Commento al Vangelo del 7 maggio 2017 – Sant’Agostino

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Il buon Pastore

“Entrerร  ed uscirร  e troverร  pascolo”. Si entra quando ci si raccoglie a pensare, si esce quando ci si mette a fare qualcosa. E poichรฉ per mezzo della fede Cristo abita nei nostri cuori, entrare attraverso Cristo significa pensare alla luce della fede, uscire attraverso Cristo significa agire davanti agli uomini guidati dalla fede.

  1. L’illuminazione del cieco nato offrรฌ al Signore l’occasione di questo discorso ai Giudei. Pertanto la vostra Caritร  sappia e tenga presente che la lettura di oggi รจ strettamente legata a quel fatto. Quando il Signore disse: Io sono venuto in questo mondo per fare un giudizio: perchรฉ vedano quelli che non vedono e quelli che vedono diventino ciechi (Gv 9, 39), – parole che a suo tempo, quando sono state lette, abbiamo cercato di spiegarvi – alcuni farisei dissero: Forse che siamo ciechi anche noi? Ad essi Gesรน rispose: Se foste ciechi non avreste peccato; ma dal momento che dite: Ci vediamo, il vostro peccato rimane (Gv 9, 40-41). A queste parole fece seguire quelle che abbiamo sentito leggere oggi.
  2. Inveritร , in veritร  vi dico: chi non entra nell’ovile delle pecore per la porta, ma vi sale da qualche altra parte, questi รจ un ladro e un predone (Gv 10, 1). Essi dissero che non erano ciechi; ma, per vedere, avrebbero dovuto essere pecore di Cristo. E come pretendevano di avere la luce, essi che si accanivano tanto contro il giorno? Fu appunto in risposta alla loro vana, superba e inguaribile arroganza che il Signore pronunciรฒ parole, che sono per noi, se ben le consideriamo, un salutare ammonimento. Infatti ci sono molti che, secondo un certo ideale di vita, passano per uomini dabbene e onesti, per donne virtuose e irreprensibili; sono osservanti di tutto ciรฒ che la legge prescrive: rispettano i genitori, non sono adulteri, non uccidono, non rubano, non testimoniano il falso contro nessuno, e sembra che osservino tutti gli altri precetti: tuttavia non sono cristiani; essi spesso arrivano a vantarsi come i farisei: Siamo forse ciechi anche noi? Siccome perรฒ tutte queste cose non hanno valore, dal momento che essi le compiono senza riferimento al fine ultimo, nella lettura di oggi il Signore presenta una parabola che si riferisce al gregge e alla porta per cui si entra nell’ovile. Hanno dunque un bel dire i pagani: Noi viviamo onestamente; se non entrano per la porta che giova loro ciรฒ di cui si gloriano? Il vivere onesto deve garantire la possibilitร  di vivere sempre; ma se non serve a vivere sempre, a che serve? Nรฉ si puรฒ dire che vivono onestamente coloro che per cecitร  ignorano o per orgoglio disprezzano il fine del vivere onesto. E nessuno puรฒ avere speranza vera e certa di vivere eternamente, se non riconosce la vita che รจ Cristo, e non entra per la porta nell’ovile.

[I pagani non entrano per la porta.]

  1. Per lo piรน questi uomini cercano di convincere anche gli altri a condurre una vita onesta, ma senza essere cristiani. Essi vogliono per altra via entrare nell’ovile, vogliono rapire e uccidere, non, come fa il pastore, custodire e salvare. Ci sono stati filosofi che hanno fatto lunghe e sottili disquisizioni sulle virtรน e sui vizi, analizzando, definendo, ragionando e traendo acutissime conclusioni; che hanno riempito dei libri e hanno proclamato con parole altisonanti la loro sapienza. Essi sono arrivati anche a dire agli uomini: Se volete avere una vita beata, seguiteci, aderite alla nostra setta. Ma essi non erano entrati per la porta: volevano devastare, scannare e uccidere.

[E nemmeno gli eretici.]

  1. Che dire di costoro? Sรฌ, anche i farisei leggevano le Scritture, e, leggendole, facevano risuonare il nome di Cristo; attendevano la sua venuta, e, una volta venuto e presente, non lo riconoscevano; si vantavano di essere dei veggenti, dei sapienti, e negavano il Cristo rifiutandosi di entrare per la porta. Se talvolta riuscivano a convincere qualcuno, non era certamente per salvarlo, ma per scannarlo e ucciderlo. Lasciamo da parte costoro e vediamo se almeno quelli che si gloriano del nome di Cristo, entrano davvero per la porta.
  2. Sono innumerevoli coloro che non solo si vantano di essere veggenti, ma vogliono altresรฌ essere considerati illuminati da Cristo: e sono invece degli eretici. Sono forse entrati per la porta costoro? Niente affatto. Sabellio dice: Il Figlio รจ lo stesso che il Padre. E invece se รจ Figlio non รจ Padre. Non entra per la porta chi chiama Padre il Figlio. Ario dice che una cosa รจ il Padre e altra cosa รจ il Figlio. Direbbe bene se dicesse che รจ “altro”, ma non “altra cosa”. Dicendo che รจ “altra cosa”, va contro l’affermazione di Cristo: Io e il Padre siamo una cosa sola (Gv 10, 30). Quindi neppure Ario entra per la porta, perchรฉ predica un Cristo che si รจ creato lui, non quale lo annuncia la Veritร . Tu salvi il nome, non la realtร . Al nome di Cristo corrisponde una realtร  ben precisa; tieni conto della realtร , se vuoi che il nome ti giovi. Un altro, che non so donde venga, Fotino, dice che Cristo รจ solo uomo, non Dio. Nemmeno lui entra per la porta, perchรฉ Cristo รจ Dio e uomo. A che scopo dilungarci elencando le molte vuote affermazioni eretiche? Tenete per certo che l’ovile di Cristo รจ la Chiesa cattolica. Chiunque vuole entrare nell’ovile, entri per la porta e riconosca colui che รจ il vero Cristo. E non solo riconosca colui che รจ il vero Cristo, ma cerchi la gloria di Cristo, non la propria; molti, infatti, cercano la propria gloria, e invece di raccogliere le pecore di Cristo, le hanno disperse. Cristo nostro Signore รจ una porta bassa: รจ necessario che chi entra per questa porta si abbassi, se vuole entrare con la testa sana. Chi invece di abbassarsi si innalza, vuole entrare per il muro; e chi sale attraverso il muro, sale per precipitare giรน.
  3. Il Signore tuttavia continua a parlare in maniera oscura, e non viene capito; parla di porta, di ovile, di pecore; richiama l’attenzione su queste immagini che ancora non spiega. Seguitiamo a leggere, perchรฉ egli arriverร  a darci qualche spiegazione, e questa ci permetterร  di capire anche quanto non ci avrร  spiegato. Con le cose chiare ci nutre, con le oscure ci stimola. Chi non entra per la porta nell’ovile delle pecore, ma vi sale da qualche altra parte … Miserabile! Cadrร . Se รจ umile entrerร  per la porta; venga per la via giusta, e non inciamperร . Questi – dice – รจ un ladro e un predone. Si appropria delle pecore che non sono sue; e se le appropria rubandole, non per salvarle, ma per ucciderle. Dunque รจ un ladro perchรฉ si appropria di ciรฒ che non รจ suo, รจ un predone perchรฉ uccide ciรฒ che ha rubato. Chi invece entra per la porta, รจ il pastore delle pecore. A lui apre il portinaio. Vedremo chi รจ il portinaio, quando sapremo dal Signore chi รจ la porta e chi รจ il pastore. E le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le sue pecore per nome (Gv 10, 2-3). Egli tiene i loro nomi scritti nel libro della vita. Chiama le sue pecore per nome. E’ in questo senso che l’Apostolo dice che il Signore conosce chi sono i suoi (2 Tim 2, 19). E le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti ad esse, e le pecore lo seguono, perchรฉ conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguirebbero, ma fuggirebbero via da lui, perchรฉ non conoscono la voce degli estranei (Gv 10, 4-5). Sono parole oscure queste, piene di problemi, gravide di misteri. Proseguiamo e ascoltiamo il Maestro che attraverso l’oscuritร  ci aprirร  una porta per cui entrare.
  4. Questa la similitudine che ad essi narrรฒ Gesรน; ma quelli non capirono che cosa volesse dir loro (Gv 10, 6). Probabilmente neppure noi riusciamo a capire. E allora che differenza c’รจ tra loro e noi, prima di aver scoperto il senso di queste parole? C’รจ la differenza, che noi bussiamo affinchรฉ ci si apra; essi invece, negando Cristo, non volevano entrare per essere salvi, ma volevano rimanere fuori e perdersi. Per il fatto dunque che noi ascoltiamo queste cose con religioso rispetto e, anche prima di comprenderle, crediamo che siano vere e divine, grande รจ la differenza tra noi e loro. Quando due ascoltano le parole del Vangelo, e uno รจ empio e l’altro pio, e le parole sono cosรฌ difficili che nessuno dei due le comprende, l’uno conclude: non ha detto nulla; mentre l’altro sostiene: ha detto la veritร , ciรฒ che ha detto รจ buono, solo che noi non riusciamo a comprendere; questi, siccome crede, sta bussando alla porta e, se continua a bussare, otterrร  che gli venga aperto; mentre l’altro merita ancora di sentirsi dire: Se non crederete non capirete (Is 7, 9 sec. LXX). Dico questo perchรฉ, anche quando avrรฒ spiegato meglio che posso queste parole oscure, o perchรฉ sono troppo profonde, o perchรฉ io non riesco ad afferrarne il senso, o perchรฉ non riesco ad esporre ciรฒ che ho compreso, o perchรฉ infine qualcuno รจ cosรฌ tardo da non riuscire a seguire la mia spiegazione, ci sarร  sempre chi non capisce; ebbene, non si disperi: rimanga fermo nella fede, continui a camminare tenendo conto di ciรฒ che dice l’Apostolo: Se in qualche cosa pensate diversamente, anche su questo Iddio vi illuminerร . Intanto, qualunque sia il punto a cui siamo arrivati, continuiamo ad avanzare (Fil 3, 15).

[Sono venuti con lui quelli che erano veraci.]

  1. Disponiamoci dunque ad ascoltare la spiegazione della similitudine dalla bocca stessa del Signore che ce l’ha presentata. Gesรน, allora, riprese: In veritร , in veritร  vi dico: io sono la porta delle pecore (Gv 10, 7). Ecco che ci ha aperto quella porta che era chiusa quando ce l’aveva indicata. Egli stesso รจ la porta. Prendiamone atto, entriamo, o rallegriamoci di essere entrati. Tutti coloro che sono venuti sono ladri e predoni (Gv 10, 8). Che intendi dire con questo, o Signore: tutti coloro che sono venuti sono ladri e predoni? Non sei venuto anche tu? Cerca di capire: ho detto: tutti quelli che sono venuti, ben inteso prima di me. Riflettiamo. Prima di lui sono venuti i profeti: forse che erano ladri e predoni? Certamente no; non erano venuti prima di lui, poichรฉ erano venuti con lui. Colui che doveva venire mandava innanzi a sรฉ gli araldi, e possedeva il cuore di coloro che mandava. Volete rendervi conto che essi sono venuti con lui che รจ da sempre? Sรฌ, รจ vero che assunse la carne nel tempo; ma รจ altrettanto vero che egli รจ da sempre: In principio era il Verbo (Gv 1, 1). Sono venuti dunque con lui coloro che sono venuti con la Parola di Dio. Io sono – ha detto – la via, la veritร  e la vita (Gv 14, 6). Se egli รจ la veritร , quelli che sono stati veraci sono venuti con lui. Tutti quelli invece che sono venuti al di fuori di lui sono stati ladri e predoni, cioรจ sono venuti per rubare e uccidere.

[Diversi i segni, medesima la fede.]

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  1. Ma le pecore non li hanno ascoltati (Gv 10, 8). L’espressione, le pecore non li hanno ascoltati, aumenta la difficoltร . Prima dell’avvento di nostro Signore Gesรน Cristo nell’umiltร  della carne, vennero i giusti che credevano in lui venturo, come noi crediamo in lui che รจ venuto. I tempi sono mutati, ma non รจ mutata la fede. Col mutar dei tempi mutano anche le parole, perchรฉ mutano le formulazioni. L’espressione: egli verrร , ha un suono diverso da quella: egli รจ venuto. E’ cambiato il suono di “verrร ” in “รจ venuto”, ma tuttavia la stessa fede congiunge gli uni e gli altri: quelli che credevano in lui venturo e quelli che credono in lui che รจ venuto. Sia pure in diversi tempi, vediamo entrare gli uni e gli altri per la stessa porta della fede, cioรจ per Cristo. Noi crediamo che il Signore Gesรน Cristo รจ nato dalla Vergine, รจ venuto nella carne, ha sofferto, รจ risorto ed รจ asceso al cielo. Tutte queste profezie noi crediamo essersi giร  adempiute, come suonano gli stessi verbi di tempo passato. A questa comunitร  di fede appartengono assieme a noi i nostri padri, i quali credettero che egli sarebbe nato dalla Vergine, che avrebbe sofferto, sarebbe risorto e asceso al cielo. Ad essi si riferisce l’Apostolo quando dice: Avendo lo stesso spirito di fede, secondo che รจ scritto: Ho creduto perciรฒ ho parlato, anche noi crediamo e perciรฒ parliamo (2 Cor 4, 13). Il profeta disse: Ho creduto, perciรฒ ho parlato (Sal 115, 10), e l’Apostolo a sua volta dice: Anche noi crediamo e perciรฒ parliamo. Ma affinchรฉ ti renda conto che la fede รจ unica, nota ciรฒ che qui aggiunge: Avendo lo stesso spirito di fede, anche noi crediamo. Come pure ciรฒ che dice altrove: Non voglio che voi ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, e tutti furono battezzati in Mosรจ nella nuvola e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale (1 Cor 10, 1-4). Il Mar Rosso significa il battesimo; Mosรจ che guida Israele attraverso il Mar Rosso รจ figura di Cristo; il popolo che attraversa il mare sono i fedeli; la morte degli Egiziani รจ l’abolizione dei peccati. I segni sono diversi, ma la fede รจ la stessa. I segni sono diversi come le parole. Le parole mutano suono attraverso i tempi, ma le parole non sono altro che segni. Sono parole appunto perchรฉ significano qualcosa: se alla parola togli il significato, non resta che un vano rumore. Tutto dunque fu affidato a dei segni. Non avevano forse la medesima fede coloro ai quali dobbiamo questi segni e che profeticamente ci hanno preannunciato ciรฒ che noi crediamo? Certamente essi credevano le medesime cose che noi crediamo, solo che per essi erano future, per noi passate. Perciรฒ l’Apostolo dice: Bevvero la medesima bevanda spirituale. Spiritualmente era la medesima, materialmente era diversa. Che cosa bevevano infatti quelli? Bevevano da una pietra spirituale che li accompagnava, e questa pietra era Cristo (1 Cor 10, 4). Come vedete la fede rimane, sono mutati i segni. Lร  Cristo era la pietra, qui per noi Cristo รจ ciรฒ che si sacrifica all’altare. Essi bevevano l’acqua che scaturiva dalla pietra, considerando ciรฒ un grande sacramento di Cristo. Quanto a noi, i fedeli sanno che cosa beviamo. Se guardi l’aspetto esteriore, รจ un’altra cosa; ma se consideri il significato spirituale, essi bevvero la medesima bevanda spirituale. Tutti quelli che allora credettero ad Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosรจ, e a tutti gli altri patriarchi e profeti che preannunciavano il Cristo, erano pecore che ascoltavano la voce di Cristo; non hanno ascoltato la voce di estranei, ma la sua. Il giudice era giร  presente nel suo araldo. Perchรฉ anche quando il giudice parla per bocca dell’araldo, il copista non annota: l’araldo ha detto, ma: il giudice ha detto. Ci sono stati dunque di quelli che le pecore non hanno ascoltato, nei quali non risuonava la voce di Cristo: essi, caduti nell’errore, hanno insegnato cose false, hanno inventato e spacciato cose vuote e vane traendo in inganno i poveretti.
  2. In che senso ho detto che qui la difficoltร  aumentava? Cosa c’รจ di oscuro e difficile a comprendersi? Ascoltate, vi prego. Voi sapete che lo stesso Signore Gesรน Cristo รจ venuto, ha predicato: la sua era certamente, piรน di quella di qualsiasi altro, la voce del pastore, in quanto usciva dalla bocca stessa del Pastore. Se infatti era la voce del pastore quella che risuonava sulla bocca dei profeti, lo era tanto piรน quella che la lingua stessa del Pastore proferiva. Eppure non tutti l’hanno ascoltata. Dobbiamo credere che tutti coloro che la udirono erano pecore? Ad esempio, la udรฌ Giuda, e Giuda era un lupo: seguiva il pastore ma, coperto di pelle ovina, insidiava il pastore. Alcuni invece di quelli che crocifissero Cristo, non la udirono, e tuttavia erano pecore; il Signore li individuava in mezzo alla folla, allorchรฉ diceva: Quando avrete levato in alto il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono (Gv 8, 28). Come si risolve questa difficoltร ? Ascoltarono quelli che non erano pecore, e non ascoltarono le pecore; ci sono stati dei lupi che hanno seguito la voce del pastore, e delle pecore che l’hanno respinta; e alcune hanno perfino ucciso il pastore. La soluzione c’รจ; si potrebbe infatti osservare: quando non ascoltavano il pastore, non erano ancora pecore, allora erano lupi; udita la voce, da lupi furono cambiati in pecore; diventati pecore, hanno ascoltato la voce del pastore, hanno trovato il pastore e lo hanno seguito; cominciando a praticare i suoi comandamenti, hanno cominciato a sperare nelle promesse del pastore.
  3. Cosรฌ, in qualche modo, รจ stata risolta la difficoltร , e forse qualcuno รจ soddisfatto. Io perรฒ ho ancora qualcosa che mi tiene sospeso, e vi confido ciรฒ che mi tiene sospeso, di modo che cercando insieme con voi, possa insieme con voi, e con la rivelazione del Signore, trovare una soluzione soddisfacente. Eccovi ciรฒ che mi tiene sospeso. Per bocca del profeta Ezechiele il Signore rimprovera severamente i pastori, e tra l’altro dice loro a proposito delle pecore: Non avete richiamato la pecora sbandata (Ez 34, 4). Dice sbandata e dice pecora. Se quando si sbandava era pecora, di chi ascoltรฒ la voce per sbandarsi? Senza dubbio non si sarebbe sbandata se avesse ascoltato la voce del pastore; ma proprio per questo si รจ sbandata, per aver ascoltato la voce di un estraneo, di un ladro o di un predone. E’ certo che le pecore non ascoltano la voce dei predoni. Dice il Signore: Quelli che sono venuti (e abbiamo capito che intendeva quelli che sono venuti al di fuori di lui) quelli che sono venuti al di fuori di me, estranei a me, sono ladri e predoni, ma le pecore non li hanno ascoltati. Ma, Signore, se le pecore non li hanno ascoltati, come hanno potuto sbandarsi? Se le pecore ascoltano solo te, e tu sei la veritร , chiunque ascolta la veritร  non puรฒ certo sbandarsi. Questi invece si sono sbandati e vengono chiamati pecore. Se quando si sbandano non fossero piรน pecore, il Signore non direbbe per bocca di Ezechiele: Non avete richiamato la pecora sbandata. Come puรฒ essere sbandata ed essere pecora? Ha ascoltato la voce di un estraneo? E’ certo che le pecore non li hanno ascoltati. Accade che molti vengano ricondotti nell’ovile di Cristo, e da eretici ritornino ad essere cattolici: vengono sottratti ai ladri e restituiti al pastore. Talora brontolano, mal sopportano il pastore che li richiama, mentre prima non si rendevano conto che quelli volevano strangolarli. Con tutto ciรฒ, siccome sono pecore, anche quando ritornano di malavoglia, riconoscono la voce del pastore, sono contente di essere tornate e si vergognano di essersi sbandate. Quando si gloriavano dell’errore come fosse veritร , e di conseguenza non ascoltavano la voce del pastore seguendo un estraneo, erano o non erano pecore? Se erano pecore, come mai il Signore dice che le pecore non ascoltano la voce di un estraneo? E se non erano pecore, perchรฉ il Signore rimprovera i pastori dicendo loro: Non avete richiamato la pecora sbandata? Disgraziatamente accade anche a coloro che giร  sono diventati cattolici cristiani e sono fedeli di buone speranze, di cedere alla seduzione dell’errore; cadono nell’errore e poi si ravvedono. Quando hanno ceduto all’errore e si son fatti ribattezzare, oppure quando, dopo aver fatto parte dell’ovile del Signore, sono ricaduti nell’antico errore, erano o non erano pecore? Certamente erano cattolici: e se erano fedeli cattolici, erano pecore. Ma se erano pecore, come hanno potuto ascoltar la voce di un estraneo, dal momento che il Signore dice: le pecore non li hanno ascoltati?
  4. Avete avvertito, o fratelli, la profonditร  di questo problema. Io dico: Il Signore conosce i suoi (2 Tim 2, 19). Sa chi รจ preconosciuto, sa chi รจ predestinato, secondo che di lui vien detto: Poichรฉ coloro che egli ha preconosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del suo Figlio affinchรฉ egli sia primogenito fra molti fratelli. Quelli poi che ha predestinati, li ha anche chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha anche giustificati; quelli infine che ha giustificati, li ha anche glorificati. Se Dio รจ per noi, chi sarร  contro di noi? E aggiunge: Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato alla morte per tutti noi, come non ci accorderร  insieme con lui ogni grazia? A chi si riferisce dicendo: noi? A coloro che Dio ha preconosciuti, predestinati, giustificati, glorificati; ai quali si riferisce il seguito: Chi si farร  accusatore contro gli eletti di Dio? (Rm 8, 29-33). Dunque il Signore conosce i suoi, cioรจ le sue pecore. Talora le pecore non conoscono se stesse, ma le conosce il pastore in virtรน di questa predestinazione, in virtรน della prescienza divina, della elezione delle pecore fatta prima della fondazione del mondo; secondo quanto ancora dice l’Apostolo: in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo (Ef 1, 4). Ora, secondo questa prescienza e predestinazione di Dio, quante pecore sono fuori e quanti lupi sono dentro l’ovile! quante pecore sono dentro e quanti lupi sono fuori! Perchรฉ dico che ci sono molte pecore fuori? Perchรฉ molti che ora si abbandonano alla lussuria, diventeranno casti; molti che ora bestemmiano, crederanno in Cristo; molti che si ubriacano, diventeranno sobri; molti che adesso rubano le cose degli altri, saranno pronti a donare le proprie. Con tutto ciรฒ adesso ascoltano la voce di un estraneo, seguono degli estranei. Come pure, molti che oggi dentro l’ovile lodano il Signore, lo bestemmieranno; sono casti e fornicheranno, sono sobri e affogheranno nel vino, stanno in piedi e cadranno. Essi non sono pecore (stiamo parlando dei predestinati, di coloro che il Signore sa che sono suoi). E tuttavia questi, finchรฉ pensano rettamente, ascoltano la voce di Cristo. Ecco, questi l’ascoltano, quelli non l’ascoltano; e tuttavia, secondo la predestinazione, quelli sono pecore, e questi no!

[La pietร  dispone alla veritร .]

  1. La difficoltร  rimane, e tuttavia, almeno per ora, mi pare di poter adottare la seguente soluzione. C’รจ una voce, c’รจ, dico, una voce del pastore, per cui le pecore non ascoltano gli estranei, e coloro che pecore non sono non ascoltano Cristo. Quale รจ questa voce? Chi avrร  perseverato sino alla fine, questi sarร  salvo (Mt 10, 22). Chi รจ di Cristo non trascura questa voce, non l’ascolta l’estraneo. Anche ad un estraneo il Cristo fa sentire la sua voce, invitandolo ad essere fedele a lui sino alla fine, ma l’estraneo, non perseverando sino alla fine, non ascolta la sua voce. Si รจ accostato al Cristo, ha ascoltato tante e tante parole, tutte vere, tutte giuste; e tra le altre anche queste: Chi avrร  perseverato sino alla fine, questi sarร  salvo. Chi ascolta questa voce รจ pecora. Ma supponiamo che uno dopo averla ascoltata, abbia perduto la testa, si sia raffreddato, ed abbia ascoltato la voce di un estraneo: se egli รจ predestinato, si รจ sbandato temporaneamente, non si รจ perduto per sempre. Tornerร  ad ascoltare ciรฒ che ha trascurato, metterร  in pratica ciรฒ che ha ascoltato. Se infatti appartiene al numero dei predestinati, Dio ha conosciuto prima tanto il suo errore che la sua futura conversione; se si รจ sbandato, ritornerร  e di nuovo ascolterร  la voce del pastore, e seguirร  la voce che dice: Chi avrร  perseverato sino alla fine, questi sarร  salvo. Questa, o fratelli, รจ una voce buona, vera, รจ la voce del pastore, รจ la voce della salvezza che risuona nelle tende dei giusti (cf. Sal 117, 15). Poichรฉ รจ facile ascoltare Cristo, รจ facile lodare il Vangelo, รจ facile applaudire il predicatore; ma perseverare sino alla fine, questo รจ proprio delle pecore che ascoltano la voce del pastore. Viene la tentazione; ebbene, persevera sino alla fine, poichรฉ la tentazione non durerร  sino alla fine. Sino a quale termine dovrai perseverare? Sino al termine del cammino. Finchรฉ non ascolti Cristo, egli รจ nella tua via, cioรจ in questa vita mortale, un avversario. Ma cosa dice il Vangelo? Mettiti d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui (Mt 5, 25). Hai sentito e hai creduto; ti sei messo d’accordo? Se eri in discordia, mettiti d’accordo. Se ti รจ stata offerta la possibilitร  di stare in pace, non riprendere a litigare. Tu non sai quando avrร  termine il cammino, ma lui lo sa. Se sei pecora, e persevererai sino alla fine, sarai salvo: per questo i suoi non disprezzano questa voce, mentre gli estranei non l’ascoltano. Vi ho spiegato come ho potuto, secondo quanto egli stesso ci ha concesso, anzi abbiamo affrontato insieme un argomento tanto profondo. Coloro che hanno compreso poco si mantengano in un atteggiamento di religioso rispetto, e sarร  loro rivelata la veritร ; quelli, invece, che hanno compreso, non s’innalzino per superbia, come piรน veloci, sopra gli altri piรน lenti, perchรฉ innalzandosi non abbiano ad andare fuori strada, e cosรฌ i piรน lenti giungano alla meta con maggiore facilitร  di loro. E che tutti infine ci guidi alla meta colui al quale diciamo: Conducimi, o Signore, sulla tua via, e camminerรฒ nella tua veritร  (Sal 85, 11).
  2. Entriamo dunque per la porta, che il Signore spiegรฒ essere lui stesso, entriamo per giungere alla meta che egli ci ha prospettato, senza spiegarcelo. Nel passo del Vangelo che รจ stato letto oggi non ha detto chi sia il pastore, ma ce lo dice chiaramente nelle parole che seguono: Io sono il buon pastore (Gv 10, 11). Anche se non l’avesse detto, chi altri se non lui potremmo intendere nelle parole: Chi entra per la porta รจ il pastore delle pecore. A lui il portinaio apre e le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le sue pecore per nome e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti ad esse, e le pecore lo seguono perchรฉ conoscono la sua voce (Gv 10, 2-4)? Chi altri, infatti, chiama per nome le sue pecore e le conduce fuori, da qui alla vita eterna, se non colui che conosce i nomi dei predestinati? Per questo disse ai suoi discepoli: Rallegratevi perchรฉ i vostri nomi sono scritti in cielo (Lc 10, 20). E’ in questo senso che le chiama per nome. E chi altri puรฒ condurle fuori se non chi rimette i loro peccati, sicchรฉ liberate dalle dure catene possano seguirlo? E chi puรฒ andare avanti a loro in modo che esse lo seguano, se non colui che risorgendo da morte ormai non muore piรน, e la morte non avrร  piรน su di lui alcun dominio (cf. Rm 6, 9)? Quando infatti stava qui visibile nella carne mortale, disse: Padre, quelli che mi hai dato, voglio che dove sono io siano anch’essi con me (Gv 17, 24). Coerentemente egli dice: Io sono la porta; chi entrerร  per me sarร  salvo, ed entrerร  e uscirร  e troverร  pascolo (Gv 10, 9). Con questa dichiarazione egli mostra chiaramente che non solo il pastore, ma anche le pecore entrano per la porta.
  3. Ma che significa: entrerร  e uscirร  e troverร  pascolo? Entrare nella Chiesa per la porta che รจ Cristo รจ certamente cosa ottima; ma uscire dalla Chiesa nel modo che dice lo stesso Giovanni nella sua lettera: Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri (1 Io 2, 19), non รจ certamente cosa buona. Non รจ possibile quindi che il buon pastore, dicendo entrerร  e uscirร  e troverร  pascolo, voglia approvare un tal modo di uscire. C’รจ dunque un modo positivo di entrare, e un modo altrettanto positivo di uscire attraverso la porta legittima che รจ Cristo. Ma in che consiste questo uscire lodevole e gioioso? Si puรฒ dire che noi entriamo quando ci raccogliamo nella nostra interioritร  per pensare, e che usciamo quando ci esteriorizziamo mediante l’azione; e poichรฉ, come dice l’Apostolo, per mezzo della fede Cristo abita nei nostri cuori (cf. Ef 3, 17), entrare per Cristo significa pensare alla luce della fede, mentre uscire per Cristo significa tradurre la fede in azione davanti agli uomini. Perciรฒ si legge nel salmo: Esce l’uomo al suo lavoro (Sal 103, 25), e il Signore stesso dice: Risplendano le vostre opere davanti agli uomini (Mt 5, 16). Ma io preferisco ascoltare la veritร  stessa, colui che รจ il buon pastore e il sapiente maestro. Egli ci ha suggerito in che senso dobbiamo intendere la sua parola entrerร  e uscirร  e troverร  pascolo, soggiungendo: Il ladro non viene se non per rubare, uccidere, distruggere; io sono venuto perchรฉ abbiano la vita e l’abbiano sovrabbondante (Gv 10, 10). Mi sembra che abbia inteso dire: perchรฉ abbiano la vita entrando, e l’abbiano ancor piรน abbondante uscendo. Non si puรฒ infatti uscire per la porta che รจ Cristo, ed entrare nella vita eterna dove si vedrร  Dio faccia a faccia, se prima, per la medesima porta, che รจ Cristo, non si entra nell’ovile della sua Chiesa, attraverso la vita temporale che รจ la vita di fede. Perciรฒ dice: Io sono venuto perchรฉ abbiano la vita, cioรจ la fede operante per mezzo della caritร  (cf. Gal 5, 6), e per mezzo della quale entrano nell’ovile per vivere, dato che il giusto vive di fede (Rm 1, 17). E aggiunge: e l’abbiano sovrabbondante coloro che, perseverando sino alla fine, per quella stessa porta, cioรจ per mezzo della fede di Cristo, escono, in quanto muoiono da veri fedeli; e avranno una vita piรน abbondante lร  dove il pastore li ha preceduti, e dove non dovranno piรน morire. Quantunque neanche qui, entro l’ovile, manchino i pascoli, poichรฉ tanto per chi entra quanto per chi esce viene detto che troverร  pascolo; tuttavia i veri pascoli si troveranno lร  dove saranno saziati coloro che hanno fame e sete di giustizia (cf. Mt 5, 6). Quei pascoli che trovรฒ colui al quale fu detto: Oggi sarai con me in paradiso (Lc 23, 43). Ma in che senso egli sia insieme la porta e il pastore, tanto da sembrare che egli entri ed esca attraverso se stesso, e inoltre chi sia il portinaio, sarebbe troppo lungo cercare oggi e trovare, pur con l’aiuto del Signore, la spiegazione.

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IV Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 10, 1-10
Dal Vangelo secondo Giovanni

1ยซIn veritร , in veritร  io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da unโ€™altra parte, รจ un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, รจ pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perchรฉ conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perchรฉ non conoscono la voce degli estraneiยป. 6Gesรน disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. 7Allora Gesรน disse loro di nuovo: ยซIn veritร , in veritร  io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarร  salvato; entrerร  e uscirร  e troverร  pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโ€™abbiano in abbondanza.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 07 – 13 Maggio 2017
  • Tempo di PasquaVII, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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