Commento al Vangelo di domenica 14 maggio 2017 – mons. Giuseppe Mani

“Chi ha visto me ha visto il Padre”. Leggendo il Vangelo non cesseremo di stupirci. Un uomo come me e come voi, un uomo come gli altri (che sia santo, giusto, non cambia niente: è un uomo) ha osato dire parole simili. Un uomo datato, localizzato si presenta come l’origine assoluta di tutte le cose e di coloro a cui si indirizza.. Il “fine di tutte le cose” sono io. Se avete visto me avete visto Dio. Questo ci permette di misurare il paradosso della fede cristiana: l’universale, ciò in cui tutto esiste e vive (e che noi chiamiamo Dio) è divenuto un essere particolare vissuto 2000 anni fa, che parlava la lingua di un popolo particolare: è vissuto una trentina di anni. Il Cristo è sicuramente un caso unico. Noi crediamo che in Lui risiede la pienezza delle divinità ma crediamo anche che in Lui si illumina una specie di “legge generale” del modo con cui Dio è presente; Dio non può essere che nel concreto, nel reale che è sempre particolare, limitato e datato. Egli è in primo luogo nella particolarità di ogni uomo. E la Chiesa è per un certo senso particolare.

Come Gesù è VIA. Nell’atteggiamento di Gesù scopriamo la pretesa di uno spossessamento totale: Gesù in qualche maniera scompare e la sua sparizione fisica, il suo passaggio al Padre realizza completamente questa sparizione. Le sue parole non sono sue, le sue opere non sono sue. La fede che chiunque ha in Lui porta sul Padre. In breve: di Lui non resta niente. Il Cristo è l’affermazione completa, magistrale, insuperabile del monoteismo come è espresso nel Primo Comandamento: Dio solo,Yahweh è l’Unico. Il Cristo è la via attraverso cui tutto l’essere va a Dio veramente unico. Ecco ciò che si rivela nella Pasqua. Questo spossessarsi di Cristo a vantaggio del Padre ci rivela chi è e cosa fa il Padre che “Rimette tutto nelle sue mani” di Figlio che si spossessa. La cosa ci riguarda perchè facciamo parte di questo scambio di amore tra il Padre e il Figlio.

La pietra angolare. Davanti ai nostri occhi però noi non abbiamo che Cristo. Per dire Dio (che è un nome comune, non un nome proprio) non abbiamo che un nome : Gesù (Fil 2,9-10). E’ in questa luce che si gioca tutto il mistero della fede. Filippo ha visto Gesù ma ancora non riconosce di aver visto il Padre. Non ha fatto il passaggio. Non sapendo che ha visto il Padre non lo ha realmente visto perché vedere il Padre vedendo Gesù non è automatico “riconoscerlo” è necessario per l’accesso al Padre.

La seconda lettura presenta Cristo come pietra angolare, quella “Scelta” la sola su cui si può costruire, la sola “via”. Dinanzi a questa pietra siamo messi alla prova: crediamo si o no che questo Gesù (e il popolo che è il suo corpo) è la parola di vita che Dio ci ha inviato, la parola che ci costruisce camminando verso il Padre? Se rifiutiamo questa fede non riteniamoci indenni; il Cristo diviene per noi la pietra di inciampo. Questo rifiutare Cristo è rifiutare il Padre, dunque la vita.

Allora che fare? Alcuni restano insoddisfatti perché la lettura della Scrittura non finisce in che cosa dobbiamo fare, in una morale. E’ la vecchia tentazione del moralismo. La Scrittura è prima di tutto luce (rivelazione) di ciò che è Dio e siamo noi. La morale, certamente. Ma andare con fiducia verso la parola che ci libera. Pacificarci nella fede e andare verso il Signore Gesù.

Gesù è la sorgente di acqua viva che scaturisce dal Padre e ritorna la Padre, a noi resta di lasciarci trasportare da questo fiume di grazia che è Gesù sicuri di arrivare al porto della vita da cui siamo partiti: il Padre stesso.

Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.lamiavocazione.it

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 14 maggio 2017 anche qui.

V Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 14, 1-12
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.

Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 14 – 20 Maggio 2017
  • Tempo di PasquaV, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

Read more

Local News