Commento al Vangelo del giorno – 24 agosto 2018 – Paolo Curtaz

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Fare memoria di un apostolo, come Bartolomeo, significa tornare alle radici della nostra fede che si fonda sulla testimonianza di chi ha visto e seguito il Nazareno.

Pensiamo che per essere discepoli autentici occorra essere delle persone straordinarie, dei santi, dei super uomini. Non รจ cosรฌ: Gesรน chiama persone semplici, a volte piene di difetti, ad essere suoi seguaci. Come Bartolomeo/Natanaele, come noi.

Studia la Scrittura, Bartolomeo, la conosce bene, la sa citare, e Filippo lo incontra sotto un fico che, nella tradizione rabbinica, รจ lโ€™albero sotto cui si medita la dolcezza della Torah. Ed รจ, tutto sommato, una persona aperta: ha come amico proprio Filippo, il cui nome tradisce ascendenti non proprio di puro giudaismo.

Ma รจ rigido, prevenuto, acido: Nazareth รจ un posto dimenticato da Dio e dagli uomini, รจ uno dei pochissimi luoghi mai citati dalla Scrittura, e ha ragione, cosa puรฒ venire di buono da un posto cosรฌ? Il Messia? Scherziamo? E Gesรน, vedendolo, lo loda: sei una persona sincera. Non dice che รจ una linguaccia, che รจ uno spara sentenze, no. Gesรน vede sempre lโ€™aspetto positivo in noi, anche quando รจ davvero difficile vederlo! E sottolineare il positivo, sempre, converte i nostri cuori, ci aiuta a crescere, a credere.

Bartolomeo, cosรฌ duro, si scioglie e professa che Gesรน รจ lโ€™atteso.

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