โChi ha visto me, ha visto il Padreโ
Nellโultimo pasto consumato con i suoi discepoli prima della cattura che lo avrebbe consegnato alla morte, Gesรน ha consegnato le sue parole come un testamento, come manifestazione delle sue ultime volontร . Il quarto vangelo ci dร la testimonianza di come le parole di Gesรน sono state meditate e approfondite, in una crescita di sovraconoscenza (epรญgnosis) del mistero del suo esodo da questo mondo al Padre. Ecco dunque, nella cena i cui Gesรน lascia ai suoi โil comandamento nuovoโ, ultimo e definitivo (cf. Gv 13,34; 15,12), le domande di tre suoi discepoli e le risposte di Gesรน. Nel brano liturgico odierno ci mettiamo in ascolto di alcune parole di Gesรน e delle obiezioni a lui rivolte da Tommaso e Filippo.
Avendo Gesรน annunciato il tradimento da parte di uno dei Dodici (cf. Gv 13,21-30) e la sua partenza ormai prossima (cf. Gv 13,33), i discepoli sono invasi da paura. Gesรน non sarร piรน in mezzo a loro e con loro: sono dunque nellโincertezza e nellโaporia, sapendo che uno di loro รจ un traditore e che Pietro, โla rocciaโ (Gv 1,42), verrร meno nella sua saldezza (cf. Gv 13,38). ร davvero notte, non solo esteriormente: รจ notte nei loro cuori, รจ lโora della prova della fede, รจ la crisi della comunitร , immersa in quella solitudine angosciata e tragica in cui sembra impossibile nutrire fiducia.
Gesรน allora fa un invito autorevole: โCredete in Dio e credete anche in meโ. Per quegli uomini avere fede in Dio era unโoperazione in cui erano esercitati: erano credenti, figli di Abramo, in attesa del suo โGiornoโ, dunque queste parole di Gesรน suonano per loro come un invito a confermare il loro attaccamento, la loro adesione al Dio vivente, sapendo che solo cosรฌ non si sarebbe stati scossi nella prova (cf. Is 7,9). Ma Gesรน chiede la stessa fede anche in lui, nella sua persona. Solo nella fede si puรฒ accogliere questa richiesta โeccedenteโ, senza scandalizzarsi: davanti ai discepoli cโรจ Gesรน, totalmente uomo, anzi carne fragile (sรกrx: Gv 1,14), e chiede di mettere in lui la stessa fede che si mette in Dio! Ecco la novitร della fede cristiana rispetto alla fede dei credenti nel Dio dellโalleanza e delle benedizioni: credere in Gesรน di Nazaret come si crede in Dio. Ma questa รจ la fede della chiesa del quarto vangelo, รจ la nostra fede.
Qui Gesรน rivela che nella casa di suo Padre โ immagine da lui stesso applicata al tempio, che cessava perรฒ di essere tale in seguito alla sua venuta e alla sua purificazione (cf. Gv 2,13-17) โ ci sono molte dimore, cโรจ posto per molti. La paternitร di Dio non รจ solo paternitร verso il Figlio, Gesรน, ma anche verso i suoi discepoli, dunque la casa di Dio li puรฒ accogliere, puรฒ essere casa loro come lo รจ di Gesรน: accoglienza che non richiede meriti, ma accoglienza gratuita, paterna, che accoglie tutti i figli con lo stesso amore. Gesรน se ne va, lascia visibilmente i suoi discepoli, ma, โpassato da questo mondo al Padreโ (cf. Gv 13,1), prepara presso di lui i posti, aprendo la via di accesso allโintimitร filiale con Dio.
Queste parole devono risuonare come una promessa per i discepoli che restano nel mondo. Basta che credano in Gesรน, e vedranno la loro attesa e la loro speranza fondate, perchรฉ Gesรน verrร di nuovo, per prenderli con sรฉ, in modo che dovโรจ lui siano anche i suoi. Colui che era chiamato โImmanuel, Dio-con-noi (Is 7,14; Mt 1,23), nel quarto vangelo รจ colui che viene a prenderci con sรฉ, per vivere unโintimitร , unโamicizia, unโinabitazione reciproca senza fine. Questa coabitazione di Gesรน e dei discepoli, proprio attraverso lโesaltazione, la glorificazione di Gesรน nella sua Pasqua, nel suo esodo, sarร piรน intensa di quella vissuta fino ad allora. Cosรฌ Gesรน chiede di non essere preda della paura, ma di entrare in una nuova modalitร di comunione con lui. Sarร una coabitazione alla quale si accede attraverso un cammino che i discepoli conoscono: la via percorsa da Gesรน, quella dellโamore vissuto fino alla fine, fino allโestremo. Proprio lโesodo di Gesรน da questo mondo era stato dscritto come amore fino alla fine (cf. Gv 13,1): vivere concretamente lโamore, spendendo la vita e deponendola per gi altri, รจ il cammino tracciato da Gesรน per andare al Padre.
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Ma ecco che Tommaso, il discepolo โgemelloโ (Dรญdymos: 11,16; 20,24; 21,2) di ciascuno di noi, rivolge a Gesรน unโobiezione: โSignore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere il cammino?โ. Proprio lui, che con entusiasmo si era dichiarato disposto a morire con Gesรน (cf. Gv 11,16), mostra in realtร di non sapere ciรฒ che aveva detto. Per Tommaso, come per noi, non รจ certamente facile comprendere che la morte stessa, se รจ atto dโamore, azione del non conservare egoisticamente la vita ma di donarla per amore degli altri, รจ la strada, il cammino per vivere con Gesรน in Dio. Gesรน allora non risponde direttamente alla sua domanda (โDove vai?โ), ma dice: โIo sono il cammino, la veritร e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di meโ.
Parole densissime e inaudite sulla bocca di un uomo! Gesรน ricorre alla metafora del cammino per dire: โIo stesso sono la strada da percorrere per andare verso il Padre; io stesso sono la veritร come conoscenza del Padre; io stesso sono la vita eterna, la vita per sempre come dono del Padreโ. E non ci sfuggano le parole: โNessuno viene al Padre se non per mezzo di meโ. Dopo la rivelazione di Gesรน, che ci ha raccontato (exeghรฉsato: Gv 1,18) il Dio invisibile, che nessuno ha mai visto nรฉ puรฒ vedere, non si puรฒ credere, aderire a Dio se non attraverso di lui, โimmagineโ unica e vera โdel Dio invisibileโ (Col 1,15).
E qui sorge una domanda: noi cristiani prendiamo sul serio queste parole? Oppure le ripetiamo senza la consapevolezza necessaria? Ormai non si puรฒ avere una conoscenza di Dio se non si conosce Gesรน Cristo, non si puรฒ credere nel Dio vivente senza credere in Gesรน Cristo, non si puรฒ avere comunione con Dio se non si ha comunione con Gesรน Cristo. A volte mi chiedo se noi cristiani, eredi del mondo greco, non finiamo per professare un teismo con una patina cristiana. Dobbiamo avere il coraggio di dire che per noi cristiani Dio รจ una parola insufficiente. Scriveva significativamente giร Giustino, un padre della chiesa del II secolo: โLa parola โDioโ non รจ un nome, ma unโapprossimazione naturale allโuomo per descrivere ciรฒ che non รจ esprimibileโ (II Apologia 6,3). Ebbene, ciรฒ che รจ decisivo per la fede cristiana non sta in Dio quale premessa, ma si rivela quale meta di un percorso compiuto dietro a Gesรน Cristo e con lui, non caso definito dallโautore della Lettera agli Ebrei โlโiniziatore della nostra fedeโ (Eb 12,2). Non si puรฒ dunque andare a Dio e poi conoscere Gesรน Cristo, ma il cammino รจ esattamente lโinverso: si va al Padre attraverso Gesรน che gli dร un volto, che ce lo spiega e ce lo rivela.
Comprendiamo allora le parole successive: โSe avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete vistoโ. Che cosโรจ la vita eterna? ร la conoscenza del Padre, unico e vero Dio, e di colui che egli ha inviato, Gesรน Cristo (cf. Gv 17,3), una conoscenza progressiva, amorosa, penetrativa, non una conoscenza intellettuale. Essa avviene attraverso la relazione, lโascolto, lโintimitร , la coabitazione, lโamore vissuto. Conoscere Gesรน significa entrare nella sua comunione attraverso lโamore vissuto, lโamore del โcomandamento nuovoโ: come Gesรน ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Ma ecco la seconda obiezione, quella di Filippo: โSignore, mostraci il Padre, e ci bastaโ. Anche Filippo che, invitato a seguire Gesรน, lo aveva fatto confessandolo come colui che era stato preannunciato da Mosรจ e dai profeti (cf. Gv 1,43-45), non ha compreso la vera identitร di Gesรน. Vede in Gesรน โlโInviato di Dioโ, โil Veniente nel Nome del Signoreโ, ma ancora non sa che Gesรน รจ il racconto, la narrazione del Padre. Filippo รจ un uomo di grande fede: come Mosรจ, chiede di vedere il volto di Dio (cf. Es 33,18), e aggiunge che ciรฒ sarebbe per lui sufficiente. Egli non cerca altro se non di vedere quel volto che tutti i credenti dellโantica alleanza avevano desiderato di scorgere o vedere. Vedere il volto di Dio รจ lโanelito del salmista (โQuando verrรฒ a contemplare il volto di Dio?โ: Salย 42,3), รจ il desiderio di ogni cercatore di Dio e di tutti i credentiโฆ
Filippo confessa questo desiderio, ma Gesรน gli risponde: โDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: โMostraci il Padreโ? Non credi che io sono nel Padre e il Padre รจ in me?โ. Ecco il culmine della rivelazione, che in veritร รจ il compimento della promessa fatta da Gesรน a Natanaele, presentato a Gesรน proprio da Filippo: โVedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dellโuomoโ (Gv 1,51). Ecco la rivelazione ultima: chi vede Gesรน, lโuomo Gesรน,
in realtร vede il Padre,
perchรฉ Gesรน รจ lโimmagine, il volto visibile di Dio, la gloria stessa di Dio. Lโuomo Gesรน รจ il Figlio di Dio; lโuomo Gesรน glorificato nella resurrezione รจ Dio stesso, come confessa Tommaso: โMio Signore e mio Dioโ (Gv 20,28). Dio lo si incontra in Gesรน uomo: nella sua umanitร si puรฒ vedere Dio, guardando lโagire di Gesรน e ascoltando le sue parole si puรฒ incontrare Dio. Questo รจ lo specifico, la singolaritร della fede cristiana: scandalo per ogni via religiosa, follia per ogni saggezza umana (cf. 1Cor 1,22-23)!
p. Enzo Bianchi
Fonte: Monastero di Bose
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V Domenica del Tempo di Pasqua
- Colore liturgico: Bianco
- At 6, 1-7; Sal.32; 1 Pt 2, 4-9; Gv 14, 1-12
Gv 14, 1-12
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซNon sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarรฒ andato e vi avrรฒ preparato un posto, verrรฒ di nuovo e vi prenderรฒ con me, perchรฉ dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la viaยป.
Gli disse Tommaso: ยซSignore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?ยป. Gli disse Gesรน: ยซIo sono la via, la veritร e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete vedutoยป.
Gli disse Filippo: ยซSignore, mostraci il Padre e ci bastaยป. Gli rispose Gesรน: ยซDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre รจ in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre รจ in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In veritร , in veritร io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirร le opere che io compio e ne compirร di piรน grandi di queste, perchรฉ io vado al Padreยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 14 – 20 Maggio 2017
- Tempo di PasquaV, Colore – Bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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