Commento al Vangelo di domenica 14 maggio 2017 – Enzo Bianchi

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โ€œChi ha visto me, ha visto il Padreโ€

Nellโ€™ultimo pasto consumato con i suoi discepoli prima della cattura che lo avrebbe consegnato alla morte, Gesรน ha consegnato le sue parole come un testamento, come manifestazione delle sue ultime volontร . Il quarto vangelo ci dร  la testimonianza di come le parole di Gesรน sono state meditate e approfondite, in una crescita di sovraconoscenza (epรญgnosis) del mistero del suo esodo da questo mondo al Padre. Ecco dunque, nella cena i cui Gesรน lascia ai suoi โ€œil comandamento nuovoโ€, ultimo e definitivo (cf. Gv 13,34; 15,12), le domande di tre suoi discepoli e le risposte di Gesรน. Nel brano liturgico odierno ci mettiamo in ascolto di alcune parole di Gesรน e delle obiezioni a lui rivolte da Tommaso e Filippo.

Avendo Gesรน annunciato il tradimento da parte di uno dei Dodici (cf. Gv 13,21-30) e la sua partenza ormai prossima (cf. Gv 13,33), i discepoli sono invasi da paura. Gesรน non sarร  piรน in mezzo a loro e con loro: sono dunque nellโ€™incertezza e nellโ€™aporia, sapendo che uno di loro รจ un traditore e che Pietro, โ€œla rocciaโ€ (Gv 1,42), verrร  meno nella sua saldezza (cf. Gv 13,38). รˆ davvero notte, non solo esteriormente: รจ notte nei loro cuori, รจ lโ€™ora della prova della fede, รจ la crisi della comunitร , immersa in quella solitudine angosciata e tragica in cui sembra impossibile nutrire fiducia.

Gesรน allora fa un invito autorevole: โ€œCredete in Dio e credete anche in meโ€. Per quegli uomini avere fede in Dio era unโ€™operazione in cui erano esercitati: erano credenti, figli di Abramo, in attesa del suo โ€œGiornoโ€, dunque queste parole di Gesรน suonano per loro come un invito a confermare il loro attaccamento, la loro adesione al Dio vivente, sapendo che solo cosรฌ non si sarebbe stati scossi nella prova (cf. Is 7,9). Ma Gesรน chiede la stessa fede anche in lui, nella sua persona. Solo nella fede si puรฒ accogliere questa richiesta โ€œeccedenteโ€, senza scandalizzarsi: davanti ai discepoli cโ€™รจ Gesรน, totalmente uomo, anzi carne fragile (sรกrx: Gv 1,14), e chiede di mettere in lui la stessa fede che si mette in Dio! Ecco la novitร  della fede cristiana rispetto alla fede dei credenti nel Dio dellโ€™alleanza e delle benedizioni: credere in Gesรน di Nazaret come si crede in Dio. Ma questa รจ la fede della chiesa del quarto vangelo, รจ la nostra fede.

Qui Gesรน rivela che nella casa di suo Padre โ€“ immagine da lui stesso applicata al tempio, che cessava perรฒ di essere tale in seguito alla sua venuta e alla sua purificazione (cf. Gv 2,13-17) โ€“ ci sono molte dimore, cโ€™รจ posto per molti. La paternitร  di Dio non รจ solo paternitร  verso il Figlio, Gesรน, ma anche verso i suoi discepoli, dunque la casa di Dio li puรฒ accogliere, puรฒ essere casa loro come lo รจ di Gesรน: accoglienza che non richiede meriti, ma accoglienza gratuita, paterna, che accoglie tutti i figli con lo stesso amore. Gesรน se ne va, lascia visibilmente i suoi discepoli, ma, โ€œpassato da questo mondo al Padreโ€ (cf. Gv 13,1), prepara presso di lui i posti, aprendo la via di accesso allโ€™intimitร  filiale con Dio.

Queste parole devono risuonare come una promessa per i discepoli che restano nel mondo. Basta che credano in Gesรน, e vedranno la loro attesa e la loro speranza fondate, perchรฉ Gesรน verrร  di nuovo, per prenderli con sรฉ, in modo che dovโ€™รจ lui siano anche i suoi. Colui che era chiamato โ€˜Immanuel, Dio-con-noi (Is 7,14; Mt 1,23), nel quarto vangelo รจ colui che viene a prenderci con sรฉ, per vivere unโ€™intimitร , unโ€™amicizia, unโ€™inabitazione reciproca senza fine. Questa coabitazione di Gesรน e dei discepoli, proprio attraverso lโ€™esaltazione, la glorificazione di Gesรน nella sua Pasqua, nel suo esodo, sarร  piรน intensa di quella vissuta fino ad allora. Cosรฌ Gesรน chiede di non essere preda della paura, ma di entrare in una nuova modalitร  di comunione con lui. Sarร  una coabitazione alla quale si accede attraverso un cammino che i discepoli conoscono: la via percorsa da Gesรน, quella dellโ€™amore vissuto fino alla fine, fino allโ€™estremo. Proprio lโ€™esodo di Gesรน da questo mondo era stato dscritto come amore fino alla fine (cf. Gv 13,1): vivere concretamente lโ€™amore, spendendo la vita e deponendola per gi altri, รจ il cammino tracciato da Gesรน per andare al Padre.

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Ma ecco che Tommaso, il discepolo โ€œgemelloโ€ (Dรญdymos: 11,16; 20,24; 21,2) di ciascuno di noi, rivolge a Gesรน unโ€™obiezione: โ€œSignore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere il cammino?โ€. Proprio lui, che con entusiasmo si era dichiarato disposto a morire con Gesรน (cf. Gv 11,16), mostra in realtร  di non sapere ciรฒ che aveva detto. Per Tommaso, come per noi, non รจ certamente facile comprendere che la morte stessa, se รจ atto dโ€™amore, azione del non conservare egoisticamente la vita ma di donarla per amore degli altri, รจ la strada, il cammino per vivere con Gesรน in Dio. Gesรน allora non risponde direttamente alla sua domanda (โ€œDove vai?โ€), ma dice: โ€œIo sono il cammino, la veritร  e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di meโ€.

Parole densissime e inaudite sulla bocca di un uomo! Gesรน ricorre alla metafora del cammino per dire: โ€œIo stesso sono la strada da percorrere per andare verso il Padre; io stesso sono la veritร  come conoscenza del Padre; io stesso sono la vita eterna, la vita per sempre come dono del Padreโ€. E non ci sfuggano le parole: โ€œNessuno viene al Padre se non per mezzo di meโ€. Dopo la rivelazione di Gesรน, che ci ha raccontato (exeghรฉsato: Gv 1,18) il Dio invisibile, che nessuno ha mai visto nรฉ puรฒ vedere, non si puรฒ credere, aderire a Dio se non attraverso di lui, โ€œimmagineโ€ unica e vera โ€œdel Dio invisibileโ€ (Col 1,15).

E qui sorge una domanda: noi cristiani prendiamo sul serio queste parole? Oppure le ripetiamo senza la consapevolezza necessaria? Ormai non si puรฒ avere una conoscenza di Dio se non si conosce Gesรน Cristo, non si puรฒ credere nel Dio vivente senza credere in Gesรน Cristo, non si puรฒ avere comunione con Dio se non si ha comunione con Gesรน Cristo. A volte mi chiedo se noi cristiani, eredi del mondo greco, non finiamo per professare un teismo con una patina cristiana. Dobbiamo avere il coraggio di dire che per noi cristiani Dio รจ una parola insufficiente. Scriveva significativamente giร  Giustino, un padre della chiesa del II secolo: โ€œLa parola โ€˜Dioโ€™ non รจ un nome, ma unโ€™approssimazione naturale allโ€™uomo per descrivere ciรฒ che non รจ esprimibileโ€ (II Apologia 6,3). Ebbene, ciรฒ che รจ decisivo per la fede cristiana non sta in Dio quale premessa, ma si rivela quale meta di un percorso compiuto dietro a Gesรน Cristo e con lui, non caso definito dallโ€™autore della Lettera agli Ebrei โ€œlโ€™iniziatore della nostra fedeโ€ (Eb 12,2). Non si puรฒ dunque andare a Dio e poi conoscere Gesรน Cristo, ma il cammino รจ esattamente lโ€™inverso: si va al Padre attraverso Gesรน che gli dร  un volto, che ce lo spiega e ce lo rivela.

Comprendiamo allora le parole successive: โ€œSe avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete vistoโ€. Che cosโ€™รจ la vita eterna? รˆ la conoscenza del Padre, unico e vero Dio, e di colui che egli ha inviato, Gesรน Cristo (cf. Gv 17,3), una conoscenza progressiva, amorosa, penetrativa, non una conoscenza intellettuale. Essa avviene attraverso la relazione, lโ€™ascolto, lโ€™intimitร , la coabitazione, lโ€™amore vissuto. Conoscere Gesรน significa entrare nella sua comunione attraverso lโ€™amore vissuto, lโ€™amore del โ€œcomandamento nuovoโ€: come Gesรน ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.

Ma ecco la seconda obiezione, quella di Filippo: โ€œSignore, mostraci il Padre, e ci bastaโ€. Anche Filippo che, invitato a seguire Gesรน, lo aveva fatto confessandolo come colui che era stato preannunciato da Mosรจ e dai profeti (cf. Gv 1,43-45), non ha compreso la vera identitร  di Gesรน. Vede in Gesรน โ€œlโ€™Inviato di Dioโ€, โ€œil Veniente nel Nome del Signoreโ€, ma ancora non sa che Gesรน รจ il racconto, la narrazione del Padre. Filippo รจ un uomo di grande fede: come Mosรจ, chiede di vedere il volto di Dio (cf. Es 33,18), e aggiunge che ciรฒ sarebbe per lui sufficiente. Egli non cerca altro se non di vedere quel volto che tutti i credenti dellโ€™antica alleanza avevano desiderato di scorgere o vedere. Vedere il volto di Dio รจ lโ€™anelito del salmista (โ€œQuando verrรฒ a contemplare il volto di Dio?โ€: Salย  42,3), รจ il desiderio di ogni cercatore di Dio e di tutti i credentiโ€ฆ

Filippo confessa questo desiderio, ma Gesรน gli risponde: โ€œDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: โ€˜Mostraci il Padreโ€™? Non credi che io sono nel Padre e il Padre รจ in me?โ€. Ecco il culmine della rivelazione, che in veritร  รจ il compimento della promessa fatta da Gesรน a Natanaele, presentato a Gesรน proprio da Filippo: โ€œVedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dellโ€™uomoโ€ (Gv 1,51). Ecco la rivelazione ultima: chi vede Gesรน, lโ€™uomo Gesรน,

in realtร  vede il Padre,

perchรฉ Gesรน รจ lโ€™immagine, il volto visibile di Dio, la gloria stessa di Dio. Lโ€™uomo Gesรน รจ il Figlio di Dio; lโ€™uomo Gesรน glorificato nella resurrezione รจ Dio stesso, come confessa Tommaso: โ€œMio Signore e mio Dioโ€ (Gv 20,28). Dio lo si incontra in Gesรน uomo: nella sua umanitร  si puรฒ vedere Dio, guardando lโ€™agire di Gesรน e ascoltando le sue parole si puรฒ incontrare Dio. Questo รจ lo specifico, la singolaritร  della fede cristiana: scandalo per ogni via religiosa, follia per ogni saggezza umana (cf. 1Cor 1,22-23)!

p. Enzo Bianchi

Fonte: Monastero di Bose

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 14 maggio 2017 anche qui.

V Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 14, 1-12
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซNon sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarรฒ andato e vi avrรฒ preparato un posto, verrรฒ di nuovo e vi prenderรฒ con me, perchรฉ dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la viaยป.

Gli disse Tommaso: ยซSignore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?ยป. Gli disse Gesรน: ยซIo sono la via, la veritร  e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete vedutoยป.

Gli disse Filippo: ยซSignore, mostraci il Padre e ci bastaยป. Gli rispose Gesรน: ยซDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre รจ in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.

Credete a me: io sono nel Padre e il Padre รจ in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In veritร , in veritร  io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirร  le opere che io compio e ne compirร  di piรน grandi di queste, perchรฉ io vado al Padreยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 14 – 20 Maggio 2017
  • Tempo di PasquaV, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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