Commento al Vangelo di domenica 16 Settembre 2018 – don Marino Gobbin

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TU SEI IL CRISTO! CHE DEBBO FARE?

โ€œTu sei il Cristo!โ€

Gesรน, volendo aiutare i discepoli a conoscere chi veramente egli era, li interroga, procedendo per gradi: โ€œChi dice la gente che io sia?โ€. Le risposte sono varie, ma nessuna coglie nel segno. โ€œE voi chi dite che io sia?โ€. Pietro risponde come il Maestro si attendeva: โ€œTu sei il Cristoโ€. Se Gesรน ripetesse, oggi, la domanda: โ€œChi dice la gente che io sia?โ€ difficilmente le risposte sarebbero quelle di allora; ma molte non lo lascerebbero soddisfatto: โ€œUn uomo straordinario, unโ€™intelligenza assolutamente superiore, un benefattore dellโ€™umanitร , un amico dei poveri, un rivoluzionario…โ€. Ma se ci fermiamo qui, non abbiamo capito Gesรน. รˆ la fede, quella che Pietro professa a nome degli apostoli, quella che professerร  e insegnerร  la Chiesa attraverso i secoli, che ci fa scoprire chi รจ veramente Gesรน: il Cristo, il Messia annunziato dai profeti, lโ€™inviato dal Padre, il Signore, il Salvatore. Come apprendiamo da tutto il Nuovo Testamento, letto nella Chiesa sotto la guida del Magistero, come ripeteremo fra poco nel Credo, Gesรน รจ il Figlio di Dio divenuto figlio di Maria, il Verbo fatto carne e venuto ad abitare in mezzo a noi, crocifisso, morto e risorto per noi uomini e per la nostra salvezza.

Come spiega s. Girolamo commentando il salmo responsoriale (114,2), โ€œpoichรฉ noi siamo piccoli e umili e non possiamo allungarci ed esaltarciโ€, Dio โ€œinclina il suo orecchio e si degna di esaudirci. Di piรน, poichรฉ noi siamo uomini e non possiamo farci dรจi, Dio si รจ fatto uomo e si รจ abbassato fino a noiโ€. Questa fede รจ il cardine del cristianesimo. Come ai suoi apostoli, cosรฌ a noi Gesรน chiede che lo riconosciamo quale egli รจ veramente. Senza dubbio non potremo mai definire Gesรน con parole che esauriscano lโ€™infinita ricchezza del suo essere divino, โ€œle imperscrutabili ricchezze di Cristoโ€ (Ef 3,8). Ma quanto ci dice di lui la parola di Dio della quale la Chiesa รจ interprete sicura, dobbiamo tenerlo con fermissima fede. Cercare il linguaggio adatto a presentare la veritร  rivelata agli uomini dโ€™oggi รจ legittimo, รจ necessario, a condizione che la veritร  non subisca alterazioni o riduzioni.
Pietro parla a nome di tutti gli apostoli, ai quali Gesรน ha rivolto la domanda, cioรจ a nome della Chiesa. Noi professiamo la fede non con un atto puramente individuale, ma nella Chiesa e con la Chiesa: solo a questa condizione possiamo aderire pienamente a Cristo.

Doveva molto soffrire

Dichiarando: โ€œTu sei il Cristoโ€, Pietro era ben lontano dal capire tutta la portata della sua professione di fede. Istintivamente i discepoli pensavano al Messia in senso trionfalistico, come quando domanderanno a Gesรน risorto: โ€œSignore, รจ questo il tempo in cui ricostruirai il regno di Israele?โ€ (At 1,6). Ma se riflettiamo sulla 1ยช lettura, ci rendiamo conto che ben diverso era il destino riservato al Figlio dellโ€™uomo: โ€œHo presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputiโ€. รˆ il terzo canto del Servo di Dio. Ascoltiamo qualche altro tratto di questa profezia: โ€œNon ha apparenza nรฉ bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stimaโ€ (Is 53,2-3); โ€œMaltrattato, si lasciรฒ umiliare e non aprรฌ la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprรฌ la sua boccaโ€ (Is 53,7).

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Tutto questo doveva avverarsi in Gesรน, comโ€™egli predice anticipando, in una sintesi terribilmente chiara ed efficace, il racconto della passione: โ€œCominciรฒ a insegnar loro che il Figlio dellโ€™uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitareโ€. Pietro protesta, meritandosi il severo rimprovero del Maestro. Ma quello che era inconcepibile per un ebreo, lo โ€œscandaloโ€ della croce, dopo la passione e la risurrezione, dopo s. Paolo, diventerร  per il cristiano motivo di glorificazione del suo Signore, di speranza, stimolo alla sequela, nellโ€™amore, nel dono di sรฉ fino alla morte.

โ€œChe cosa ti ha fatto scoprire la persona di Cristo?โ€. A questa domanda un giovane rispondeva: โ€œMi sono guardato attorno e ho scoperto il mondo in cui vivo. Mi ha fatto ribrezzo, per tanti aspetti. Voglio farci qualcosa. Devo. In questo mio progetto mi sono incontrato con Uno che รจ capace di perdere la propria vita, per arrivare fino in fondo. Questo fatto mi ha colpito moltissimo. รˆ diventato, per me, un cercare con Lui un cammino in questa direzioneโ€. รˆ lโ€™esigenza precisa che pone Gesรน: โ€œSe qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchรฉ chi vorrร  salvare la propria vita la perderร ; ma chi perderร  la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverร โ€ (Mt 16,24-25).

Molti, e non solo nei secoli lontani, hanno messo in pratica questo programma nel senso letterale: sono i martiri che hanno sacrificato la vita per la fede e lโ€™amore di Cristo, per il bene dei fratelli. Tutti e ciascuno siamo chiamati a seguire Gesรน portando la croce, nellโ€™adempimento dโ€™un dovere quotidiano, spesso duro e pesante, accettato con amore. Gesรน, che ci precede sulla via della croce, non ci lascerร  mancare il suo aiuto.

Dare ai fratelli

โ€œTu sei il Cristo!โ€. La professione di fede di Pietro fu approvata da Gesรน. Si veda il passo parallelo di Matteo: โ€œBeato te, Simone figlio di Giona, perchรฉ nรฉ la carne nรฉ il sangue te lโ€™hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieliโ€ (Mt 16,17). Subito dopo, il Maestro gli fa vedere come la fede dovrร  tradursi nei fatti, rinnegando se stesso e prendendo la sua croce. S. Giacomo verrร  opportunamente di rincalzo. La fede non serve a nulla se non porta alle opere, come non servono a nulla le buone parole a chi ha fame o ha freddo. Anche se non cโ€™รจ in questo passo un richiamo esplicito al dovere di aiutare i bisognosi, รจ lecito prendere di qui lo spunto per ricordare quella legge di caritร  operosa verso i fratelli di cui รจ pieno lโ€™Antico e il Nuovo Testamento.

Del resto, le sofferenze del Servo di Iahvรจ predette dal profeta hanno avuto come scopo la liberazione e la salvezza degli uomini: โ€œEgli si รจ caricato delle nostre sofferenze, si รจ addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli รจ stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquitร . Il castigo che ci dร  salvezza si รจ abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui lโ€™iniquitร  di noi tuttiโ€ (Is 53,4-6). Quando Cristo proclama il dovere di seguirlo per questa via non puรฒ non chiamarci al dono delle cose nostre e di noi stessi ai fratelli, seguendo lโ€™esempio chโ€™egli ci ha dato.

Quello che secoli prima aveva annunziato il profeta, che Gesรน predice ora a Pietro, che gli evangelisti ci mostreranno avverato nel racconto della passione, morte e risurrezione del Signore, non รจ solo un avvenimento storico di venti secoli fa, ma รจ realtร  che si rende presente anche oggi nella liturgia eucaristica, โ€œmemorialeโ€ della Pasqua, invito a dire il nostro sรฌ al โ€œmistero della fedeโ€, a imitare Cristo che โ€œsi consegnรฒ volontariamente alla morteโ€, a vivere in comunione di apertura e di donazione ai fratelli, affinchรฉ, โ€œriuniti in un solo corpo dallo Spirito Santoโ€, diventiamo โ€œofferta viva in Cristo, a lode della gloria di Dioโ€ (preghiera eucaristica IV).

Fonte

Tratto da โ€œOmelie per un anno 1 e 2 โ€“ Anno Aโ€ โ€“ a cura di M. Gobbin – LDC

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XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ Anno B

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Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8, 27-35
ย 
27Poi Gesรน partรฌ con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarรจa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: ยซLa gente, chi dice che io sia?ยป. 28Ed essi gli risposero: ยซGiovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profetiยป. 29Ed egli domandava loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Pietro gli rispose: ยซTu sei il Cristoยป. 30E ordinรฒ loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31E cominciรฒ a insegnare loro che il Figlio dellโ€™uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverรฒ Pietro e disse: ยซVaโ€™ dietro a me, Satana! Perchรฉ tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiยป.
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: ยซSe qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perchรฉ chi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร  la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverร .

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 16 – 22 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXIV
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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