Gesรน, “messia al contrario”
XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: bianco
- Is 50, 5-9; Sal 114; Gc 2, 14-18; Mc 8, 27-35.
Mc 8, 27-35
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesรน partรฌ con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarรจa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: ยซLa gente, chi dice che io sia?ยป. Ed essi gli risposero: ยซGiovanni il Battista; altri dicono Elรฌa e altri uno dei profetiยป.
Ed egli domandava loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Pietro gli rispose: ยซTu sei il Cristoยป. E ordinรฒ loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciรฒ a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverรฒ Pietro e disse: ยซVa’ dietro a me, Satana! Perchรฉ tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiยป.
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: ยซSe qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchรฉ chi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverร ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 13 – 19 Settembre 2015
- Tempo Ordinario XXIV, Colore verde
- Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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ร facilissimo dare a Gesรน unโidentitร secondo i nostri desideri ed รจ anche facile giungere a dire chi lui รจ, ma รจ molto piรน difficile accettare che sia lui a spiegare e a dire la propria identitร . Il brano evangelico di questa domenica vuole proprio interrogarci sulla nostra fede-adesione conoscitiva a Gesรน. Ascoltiamolo dunque.
[ads2]Gesรน nel suo ministero, con la sua parola autorevole, con il suo comportamento e con le azioni di liberazione dal male che compiva, destava domande sulla sua identitร : โChe รจ mai questo?โ (Mc 1,27); โChi รจ mai costui?โ (Mc 4,41); โDa dove gli vengono queste cose? E che tipo di sapienza รจ quella che gli รจ stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non รจ costui il falegname, il figlio di Maria?โ (Mc 6,2-3). Vi erano giudizi su di lui: veniva definito bestemmiatore (cf. Mc 2,7), โpazzo, fuori di sรฉโ (Mc 3,21), posseduto dal demonio (cf. Mc 3,22). Vi erano, infine, anche urla di demoni che, scacciati da Gesรน, gli gridavano: โTu sei il Santo di Dioโ (Mc 1,24), โil Figlio del Dio Altissimoโ (Mc 5,7).
Sono dunque i demoni che sanno esprimere la vera identitร di Gesรน, con la loro conoscenza sovrumana, mentre gli uomini non sanno o sanno poco. Al massimo arrivano a pensare che sia un profeta mandato da Dio (cf. Mc 6,15), perchรฉ compie i segni di Elia e di Eliseo, perchรฉ parla come gli antichi profeti, con la loro franchezza e autorevolezza, dovuta al fatto che dice quello che pensa e che vive, senza ipocrisie e senza vantare autoritร acquisite per qualitร sacerdotale o professionale. Queste si acquisivano per appartenenza a una discendenza o per aver frequentato una scuola rabbinica, come quelle di Gerusalemme o di Tiberiade. Ma Gesรน non puรฒ vantare nulla di tutto ciรฒ: dunque, chi รจ in veritร ?
Egli approfitta di un viaggio insieme alla sua comunitร fuori della terra santa, in una regione sirofenicia e pagana, alle pendici dellโHermon, presso le sorgenti del Giordano, per chiedere ai discepoli la loro opinione su di lui. ร Gesรน stesso a interrogarli, nei dintorni di Cesarea di Filippo (la cittร che porta il nome di Cesare, il potente dominatore di questo mondo!), innanzitutto chiedendo che cosa la gente dice di lui. Essi lo sanno, perchรฉ quanti non osavano avvicinare Gesรน potevano parlare con loro, manifestando opinioni sul loro rabbi. I discepoli, in risposta, riferiscono a Gesรน lโopinione piรน diffusa: la gente pensa che egli sia un uomo autorevole, un profeta, cosรฌ simile al Battista suo maestro ucciso da Erode (cf. Mc 6,17-29), al punto da pensare che questโultimo fosse risuscitato dai morti (cr. Mc 6,16); oppure lo paragonano a Elia, il profeta degli ultimi tempi. In ogni caso, รจ percepito come un profeta.
Gesรน perรฒ non si ferma a questa prima domanda, e pone loro quella seria e decisiva: โE voi, ciascuno di voi, chi dite che io sia?โ. Questa domanda esige che i discepoli si chiedano se anche loro seguono lโopinione comune, ciรฒ che quasi tutti pensano, oppure se hanno un proprio pensiero. Certamente tra i discepoli gli stessi Dodici non la pensavano tutti allo stesso modo. Per Marco รจ perรฒ importante la dichiarazione di Pietro, colui che tra i Dodici teneva il primo posto. ร lui โ e non a nome di tutti, o come portavoce, ma personalmente โ a proclamare: โTu sei il Cristo, il Messia!โ. Pietro dice che Gesรน รจ piรน di un profeta, รจ lโinviato di Dio, unto dal Signore per stabilire il regno di Dio. Quella di Pietro รจ una vera confessione di fede, nella sua espressione teologica, perchรฉ Gesรน รจ veramente il Cristo, il Messia (come appare fin dal primo versetto del vangelo secondo Marco), e questo sarร il suo titolo piรน importante per i giudei, per Israele. E tuttavia lโevangelista non mette in bocca a Gesรน parole che confermino tale confessione, che dicano un โamenโ un โsรฌโ a Pietro (come invece in Mt 16,17-19). Nel vangelo piรน antico questa confessione รจ accolta da Gesรน nel silenzio e con lโimposizione del silenzio, perchรฉ era vera, ma poteva essere insufficiente, dunque doveva essere messa alla prova.
Ed รจ ciรฒ che puntualmente avviene subito dopo. Non appena Pietro ha confessato la sua fede di giudeo credente, in attesa del compimento della promessa di Dio, ecco che Gesรน puรฒ iniziare un insegnamento nuovo rispetto a quello della tradizione. Per questo โincominciรฒโ (รฉrxato) a dire che egli, Messia sรฌ, ma โ come amava definirsi โ Figlio dellโuomo, โdoveva soffrire molte cose, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgereโ. Ecco lโinsegnamento nuovo e scandaloso, ma fatto apertamente da Gesรน. E allora Pietro che, insieme agli altri Undici, stava dietro a lui (opรญso autoรป), secondo lโusanza dei discepoli nei confronti del loro rabbi, accelera il passo, gli si pone davanti, lo precede e lo rimprovera. Per Pietro รจ impossibile un Messia che non trionfi, che non sia vittorioso sui nemici, un Messia rigettato dalle autoritร legittime della comunitร dei credenti di Israele, un Messia che subisca una morte violenta. E poi, cosa significa questo rialzarsi il terzo giorno?
Gesรน allora puรฒ solo rispondergli: โPassa dietro a me (opรญso mou), alla mia sequela, al tuo posto di discepoloโ, e lo definisce โSatanaโ, cioรจ oppositore, avversario: a Pietro viene dato il nome del demonio! ร facile dire a Gesรน che egli รจ il Cristo, il Messia, ma รจ impossibile accettare un โMessia al contrarioโ, un Messia sofferente sconfitto; si tratta davvero di un insegnamento nuovo, e Pietro non รจ pronto ad accoglierloโฆ Mosรจ era morto โsulla bocca di Dioโ (Dt 34,5), Elia era stato da Dio assunto in cielo (cf. 2Re 2,1-18), e invece proprio il Messia deve subire violenza, condanna, rifiuto? Non puรฒ essere, pensa Pietroโฆ E invece รจ cosรฌ โ dice Gesรน โ e in effetti cosรฌ รจ stato.
Un abisso separa il piano, la volontร di Dio dai pensieri degli umani (cf. Is 55,8-9), anche dai nostri, dai miei! In veritร รจ tanto facile acclamare Gesรน come Cristo, cantarlo e invocarlo; ma accettarne la fine ignominiosa, il fallimento della missione, รจ scandalo, inciampo, รจ quasi impossibile per le nostre attese religiose. E poi, al pensiero che dietro a un tale Messia, maestro e profeta si รจ coinvolti nella sua vicenda, allora siamo presi da paura e preferiamo non credere, non conoscere la vera identitร di Gesรน. E cosรฌ siamo cristiani non del Vangelo, ma del campanile; cristiani culturalmente, non perchรฉ seguiamo Gesรน; cristiani pii e devoti, ma lontani dallโombra della croce.
p. Enzo Bianchi
Fonte: Monastero di Bose
Ogni settimana il commento al Vangelo di p. Enzo Bianchi

