme la glorificazione di Dio in Gesรน stesso, perchรฉ il tradimento nei confronti di Gesรน e la sua consegna in mano a quelli che lo uccideranno non รจ una sconfitta ma un evento di gloria. Sรฌ, รจ difficile capire questa visione โal contrarioโ della realtร , ma bisogna esercitarsi ad avere una visione degli eventi che non รจ la nostra bensรฌ quella di Dio. E cosa vede Dio? Che nel Figlio consegnato splende piรน che mai lโamore di Gesรน e anche il suo proprio amore, quello di chi lascia che tale consegna avvenga. Allo stesso modo, lo sguardo di Gesรน sulla sua passione ormai iniziata con lโuscita di Giuda dal cenacolo non รจ uno sguardo che venga da carne e sangue (cf. Gv 1,13), cioรจ dalla capacitร umana, ma viene per rivelazione da Dio stesso. Gesรน sa che โnon cโรจ amore piรน grande che dare la vita per gli amiciโ (cf. Gv ย 15,13), e allora con lโuscita inarrestabile di Giuda ecco lโepifania dellโamore, la gloria dellโamante che splende e si impone. La croce รจ gloria non perchรฉ sia strumento di dolore, ma perchรฉ รจ il segno della fine inflitta a chi ha amato, a chi รจ giusto, a chi liberamente e per amore ha deposto la propria vita per gli altri. Presto questa glorificazione si manifesterร mediante lโintervento di Dio, che darร al Figlio la propria gloria risuscitandolo da morte. Cosรฌ Gesรน legge ai discepoli gli eventi delle ore successive: non una sconfitta, non un fallimento, ma una manifestazione della gloria di Dio, nel senso che Dio ha โpesoโ (kavod) nella storia, fino a decidere eventi che danno salvezza.
Una volta indicata quellโโoraโ che giungerร presto, mancando ormai poco tempo al suo esodo da questo mondo al Padre (cf. Gv 13,1), Gesรน esprime le sue ultime volontร , rivela il suo testamento, dร il comando riassuntivo di tutta la Legge; un โcomandamento nuovoโ (entolรจ kainรฉ) non perchรฉ sia una parola nuova rivolta da Dio ai credenti, ma nel senso che รจ ultimo e definitivo, dopo il quale non ve ne saranno altri: โAmatevi gli uni gli altri. Come io ho amato voi, cosรฌ amatevi anche voi gli uni gli altri (cf. anche Gv 15,12). Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altriโ. Con tenerezza, chiamandoli โpiccoli figliโ (teknรญa), Gesรน rivela ai discepoli lโessenziale: โAmatevi gli uni gli altriโ. Ci attenderemmo: โAmatemiโ, e invece no: โAmateviโ! Subito รจ pronta lโobiezione: ma dove va a finire lโamore di Dio? Gesรน perรฒ ha ben compreso ciรฒ che il discepolo amato, dopo essere stato con lui, espliciterร nella sua Prima lettera: โSe ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimora in noi e lโamore di lui รจ compiuto in noiโ (1Gv ย 4,12); ovvero, Dio รจ presente e in quellโamore reciproco si sente amato veramente, perchรฉ vede che la sua volontร รจ realizzata (cf. 1Gv 5,3).
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Quanta perdita di tempo in discorsi che distinguono tra amore โverticaleโ e amore โorizzontaleโ, quante accuse reciproche tra fratelli cosiddetti โmondaniโ e fratelli cosiddetti โspiritualistiโ: ragionamenti di persone tarde di orecchi e di cuore! Perchรฉ lโamore, quando รจ veramente tale, non puรฒ non essere amore di Dio e amore per i fratelli e le sorelle, ossia amore di Dio che in noi โ lo sappiamo o meno โ si fa amore per gli altri. Se ci si ama a vicenda, allora si sta insieme; e quando si sta insieme, allora Gesรน, il Vivente, รจ presente (cf. Mt 18,20), il Risorto รจ in mezzo a noi (cf. Mt 28,20). E quando amiamo lโaltro dandogli da mangiare, da bere, vestendolo, visitandolo in carcere o nella malattia, allora amiamo Cristo che รจ realmente presente, presente piรน che mai davanti a noi. Dunque lโamore deve innanzitutto essere reciproco, amore verso lโaltro, che se รจ fratello nella fede deve rispondere con amore; in ogni caso, amore verso lโaltro sempre, che risponda o no, perchรฉ questa รจ la volontร di Gesรน Cristo. Molti oggi piangono, annunciando โla morte di Dioโ nel nostro mondo, e forse questo รจ vero; o meglio, รจ vero se lโamore รจ morto, ma finchรฉ cโรจ un frammento di amore vissuto tra gli umani, lร Dio รจ presente, รจ vivo e Cristo รจ tra di noi! La salvezza, ossia la vita di ciascuno di noi, dipende dallโosservanza di questo comandamento: โAmatevi gli uni gli altriโ.
Ma Gesรน dร anche la forma, la misura, lo stile di questo amore: โAmatevi come (kathรณs) io ho amato voiโ. Si tratta di amare lโaltro come lo ama Gesรน, cioรจ accogliendolo cosรฌ comโรจ, perdonandolo e rimettendogli i peccati, prendendosi fedelmente cura di lui, rendendolo fratello o sorella fino alla morte, fino a deporre la vita per lui/lei. Cโรจ nellโamore cristiano una forma, uno stile determinato da Gesรน e da lui testimoniato nei vangeli. Se Gesรน รจ maestro, lo รจ soprattutto nellโarte dellโamare. Si fa presto a parlare di amore o a credere di vivere lโamore, ma viverlo come lo ha vissuto Gesรน, a prezzo del dono della vita, รจ arte, รจ un capolavoro di amore, quindi รจ manifestazione della gloria di Dio che รจ gloria dellโamare. Cosรฌ questo amore diventa โsegnoโ, cioรจ un segnale che dove vi รจ tale amore, lร vi รจ vita cristiana, vita del discepolo di Gesรน. Il discepolo di Gesรน, infatti, non si distingue perchรฉ prega (pregano tutti gli uomini religiosi e anche i non religiosi quando sono nellโangoscia!); non si distingue perchรฉ fa miracoli (in tutte le religioni ci sono taumaturghi); non si distingue perchรฉ ha una sapienza raffinata (lโoriente ha elaborato una sapienza che rivaleggia con la nostra occidentale): no, si distingue perchรฉ ama, ama come Gesรน!
Dunque nel testamento di Gesรน vi sono
il comandamento nuovo,
lo stile e la forma,
il segno (o significativitร ).
Poveri uomini e povere donne che nel mondo tentano ogni giorno di amare come Gesรน, con il suo stile, e sentono questo come lโimpegno piรน grande e significativo: questi sono i discepoli di Gesรน, i cristiani. Tutto il resto รจ scena, scena religiosa che passa con questo mondo (cf. 1Cor 7,31). Il giudizio che ci attende tutti avverrร sullโamore e su nientโaltro, per ogni uomo o donna che abbia o non abbia conosciuto e creduto in Gesรน Cristo, il Vivente, il Signore: egli ci ha chiesto di amarci tra noi umani, perchรฉ solo cosรฌ si sente amato da noi!
p. Enzo Bianchi
Fonte: Monastero di Bose
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V Domenica del Tempo di Pasqua
- Colore liturgico: bianco
- At 14, 21-27; Sal 144; Ap 21, 1-5; Gv 13, 31-33. 34-35
Gv 13, 31-33. 34-35
Dal Vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesรน disse: ยซOra il Figlio dell’uomo รจ stato glorificato, e Dio รจ stato glorificato in lui. Se Dio รจ stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherร da parte sua e lo glorificherร subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, cosรฌ amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altriยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 24 – 30 Aprile 2016
- Tempo di Pasqua V, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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