IV Domenica dopo Pasqua
Io sono la porta delle pecore
Oggi la Chiesa celebra la festa del sacerdote. Un grande dono, che Dio ha fatto agli uomini: Gesรน ha voluto che il sacerdote continuasse la Sua Opera tra gli uomini, scegliendo giovani, come fece con gli Apostoli, secondo un โcriterioโ, che Lui solo conosce.
Quando ero parroco, la Comunitร celebrava la Festa del Buon Pastore, di oggi, donando un agnello, come a commentare il Vangelo che la liturgia ci propone.
โGesรน disse: โIn veritร , in veritร vi dico: โฆ Chi invece entra per la porta, รจ il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce; egli chiama le pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro e le pecore lo seguono, perchรฉ conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perchรฉ non conoscono la voce degli estranei.โ. โฆ essi non capirono che cosa significava ciรฒ che diceva loro. Allora Gesรน disse loro di nuovo: โIn veritร , in veritร , vi dico: Io sono la porta delle pecore. Tutti coloro, che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti, ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarร salvo: entrerร e uscirร e troverร pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere. Io sono venuto, perchรฉ abbiano la vita e lโabbiano in abbondanzaโ. (Gv. 10, 1-10)
Gesรน, con la parabola del pastore e il rapporto con le pecore, mostra il grande amore che ha per tutti noi. In un altro brano descrive poi la sua cura in modo stupendo, incredibile e particolareggiato, parlando di una pecora che si smarrisce e che Lui si preoccupa di cercare, incurante delle difficoltร e dei pericoli in cui lei si รจ cacciata. E non si dร pace fin a che non lโha trovata! Se la mette sulle spalle, torna a casa e chiama gli amici per fare festa, โperchรฉ era perduta ed รจ stata ritrovataโโฆ le stesse parole che Gesรน mette sulla bocca del Padre, nel ritorno del figlio prodigo.
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Eโ il mistero della giustizia misericordiosa, a cui siamo chiamati tutti noi โpastoriโ del gregge.
Non รจ facile neppure per noi sacerdoti, scelti da Dio, capire le ragioni della โnostraโ dignitร : compiere il bene per gli uomini, con poteri che davvero sono divini, รจ davvero qualcosa che sfugge al nostro pensieroโฆ. Sappiamo tutti che non si รจ sacerdoti per una scelta umana della vita, ma per una scelta vocazionale di Dio. Viene da chiedersi: โPerchรฉ io e non altri?โ
Ricordo lโinizio del mio cammino vocazionale. Ero chierichetto nella mia parrocchia. Un giorno, come era solito fare, il Card. Schuster era presente in parrocchia per lโamministrazione delle cresime. Avevo 10 anni. Improvvisamente mi chiese se sarei stato contento di diventare sacerdote. Non seppi rispondere. Ma quella domanda divenne un interrogativo persistente, che non lasciava pace.
Come saperlo? Mi affidai alla cura e alla saggezza del mioย parroco, che alla fine mi incoraggiรฒ e cosรฌ mi decisi. Avevo 12 anni quando lasciai la famiglia e soprattutto la mamma. Quante lacrime!
Oggi guardo ai tanti anni del mio sacerdozio e del mio vescovado e non finisco di stupirmi nel contemplare ciรฒ che Dio ha saputo operare nelle Comunitร , in difficoltร , affidatemi dallโobbedienza, come a seguire un Suo preciso disegno.
LโIstituto, a cui appartengo, aveva avuto lโinvito di accettare una parrocchia nel Belice, a S. Ninfa, dove il parroco aveva abbandonato per sposarsi; la Comunitร si era cosรฌ tanto scandalizzata da rifiutare sacerdoti diocesani e voleva preti โcontinentaliโ. Il mio superiore accettรฒ la Parrocchia e scelse tre Padri, tra cui io come parroco. Giungemmo in un vero deserto di fiduciaโฆ e senza neppure una casa canonica, per cui alloggiavamo in qualche modo. La gente, che era buona, presto tornรฒ e dopo qualche anno la Parrocchia mostrรฒ la sua vitalitร โฆ al punto che un giorno il Vescovo della Diocesi al mio Superiore generale disse: โQuesta parrocchia era la mia spina, ora รจ la mia rosaโ.
Sentendo questo intervento il mio superiore subito disse: โIl prossimo anno tornerete nella nostra Comunitร rosminiana per insegnare ai sacerdoti come si fa pastoraleโ.
Ma il terremoto del 1968 scompigliรฒ tutto e fui costretto a esprimere tutta la mia passione di pastore per accelerare la ricostruzione. Dopo quasi dieci anni, terminato, o quasi, questo compito, ancora una volta intervenne il mio superiore, perchรฉ tornassi al Nordโฆ. E subito, come ad intralciare la volontร degli uomini, Dio, attraverso Paolo VI, mi affidรฒ la diocesi di Acerra, che mancava di un vescovo residenziale da 12 anni. Una comunitร da ricostruire. E, ancora una volta, la Grazia sostenne lo zelo, tanto da dare un volto nuovo e meraviglioso a questa Chiesa, al punto che il S. Padre scelse tra i suoi sacerdoti due vescovi.
Ogni volta ripenso e ricordo, sempre piรน scorgo lโopera della Grazia, che si serve della nostra โbuona volontร โ e del nostro fervore: ricordi e pensieri che fanno sgorgare dal cuore un ringraziamento di lode, in questa festa di oggi cosรฌ vicina al cuore di ogni sacerdote.
ร davvero grande la passione di Gesรน per noi, la stessa che dovrebbe essere nel sacerdote o nel vescovo per la gente loro affidata. Se da una parte โla messe รจ moltaโ, davvero richiede tutta la nostra passione di pastori il coltivarla, con la testimonianza della vita, che rispecchi la Presenza di Gesรน, la preghiera e tanto, ma tanto, amore, per indicare a tutti lโunica โPortaโ che siamo chiamati ad attraversare: il Cuore di Gesรน, espressione dellโAmore misericordioso del Padre.
Oggi, di fronte a tanta scarsezza di sacerdoti, viene da pregare:
โChiama, Signore, quanti nel tuo misterioso piano di amore hai scelto.
Metti in chi chiami lo stupore e la meraviglia nello scoprire che sono chiamati a โessere โ addirittura โ tuo Figlio Gesรน, presente ed operanteโ in mezzo ai fratelli, come quando era tra noi, โperchรฉ abbiano la vita e lโabbiano in abbondanzaโ. Sono tanti anni che la mia vita รจ stata scelta da Te, Padre. Grazie. Ora so che tanti, ma tanti, per Te e in Te ho amati, e tanti, ma tanti, mi hanno amato e tanti giร hanno conosciuto la gioia del Cielo โฆ Tutto รจ Grazia!
Antonio Riboldi โ Vescovo
www.vescovoriboldi.it
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IV Domenica del Tempo di Pasqua
- Colore liturgico: Bianco
- At 2, 14. 36-41; Sal.22; 1 Pt 2, 20-25; Gv 10, 1-10
Gv 10, 1-10
Dal Vangelo secondo Giovanni
1ยซIn veritร , in veritร io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da unโaltra parte, รจ un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, รจ pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perchรฉ conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perchรฉ non conoscono la voce degli estraneiยป. 6Gesรน disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. 7Allora Gesรน disse loro di nuovo: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarร salvato; entrerร e uscirร e troverร pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโabbiano in abbondanza.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 07 – 13 Maggio 2017
- Tempo di PasquaVII, Colore – Bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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