
Possiamo paragonare anche le nostre comunitร a questa vigna di cui ci parlano le Sante Scritture. Il Signore non ha mai mancato di mandare suoi servi a curarle, ma dobbiamo riconoscere che purtroppo spesso cresceva uva selvatica. Sono cresciute cioรจ lโasprezza delle nostre azioni, lโariditร del nostro cuore, lโavarizia dei nostri sentimenti, la durezza nellโaccogliere coloro che il Signore ci manda. Credo si possa applicare anche a noi il lamento del Signore sulla sua vigna che non produce frutti buoni: โChe cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?โ. Il Signore sโinterroga quasi a cercare una sua colpa per la mancanza di frutti che invece dipendono da noi. Egli che ha lavorato certamente piรน di noi, continua a chiedersi se doveva fare di piรน. Perchรฉ il Signore se lo chiede, e noi no? Forse siamo a tal punto pieni di orgoglio e di individualismo che continuiamo imperterriti a coltivare il nostro piccolo cespuglio. Non ci passa neppure per la mente il desiderio di alzare lo sguardo un poco piรน in alto; oppure siamo cosรฌ intontiti dai nostri lamenti da non sentire altro che noi stessi; e siamo, invece, attenti ad allontanare dalle orecchie e dal cuore le parole che il Signore non manca di rivolgerci. Il cuore di questa pagina evangelica รจ la storia di un amore senza confini; quella di Dio per la sua terra, per la nostra vita. Un amore grande, sconfinato, che non teme neppure lโingratitudine e la non accoglienza degli uomini, di quei vignaioli ribelli di cui parla il Vangelo, a cui egli ha affidato la terra. Nel brano evangelico cโรจ come lโaumentare di un singolare contrasto: tanto cresce lโamore tanto aumenta lโostilitร , o anche lโinverso, quanto piรน cresce la non accoglienza degli uomini, tanto piรน aumenta lโamore di Dio per loro.
Quando arriva il tempo della vendemmia, il padrone manda i suoi servi dai vignaioli per ritirare il raccolto. La reazione di questi ultimi รจ violenta; colpiscono, uccidono, lapidano quei servi. Il padrone โdi nuovoโ invia altri servi, in numero maggiore, ma la reazione รจ come la volta precedente. Sembra di rileggere, in una sintesi efficace e tragica, lโantica e sempre ricorrente storia dellโopposizione violenta (anche fuori della tradizione giudaico-cristiana) ai โserviโ di Dio, agli uomini della โparolaโ (i profeti), ai giusti e agli onesti di ogni luogo e tempo, di ogni tradizione e cultura, da parte di coloro che vogliono servire, come quei contadini โmalvagiโ, solo se stessi e il proprio tornaconto. Ma il Signore ย ed รจ qui il vero filo di speranza che sottende la storia degli uomini e la salva ย non diminuisce lโamore per gli uomini, anzi lo accresce. โAllโultimoโ, il padrone invia il suo stesso figlio, credendo che lo rispetteranno. Al contrario, la furia dei vignaioli esplode e decidono di ucciderlo per carpirne lโereditร . Lo afferrano, lo portano โfuori della vignaโ e lโuccidono. Queste parole erano forse chiare solo a Gesรน, quando furono pronunciate. Oggi le capiamo bene anche noi: descrivono alla lettera quello che accadde a Gesรน. Era nato fuori da Betlemme; muore fuori da Gerusalemme. Gesรน, molto lucidamente e coraggiosamente, denuncia lโinfedeltร e lโinaccoglienza dei servi che giungono ad uccidere lo stesso figlio del padrone.
Alla fine della parabola Gesรน chiede agli ascoltatori che cosa farร il padrone a quei suoi coloni. La risposta suona logica: li punirร , toglierร loro la vigna e lโaffiderร ad altri perchรฉ la facciano fruttificare. Dio attende frutti. ร questo il criterio in base al quale viene fatto il trasferimento della vigna. Lโammonimento travalica gli ascoltatori di Gesรน per giungere sino a noi. Il Vangelo dice di non farsi facili illusioni rivendicando un diritto di proprietร inalienabile sulla โvignaโ, che รจ e rimane di Dio. I nuovi vignaioli sono qualificati solo dai frutti, non dalla semplice appartenenza. Sono i frutti di giustizia, di pietร , di misericordia, di amore che ci rendono partecipi del popolo di Dio. Sta scritto: โOgni tralcio che in me non porta frutto, lo tagliaโ, scrive il Vangelo di Giovanni (15,2.1). E ancora: โDai loro frutti li riconoscereteโ.
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XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Is 5, 1-7; Sal.79; Fil 4, 6-9; Mt 21, 33-43
Mt 21, 33-43
Dal Vangelo secondoย Matteo
33Ascoltate unโaltra parabola: cโera un uomo che possedeva un terreno e vi piantรฒ una vigna. La circondรฒ con una siepe, vi scavรฒ una buca per il torchio e costruรฌ una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andรฒ lontano. 34Quando arrivรฒ il tempo di raccogliere i frutti, mandรฒ i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandรฒ di nuovo altri servi, piรน numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandรฒ loro il proprio figlio dicendo: โAvranno rispetto per mio figlio!โ. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: โCostui รจ lโerede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua ereditร !โ. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrร dunque il padrone della vigna, che cosa farร a quei contadini?ยป. 41Gli risposero: ยซQuei malvagi, li farร morire miseramente e darร in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempoยป. 42E Gesรน disse loro: ยซNon avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato รจ diventata la pietra dโangolo; questo รจ stato fatto dal Signore ed รจ una meraviglia ai nostri occhi? 43Perciรฒ io vi dico: a voi sarร tolto il regno di Dio e sarร dato a un popolo che ne produca i frutti.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 08 – 14 Ottobre 2017
- Tempo Ordinario XXVII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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