Commento al Vangelo di domenica 12 Luglio 2020 – p. Alessandro Cortesi op

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โ€œCome la pioggia scende dal cielo e non vi ritorna senza aver irrigato la terraโ€ฆ cosรฌ sarร  della parola uscita dalla mia boccaโ€ (Is 55,10) Lo scendere della pioggia, lโ€™andare del seminatore, lโ€™uscire della parola, sono tre movimenti presenti nelle letture di questa domenica.

La pioggia scende e, nellโ€™incontrarsi con la terra, suscita un processo di trasformazione . Dal suo scendere sorgono frutti, seme al seminatore e pane da mangiare. Lโ€™acqua รจ elemento essenziale della vita.

Le culture del deserto sanno bene che lโ€™acqua รจ indispensabile. Con questa immagine il profeta secondo-Isaia vuole dire qualcosa sullโ€™agire di Dio: โ€œQuanto il cielo sovrasta la terra tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieriโ€. La pioggia scende dallโ€™alto come dono di un Dio che ha pensieri oltre i nostri limitati schemi e le nostre povere parole. I pensieri di Dio sono la gratuitร  del suo amore, dono abbondante, senza limitazioni, che si diffonde ovunque ed offre possibilitร  di vita.

Eโ€™ una vita che fa germogliare semi diversi. Non annulla ciรฒ che esiste ma lo fa crescere, dร  forza perchรฉ quella vita che รจ giร  dono, ed ogni seme possa esprimere la sua carica vitale. E rimane totalmente dono. La pioggia che scende indica che la Parola di Dio รจ dono, viene prima di ogni germoglio e frutto, nรฉ รจ condizione di crescita.

Ogni opera nostra ha radici che ricevono unโ€™acqua che viene dallโ€™alto. Il โ€˜parlareโ€™ di Dio โ€“ โ€˜dabarโ€™ in ebraico โ€“ รจ un dire ma รจ anche un โ€˜fareโ€™, un agire. Quando Dio comunica la sua parola, comunica se stesso e la sua forza creatrice di vita: โ€œcosรฌ sarร  della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerร  a me senza aver operato ciรฒ che desidero e senza aver compiuto ciรฒ per cui lโ€™avevo mandataโ€.

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Eโ€™ ancora il percorso della parola al centro della pagina del vangelo, narrazione in parabola dellโ€™agire del seminatore. Prima che un messaggio sulla diversitร  dei terreni, questa parabola suggerisce una domanda sul seminatore e sul seme stesso: รจ un coltivatore che getta il seme in modo abbondante, senza calcoli e senza preoccupazione di sprecare il seme. I suoi gesti indicano una ampiezza di cuore. Il seminatore esce a seminare e il seme cade ovunque. Gesรน presenta una scena quotidiana e chi lo ascolta puรฒ riconoscersi coinvolto. Non cala dallโ€™alto un insegnamento lontano la vita ma invita a leggere dentro i gesti ordinari della vita e pone di fronte ad una scelta. โ€˜voi, che ascoltate, da che parte vi ponete? Di fronte allโ€™azione del seminatore che getta la parola con tanta abbondanza che fare? Lโ€™invito รจ riconoscere questa gratuitร  e lasciarsi coinvolgere cambiando la propria esistenza, entrando in questo movimento.

La parabola รจ anche un invito alla speranza. Alla fine il raccolto sarร  abbondante nonostante tutte le difficoltร  e i fallimenti: anzi il suo esito รจ spropositato. La parola di Dio รจ efficace: noi vediamo i fallimenti, lo spreco, ma questa parabola ci parla di un Dio i cui pensieri non sono i nostri pensieri, il suo amore รจ gratuito, la sua azione ha una feconditร  inedita.

Cโ€™รจ poi anche un invito a riconoscere il nostro terreno, a saper cogliere gli ostacoli che spesso ci fanno essere incapaci di accogliere la Parola di Dio, la comunicazione della sua vita. E cosรฌ soffocarla.

La seconda lettura ci parla di speranza: tutta la creazione sta vivendo un parto. Qualcosa di nuovo sta per nascere ma lโ€™attesa e il passaggio รจ drammatico. Accogliere la parola di Dio รจ vivere in questa attesa e in questo impegno con tutta la creazione.

Fonte


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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