โIl mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli lโaveva dissodata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato viti pregiateโฆ Egli aspettรฒ che producesse uva, essa produsse invece, acini acerbi โฆ che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Ebbene la vigna del Signoreโฆ รจ la casa di Israeleโ
In una bellissimo poema Isaia evoca lโimmagine della vigna, unโimmagine centrale del Primo Testamento che parla di cura, di dedizione e di amore: โche cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?โ. Anche nel Cantico dei cantici la vigna รจ simbolo utilizzato per parlare dellโamore: la amata infatti รจ indicata come โvigna in fioreโ. La vigna diviene cosรฌ simbolo del popolo dโIsraele.
Il poema di Isaia inizia con una descrizione serena della vigna e del lavoro che il โdilettoโ vi svolge. Eโ una descrizione di pace e operositร . Parla della cura amorosa con cui la vigna รจ coltivata con attenzione a tutti i particolari. Ma nonostante la fatica della coltivazione la vigna produce solo acini acerbi. Sorge allora la delusione e il senso di fallimento: il riferimento รจ al rapporto tra il popolo di Israele e il suo Dio.
Lโautore del poema gioca con le parole per descrivere il capovolgimento delle attese: anzichรฉ attuazione del diritto (mishpat) vi รจ spargimento di sangue innocente (mispah), al posto della giustizia (sedaqah) cโรจ il grido degli oppressi (seโaqah). Isaia รจ un grande poeta: tratteggia una drammatica vicenda di infedeltร da parte del popolo dโIsraele. Lโattesa paziente di Dio che si รจ preso cura del suo popolo viene delusa.
Il tema della vigna che rappresenta Israele รจ presente anche nel libro di Osea (10,1) ed รจ ripreso da Geremia: โIo ti avevo piantato come vigna scelta, tutta di vitigni genuini; ora, come mai ti sei mutata in tralci degeneri di vigna bastarda?โ (Ger 2,21). Geremia presenta la denuncia da parte di Dio dellโinfedeltร di Israele. Ma anche presenta ancora il desiderio di Dio di racimolare un resto che sia in grado di ascoltarlo: โโRacimolate, racimolate come una vigna il resto di Israele; stendi ancora la tua mano come un vendemmiatore verso i suoi tralciโ. A chi parlerรฒ e chi scongiurerรฒ perchรฉ mi ascoltino?โ (Ger 6,9) La vigna-popolo di Israele รจ chiamata ad ascoltare la parola di Dio e la cura di Dio รจ in vista di questo ascolto. Tale vigna รจ stata devastata da cattivi pastori che hanno reso il campo prediletto un deserto isolato (Ger 12,10).
- Pubblicitร -
Anche Ezechiele usa questa immagine in un poema in cui il legno della vite viene messo a bruciare sul fuoco, simbolo dellโinutilitร dei comportamenti degli abitanti di Gerusalemme infedeli al Signore (Ez 15,1-8). Viene evocata la vigna rigogliosa sradicata e trapiantata nel deserto, con rinvio allโesperienza dellโesilio (Ez 17,1-10; 19,10-14) e il profeta richiama alla fedeltร a Jahwรจ. Egli รจ signore di tutti gli alberi: โIo sono il Signore, che umilio lโalbero alto e innalzo lโalbero basso; faccio seccare lโalbero verde e germogliare lโalbero secco. Io, il Signore, ho parlato e lo farรฒโ (Ez 17,24).
Isaia presenta una prospettiva nuova nel rapporto tra la vigna e il suo guardiano: โIo il Signore, ne sono il guardiano, a ogni istante la irrigo; per timore che la si danneggi, ne ho cura notte e giorno. Io non sono in collera. Vi fossero rovi e pruni, muoverei loro guerra, li brucerei tutti insieme. Oppure meglio, si afferri alla mia protezione, faccia la pace con me, con me faccia la pace!โ (Is 27,2-5)
La prospettiva finale รจ di pace, di riconciliazione e di speranza: un ritorno in cui sarร il Signore a raccogliere tutti i suoi figli dispersi e questi โsi prostreranno al Signore, sul monte santo, in Gerusalemmeโ (Is 27,13).
Lโimmagine della vigna รจ ripresa da Gesรน nella parabola dei vignaioli omicidi che si connota come una allegoria: nel racconto รจ presentata una vicenda di amore e cura da parte di un uomo che ha piantato e lavorato la vigna prima di darla in affitto a dei contadini andandosene lontano. Ma si attua per contro una vicenda di ingiustizia e di rifiuto. I servi mandati dal padrone per raccogliere i frutti vengono bastonati, uccisi lapidati. Traspare in questi riferimenti la denuncia dei capi del popolo di Israele, i detentori del potere religioso, che pretendono di farsi padroni della vigna e rifiutano gli inviati del padrone โ di Dio stesso โ cioรจ i suoi profeti. โDa ultimo mandรฒ loro il proprio figlio dicendo: โAvranno rispetto per mio figlio!โ. Ma i contadini,โฆ dissero tra loro: โCostui รจ lโerede. Su, uccidiamoloโ.
Eโ una parola chiara di denuncia da parte di Gesรน rivolta a coloro che stanno tramando contro di lui. La parabola si chiude con una domanda โQuando verrร dunque il padrone della vigna, che cosa farร a quei contadini?โ La vigna verrร data ad altri. Su tutto prevale una storia di fedeltร , la fedeltร del servo e del figlio. La vigna sarร data ad altri vignaioli, eppure essa rimarrร sempre quella vigna di Israele, la vigna delle promesse senza pentimento da parte di Dio.
Il centro della parabola sta nellโannuncio della fedeltร di amore di Dio: nonostante il rifiuto ripropone allโumanitร il suo dono, la salvezza. E Gesรน stesso, la pietra scartata dai costruttori, diverrร pietra fondamentale di una nuova costruzione. Sarร una costruzione in cui al centro dovranno essere gli esclusi perchรฉ Dio prende la pietra scartata e la fa pietra dโangolo. Sarร una comunitร fatta di esclusi e non di esclusione.
โHai sradicato una vite dallโEgitto, hai scacciato le genti e lโhai trapiantata. Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici ed essa ha riempito la terra. La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i cedri piรน alti. Ha esteso i suoi tralci fino al mare, arrivavano al fiume i suoi germogliโฆ Dio degli eserciti ritorna! guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi quello che la tua destra ha piantato, il figlio dellโuomo che per te hai reso forteโ (Sal 80,9-16)
Eโ Gesรน, dirร il quarto vangelo, la vite fedele che porta frutti: โIo sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perchรฉ senza di me non potete far nullaโ (Gv 15,5).
Alessandro Cortesi op
p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
