IV Domenica di Pasqua โ Anno A
Normalmente, quando si legge questo brano con il quale comincia Gv 10, ci rifacciamo a questa immagine assolutamente familiare e conosciuta da tutti gli ebrei: ogni villaggio aveva un unico ovile e, al mattino, venivano i pastori a chiamare le pecore. Queste uscivano e partivano per i pascoli.
La fine del brano, perรฒ, sembra sconfessare questo approccio: come mai quelli che ascoltano dicono โquesto ha un demonio, รจ fuori di sรฉโ, se si tratta di unโimmagine cosรฌ bucolica?
De la Potterie dice che questa non รจ una parabola, ma una parimia, una forma letteraria in cui si nasconde, in un modo misterioso, un insegnamento molto alto, che perรฒ si svela a strati.
La traduzione parla di ovile, ma di per sรฉ la parola usata รจ aulรฉ, che per la prima volta nella Bibbia รจ usata per esprimere il recinto dove era la Tenda dellโincontro. Poi diventano aulรฉ tutti gli atri del Tempio, e al tempo di Cristo aulรฉ era solo lo spazio della spianata del Tempio, dove infatti si ammassavano le pecore per il sacrificio nel culto.
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Cristo sta facendo un discorso tremendamente forte e, come dice santโAgostino, per accedervi, occorre partire dalla conclusione del capitolo 9, che รจ quello del cieco nato. Le ultime parole che Cristo dice lรฌ sono veramente tremende: โVoi dite: noi vediamo, allora il vostro peccato rimaneโ (Gv 9, 41). โIo sono venuto affinchรฉ quelli che vedono non vedano piรน e quelli che non vedono riacquistino la vistaโ (cfr. Gv 9, 39).
Allora il discorso si fa totalmente esplicito: Cristo sta facendo una grande pulizia del Tempio e anche una critica ai capi religiosi. Anzi, sta facendo piazza pulita di tutto ciรฒ che di falso si รจ raccolto nella prassi religiosa.
Tanto รจ vero che, se per Tempio prendiamo il significato di โluogoโ, โabitazione di Dioโ, โdimora di Dioโ, allora diventa chiaro che questa immagine รจ ciรฒ che Cristo in tutto il vangelo di Giovanni controbatte, cioรจ lo sforzo umano di impossessarsi del Luogo, della Dimora, del Santuario di Dio. E i ladri e i briganti che si arrampicano per impossessarsi del tempio sono quelli che poi maltrattano le pecore, quelli che mettono pesi incredibili sulle spalle del popolo rendendolo schiavo, servo sempre inadempiente, perchรฉ sempre si trova ancora qualcosa che manca. Gesรน dice di essere venuto per liberare e spingere fuori le pecore dal Tempio, per liberarle dallโoppressione di una religione che non fa vivere. Dice: โIo sono il pastoreโ, e questa parola in ebraico deriva dalla radice raah, che รจ nutrire, alimentare, dare nutrimento. Noi ne abbiamo fatto una figura piรน disciplinare, sottolineando soprattutto la guida. Ma la parola stessa ha la sua radice nel nutrimento. Il pastore รจ colui che procura il cibo.
Allora si capisce perchรฉ Lui dica: โIo sono il pastoreโ (Gv 10, 11.14); โIo sono il pane vivoโ (Gv 6, 51); io sono il โvero ciboโ (Gv 6, 55), io sono la โvera bevandaโ (Gv 6, 55) e โIo sono la portaโ (Gv 10, 7.9).
La religione cerca di saziare lโuomo, di saziare i suoi bisogni religiosi e devozionali. Cristo non sazia, ma nutre. Perchรฉ non รจ lo stesso essere saziati o essere nutriti. Ecco che quando dice โentrerร e uscirร e troverร pascoloโ (Gv 10, 9) dice che, quando uno entra in Lui, รจ rassicurato in eterno. Tutta la sua vita รจ rassicurata. Entrare e uscire indica da un lato il principio dellโinizio e della fine della vita, e dallโaltro rimanda alla libertร , perchรฉ solo un uomo libero puรฒ entrare e uscire. Paolo: โCristo รจ venuto a liberarci, affinchรฉ restassimo liberiโ (Gal 5,1). Liberi figli del Padre, nutriti dalla vita nel Figlio.
P. Marko Ivan Rupnik – Fonte
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IV Domenica del Tempo di Pasqua
- Colore liturgico: Bianco
- At 2, 14. 36-41; Sal.22; 1 Pt 2, 20-25; Gv 10, 1-10
Gv 10, 1-10
Dal Vangelo secondo Giovanni
1ยซIn veritร , in veritร io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da unโaltra parte, รจ un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, รจ pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perchรฉ conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perchรฉ non conoscono la voce degli estraneiยป. 6Gesรน disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. 7Allora Gesรน disse loro di nuovo: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarร salvato; entrerร e uscirร e troverร pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโabbiano in abbondanza.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 07 – 13 Maggio 2017
- Tempo di PasquaVII, Colore – Bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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