Commento al Vangelo del 6 settembre 2015 – mons. Vincenzo Paglia

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19514745932_eaeae50df7_oIl brano evangelico ci riporta la guarigione di un sordomuto, o meglio di un uomo affetto da grave balbuzie (la guarigione infatti consisterร  nel parlare correttamente). Gesรน opera questa guarigione nella regione della Decapoli, una terra pagana oltre i confini di Israele. Marco sembra voler sottolineare che il Vangelo non รจ riservato solo agli appartenenti al popolo di Israele, ma che tutti hanno diritto ad incontrare la misericordia di Dio che libera e salva. Anche quel sordomuto che viene presentato a Gesรน perchรฉ lo guarisca. Gesรน lo porta in disparte, lontano dalla folla, quasi a sottolineare la necessitร  di un rapporto personale, diretto, intimo, tra lui e il malato. I miracoli, infatti, avvengono nellโ€™ambito di unโ€™amicizia profonda e fiduciosa in Dio.

[ads2]Gesรน, amico degli uomini, soprattutto dei deboli, guarda con affetto e misericordia quellโ€™uomo. Forse pensava anche a questo episodio lโ€™apostolo Giacomo quando nella sua lettera esorta i cristiani ad avere unโ€™attenzione prioritaria ai poveri e ai deboli. รˆ vero che Dio non fa preferenze di persone. Ma รจ altrettanto vero che il suo cuore รจ come sbilanciato verso i poveri e i deboli. Questi ultimi sono i primi nel Vangelo. Cosรฌ deve essere per ogni credente e per ogni comunitร  cristiana. Gesรน ha accolto quel sordomuto. E sta con lui, in disparte. Seguendo unโ€™antica consuetudine dei guaritori, Gesรน โ€œgli pone le dita nelle orecchie e con la saliva gli tocca la linguaโ€. Quindi, nota lโ€™evangelista, Gesรน alza gli occhi al cielo ed emette un profondo sospiro. รˆ la preghiera di Gesรน che unisce la fiducia nel Padre e la compassione per quellโ€™uomo malato. Aveva fatto la stessa cosa anche prima della moltiplicazione dei pani, quando si commosse sulla folla stanca e sfinita e poi โ€œalzรฒ gli occhi al cieloโ€ (Mc 6,41).
Gesรน sente un sussulto nel petto, una forza che viene da dentro, e dice al sordomuto: โ€œEffatร !โ€, ossia โ€œApriti!โ€. รˆ una sola parola, ma sgorga da un cuore pieno dellโ€™amore di Dio. โ€œSubito ย– nota lโ€™evangelista ย– si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamenteโ€. Tornano in mente le parole del centurione: โ€œSignore, diโ€™ soltanto una parola e il mio servo sarร  guaritoโ€ (Mt 8,8). E riecheggia la forte esortazione di Isaia al popolo dโ€™Israele schiavo in Babilonia: โ€œDite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete! Ecco il vostro Dio, ย… viene a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordiโ€. Quel giorno, in quellโ€™angolo sperduto dellโ€™attuale Libano del sud, โ€œDio era venuto a salvareโ€ quellโ€™uomo dalla sua malattia. La forza di Dio perรฒ non si manifestava con clamore e strepito. Ci fu solo โ€œunaโ€ parola. Sรฌ, perchรฉ delle parole evangeliche ne basta una sola per cambiare lโ€™uomo, per trasformare la vita; quel che conta รจ che sgorghi da un cuore appassionato come quello di Gesรน e che sia accolta da un cuore bisognoso come quello del sordomuto. Gesรน, potremmo dire, non si rivolge allโ€™orecchio e alla bocca ma allโ€™uomo intero, allโ€™intera persona. รˆ al sordomuto, non al suo orecchio, che dice: โ€œApriti!โ€. Ed รจ lโ€™uomo intero che guarisce โ€œaprendosiโ€ a Dio e al mondo.

รˆ noto lo stretto legame che cโ€™รจ tra la sorditร  e il mutismo. La guarigione richiede che ambedue gli organi vangano sanati, non รจ sufficiente che uno solo sia guarito. Potremmo dire che questo รจ vero anche nel campo della fede cristiana. Cโ€™รจ bisogno anzitutto che lโ€™orecchio (lโ€™uomo) si โ€œapraโ€ allโ€™ascolto della Parola di Dio. Poi la lingua si scioglie per parlare. Quellโ€™uomo, dopo aver ascoltato, potรฉ parlare correttamente. รˆ stretto il legame tra ascolto della parola e capacitร  di comunicare. Chi non ascolta resta muto, anche nella fede. Spesso, commentando le Scritture, si parla della decisivitร  dellโ€™ascolto della Parola di Dio per il credente. Questo miracolo ci fa riflettere altresรฌ sul legame che si instaura tra le nostre parole e la Parola di Dio. Spesso noi non poniamo sufficiente attenzione al peso che hanno le nostre parole, al valore che ha il nostro stesso linguaggio. Eppure attraverso di esso esprimiamo noi stessi molto piรน di quanto crediamo. E non di rado sprechiamo le nostre parole o, peggio, le usiamo male. Lโ€™apostolo Giacomo al capitolo terzo della sua Lettera ci ricorda: con la lingua noi โ€œbenediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Non devโ€™essere cosรฌ, fratelli miei!โ€ (3,9-10).

Questo miracolo ci fa comprendere il bisogno che abbiamo di ascoltare per poter parlare, anzi per poter parlare correttamente. Sรฌ, questo รจ il miracolo del parlare bene, ossia della guarigione da un parlare diviso e cattivo, quale Giacomo stigmatizza. E chi di noi non deve chiedere al Signore di liberarlo da un parlare troppo scorretto, talora persino violento e cattivo, bugiardo e malevolo? Spesso, troppo spesso, dimentichiamo la forza costruttrice o distruttrice della nostra lingua. รˆ necessario perciรฒ anzitutto ascoltare la โ€œParolaโ€ di Dio perchรฉ essa purifichi e fecondi le nostre โ€œparoleโ€, il nostro linguaggio, il nostro stesso modo di esprimerci. Per i cristiani si tratta di una responsabilitร  gravissima, perchรฉ lโ€™unico modo che abbiamo di compiere la comunicazione del Vangelo รจ attraverso il bagaglio delle nostre โ€œparoleโ€. Sono povere, ma incredibilmente efficaci; possono trasportare le montagne, se riflettono la Parola. Gesรน dice: โ€œdi ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannatoโ€ (Mt 12,36-37).

mons. Vincenzo Paglia

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XXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesรน, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidรฒne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decร poli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: ยซEffatร ยป, cioรจ: ยซApriti!ยป. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandรฒ loro di non dirlo a nessuno. Ma piรน egli lo proibiva, piรน essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: ยซHa fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!ยป.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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