Il commento al Vangelo di domenica 8 marzo 2019 a cura di don Paolo Ricciardi.
โQuesti รจ il Figlio mio, lโamatoโฆ ascoltatelo!โ. Lโevento della Trasfigurazione รจ una tappa obbligata, in questo tempo quaresimale, per tutti noi. Dopo lโesperienza del deserto delle tentazioni, di domenica scorsa, siamo chiamati a salire sullโalto monte con i tre discepoli scelti da Gesรน: Pietro, Giacomo e Giovanni. Essi avranno, costante, la memoria di quella salita sul Tabor, quando nella notte, loro soli, improvvisamente, mentre Gesรน pregava, lo videro risplendente di una Luce finora sconosciuta ai loro occhi.
Gesรน si illumina di Immenso e chiama accanto a sรฉ Mosรจ ed Elia, anchโessi famosi per via del fuoco. Il primo, giร anziano, era stato attratto dal fuoco del roveto ardente e aveva da lรฌ iniziato una nuova vita in Dio. lโaltro, al termine della sua vita, viene rapito in cielo su un carro di fuoco. Mi piace pensare di vedere negli occhi di Mosรจ il roveto ardente; negli occhi di Elia il fuoco che lo porta in cielo.
Lโesperienza dei discepoli รจ molto significativa. Loro, abituati alle acque del lago, sono chiamati a salire sul monte, e Dio li rende protagonisti di qualcosa che รจ al di lร della loro portata. Vengono illuminati da una luce sfolgorante, molto di piรน di quando qualcuno apre le tende delle finestre e fa entrare il sole. Vedono accanto a Gesรน Mosรจ ed Elia e sono affascinati dalla Luce. Illuminarsi รจ proprio di chi ama. Cosรฌ scriveva il poeta romano Trilussa:
Davanti ar crocifisso dโuna Chiesa / una candela accesa se strugge da lโamore e da la fede ./ Je dร tutta la luce, tutto lโamore che possiede,/ senza abbadร se er foco la logora e la riduce a poco a poco ./ Chi nun arde non vive. / Comโรจ bella la fiamma dโun amore che consuma, / purchรฉ la fede resti sempre quella! / Io guardo e penso. / Trema la fiammella, la cera cola e lo stoppino fumaโฆ
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Comโรจ bella la fiamma dโun amore che consuma! Chi non arde non vive. Gesรน sโillumina. E ci illumina.
Pietro, che solo una settimana prima aveva professato la sua fede nel Cristo, Figlio del Dio vivente, si fa di nuovo portavoce degli altri: โรจ bello per noi essere qui! Facciamo tre capanne!โ. Ma Pietro non sa che non รจ ancora il tempo per fermarsi. Ecco allora la nube luminosa dello Spirito, la voce del Padre e lโinvito, eco del giorno del battesimo al Giordano: โQuesti รจ il mio Figlio, il prediletto: Ascoltateloโ. E poiโฆ di nuovo, tutto come prima. Niente piรน quella Luce, non cโรจ Mosรจ, non cโรจ Elia. Va via la nube, non si sente una voce. Gesรน solo con loro. Un giorno i tre avranno capito che questa era stata la piรน grande Grazia: avere Gesรน solo con loro.
Il mistero della Trasfigurazione รจ per i discepoli una preparazione al mistero della โSfigurazioneโ. Gesรน che sale il Tabor salirร un giorno, non molto lontano, il Calvario. Accanto a Lui non saranno piรน Mosรจ ed Elia, ma due ladroni. Non ci sarร piรน la Luce, ma il buio. Non piรน la Voce del Padre, ma il Suo silenzio.
Allora sarร veramente Amore consumato per il bene dellโumanitร . I discepoli avrebbero dovuto scorgere dietro la Croce la Luce dellโAmore. Ma, quando arriverร il momento del suo esodo che si compirร a Gerusalemme, della croce, non capiranno ancora. Dei tre ne rimarrร uno solo, Giovanni. Avranno tutti bisogno di una nuova Luce, di una nuova Alba, del nuovo Giorno della Resurrezione. E allora comprenderanno tutto, anche se ancora poco a poco.
E noi? A volte ci capita di vivere momenti di Taborโฆ Quando, ad esempio, sperimentiamo un tempo di deserto, di preghiera, di ritiro. Ci capita, sรฌ, di stare sul monte, di contemplare la Luce, di ascoltare la Voce. E diciamo โ o pensiamo โ: โรจ bello essere quiโ.
Ma il piรน delle volte siamo chiamati a scendere dal monte, ad essere a terra, a scontrarci con le difficoltร e il buio della vita di ogni giorno. Un buio fuori e spesso dentro di noi.
Ed รจ lรฌ che siamo chiamati al salto nella fede: vedere il Trasfigurato nello Sfigurato, ossia trasfigurare la nostra realtร , osservare bene, con gli occhi di Dio, la Luce che cโรจ sempre. Forse nascosta, offuscata, ma cโรจ. Anche nel dolore piรน assurdo e impensato. E questa Luce ha un nome: la Sua Parola. Ascoltatelo!
Lโascolto ci invita a fare luce, a illuminarci. Lโascolto ci invita a scendere dal Monte per servire lโuomo sulla terra. Pietro non deve rimanere lรฌ, anche se รจ bello. Deve scendere e mettersi al servizio. E noi con lui.
Qui e ora quella Luce non la vediamo, ma la possiamo intra-vedere, vedere dentro la nostra realtร .
Io lโho intra-vista negli occhi di tanti malati, anche gravi, ma forti nella fede. La intra-vedo in tante persone impegnate per il bene degli altri, senza voler ottenere nulla in cambio. La intra-vedo nelle comunitร dove si respira la bellezza di credere in Gesรน.
La intra-vedo ogni volta che, pur nelle nostre mani di peccatori, il Signore sceglie di essere preso da noi nel Pane dellโEucarestia. La intra-vedo quando il buio del peccato fugge davanti al Sole della Grazia.
La intra-vedo ora, e so che un giorno vedrรฒ Dio in tutta la Sua Luce, in tutto il Suo Amore, quando avremo definitivamente la nostra cittadinanza nei cieli, e i nostri miseri corpi saranno trasfigurati per conformarsi al suo corpo glorioso e diremo: รจ bello essere qui. E Lui ci dirร : saremo qui per sempre.
don Paolo Ricciardi
Nato a Roma il 14 marzo 1968
Licenza in Teologia Biblica alla Gregoriana
Parroco nella Parrocchia di S. Silvia
