Commento al Vangelo del giorno – 22 novembre 2017 – Paolo Curtaz

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Queste parole dure, specifica Luca, Gesรน le dice mentre sale a Gerusalemme. Mentre sta andando a morire col volto indurito, cioรจ determinato, deciso. Non sta scherzando, รจ una cosa seria la fede, una cosa seria la sua scelta. Gesรน sta andando a morire e lo sa bene. Sa che riceverร  incomprensione e insulti, sa che รจ disposto a bere il calice pur di testimoniare lโ€™autentico volto di Dio.

Allora capiamo la durezza delle sue parole: ai discepoli che hanno capito questo percorso, a quanti, liberamente, hanno accettato di camminare insieme al Nazareno, Gesรน chiede di dare tanto, di dare di piรน, di osare, come egli sta facendo. Abbiamo ricevuto tanto, siamo chiamati a dare tanto. รˆ una parabola rivolta a chi crede, a chi ha capito, a chi si รจ convertito: il dono ricevuto รจ per essere messo a disposizione degli altri, non per nasconderlo sotto terra.

Il mondo, la Chiesa, hanno urgente bisogno di testimoni credibili, di uomini e donne che vivono in mezzo agli altri e che illuminano la propria e lโ€™altrui vita col dono della Parola. Abbiamo ricevuto tanto, amici. Doniamo altrettanto. Facciamo in modo che la nostra vita sia luogo abitato dal Dio che incontra gli uomini per salvarli. Per salvarci.

Paolo Curtaz – qui il commento nel suo blog

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

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Lc 19, 11-28
Dal Vangelo secondoย  Luca

In quel tempo, Gesรน disse una parabola, perchรฉ era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.
Disse dunque: ยซUn uomo di nobile famiglia partรฌ per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnรฒ loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornรฒ e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.
Si presentรฒ il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poichรฉ ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci cittร ”.
Poi si presentรฒ il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque cittร ”.
Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perchรฉ allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha giร  dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarร  dato; invece a chi non ha, sarร  tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”ยป.
Dette queste cose, Gesรน camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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