Commento al Vangelo del giorno – 2 maggio 2018 – Città Nuova

Nota Esegetica

Il racconto nella forma di sommario pone in risalto l’inizio e la fine della conversione di Saulo. Al centro di questa testimonianza troviamo l’espressione, molto importante per la Chiesa primitiva, che riguarda la risurrezione, ossia non la tomba vuota, ma il fatto che Gesù si sia fatto vedere come prima notizia di questo avvenimento. Paolo lo sottolineerà in 1 Cor 15,3-8 dove ripeterà: alla fine «apparve anche a me».

Commento Spirituale

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Gesù è la vite vera, quella che, a differenza della vite-casa d’Israele (Is 5,7) che ha deluso le aspettative del vignaiolo («aspettò che facesse uva, ma fece uva selvatica» – Is 5,2) non lo ha deluso, ma si è lasciata potare da lui, soprattutto nei giorni della Passione. Gesù è la vite, noi i tralci che senza di lui non possono vivere, né operare; che da lui ricevono la linfa vitale: lo Spirito Santo. I tralci sono affidati alla cura del Padre che pota quelli che già danno frutto perché ne diano ancora di più: la potatura è dunque un attestato di stima da parte del Padre! Come se dicesse: bravo! Stai facendo bene, perciò voglio aiutarti a fare ancor meglio. Nessuna potatura, però, è indolore: essa, infatti, può avvenire attraverso una malattia, un lutto, una tentazione, una difficoltà individuale o di un’intera comunità. O Maria, vigna deliziosa (Is 27,2) che ai piedi della croce hai conosciuto la potatura, prega per noi perché, al momento della nostra purificazione sappiamo riconoscere e benedire la mano amorosa del Padre il quale sa come, cosa e quando potare!

Dal Vangelo secondo Giovanni | Gv 15, 1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore.
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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