
โAmiamoci gli uni gli altriโ. ร lโimperativo che lโapostolo Giovanni non si stanca di rivolgere alla sua comunitร . Egli sa bene quanto lโamore sia centrale nella vita di ogni comunitร cristiana. Lo ha appreso direttamente da Gesรน. E ne ha fatto esperienza personale. Ne ha gustato la tenerezza, ne ha visto la radicalitร e lโampiezza che giungeva sino allโamore per i nemici, anzi sino al dono della stessa vita.
Di questo amore Giovanni รจ stato un testimone privilegiato, un custode attento e un predicatore instancabile. Nella sua prima lettera ne svela la natura e ne indica la fonte: โAmiamoci gli uni gli altri, perchรฉ lโamore รจ da Dio; chiunque ama รจ generato da Dio e conosce Dioโ (1 Gv 4,7). Lโapostolo parla qui di un amore diverso da quello che normalmente noi intendiamo con questo termine. Lโamore, per noi, รจ quel complesso di sentimenti che nasce spontaneo dal cuore, fatto di attrazione, simpatia, desiderio, passione, compiacimento e soddisfazione di sรฉ. Nel linguaggio del Nuovo Testamento per parlare non di questo amore ma di quello di Dio si usa la parola agape. ร questo lโamore che deve presiedere i rapporti tra i discepoli.
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Per comprendere lโamore di Dio (lโagape), pertanto, non bisogna partire dai nostri sentimenti o dalla nostra psicologia ma, appunto, da Dio. Le Sacre Scritture sono il documento privilegiato per comprendere tale amore; esse infatti non sono altro che la narrazione della storia dellโamore di Dio per gli uomini. Pagina dopo pagina, nelle Sacre Scritture scorgiamo un Dio che sembra non darsi pace finche non trova riposo nel cuore dellโuomo. Potremmo parafrasare per il Signore la nota affermazione che santโAgostino applicava allโuomo: Inquietum est cor meumโฆ Davide Maria Turoldo ha parlato del โcuore inquieto di Dioโ, sceso sulla terra per cercare e salvare ciรฒ che era perduto, per dare la vita a ciรฒ che non lโaveva piรน. ร un Dio che si fa mendicante, mendicante di amore. In veritร , mentre Egli stende la mano per chiedere amore, lo offre agli uomini. Egli รจ lo spirito che scende nella materia, รจ la luce che penetra nelle tenebre, per dare vita, per spiritualizzare, per elevare e salvare.
Questo รจ lโamore cristiano: Dio che scende, gratuitamente, nel basso della vita degli uomini per raggiungere lโamato. Sรฌ, Dio รจ inquieto finchรฉ non trova lโuomo, finchรฉ non gli tocca il cuore. Ed รจ a tal punto inquieto โda dare il suo figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eternaโ (Gv 3,16). Lโamore di Dio, potremmo dire, รจ tutto โin discesaโ, si abbassa fino a giungere nel piรน profondo della vita degli uomini, e con una dedizione totale, โsino a dare la vita per i propri amiciโ, come Gesรน stesso dice. Medita ancora Giovanni nella sua prima Lettera: โIn questo sta lโamore (cristiano): non siamo stati noi ad amare Dio, ma รจ lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccatiโ (1 Gv 4,10). ร Dio che ama per primo e ama perfino gli esseri immeritevoli del suo amore. ร, in effetti, un amore totalmente gratuito, anzi immotivato. Dio, infatti, non ama i giusti ma i peccatori, i quali non sono degni di essere amati. Paolo dice che Dio ha scelto le cose che non contano perchรฉ contassero; ha scelto le cose che sono abominevoli di fronte agli uomini, per farne oggetto della sua grazia (1 Cor 1,28). Questo รจ il Dio dei Vangeli. ร un Dio mosso da un amore che sembra attratto proprio dalla mancanza di vita, dalla negazione dellโamore. Dio รจ un amore che si annienta pur di raggiungere il piรน disgraziato degli uomini e arricchirlo della sua amicizia. La storia stessa di Gesรน รจ tutta racchiusa in tale amore. Dio, infatti, non รจ lโEssere in sรฉ, alla maniera del pensiero aristotelico, ma รจ lโEssere per noi, รจ apertura infinita, รจ amore appassionato per noi.
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Se lโintera Scrittura รจ la storia dellโamore di Dio sulla terra, i Vangeli ne mostrano il culmine. Perciรฒ, se vogliamo balbettare qualcosa dellโamore di Dio, se vogliamo dargli un volto e un nome, possiamo dire che lโamore รจ Gesรน. Lโamore รจ tutto ciรฒ che Gesรน ha detto, vissuto, fatto, amato, patitoโฆ Lโamore รจ cercare i malati, รจ avere come amici noti peccatori e peccatrici, samaritani e samaritane, gente lontana, nemica e rifiutata. Lโamore รจ dare la propria vita per tutti, รจ restare soli per non tradire il Vangelo, รจ avere come primo compagno in paradiso un condannato a morte, il ladro pentitoโฆ Questo รจ lโamore di Dio. Davvero รจ altra cosa dallโamore per se stessi, impastato degli sbalzi della nostra psicologia, dei nostri umori. I legami di affetto tra gli uomini basati sullโattrazione โnaturaleโ sono labili, basta poco per rovesciarli e distruggerli. ร diventato raro legarsi per la vita e difficile sentire la definitivitร nei rapporti. Lโamore per sรฉ, che ha nella soddisfazione personale piรน che nella felicitร altrui la sua ragione dโessere, non รจ cosรฌ forte da resistere alle tempeste e ai problemi della vita. Tante, tantissime sono le vittime che cadono su questo fragile e sdrucciolevole terreno. Solo lโamore di Dio รจ come la roccia salda che ci risparmia dalla distruzione, perchรฉ prima dellโio cโรจ lโaltro. Gesรน ce ne ha dato lโesempio anzitutto con la sua stessa vita. Puรฒ dunque dire ai discepoli: โCome il Padre ha amato me, anchโio ho amato voi. Rimanete nel mio amoreโ (Gv 15,9).
Il rapporto esistente tra il Padre e il Figlio รจ posto come modello e fonte dellโamore cristiano. Certo, non puรฒ nascere da noi un tale amore; possiamo perรฒ riceverlo da Dio. Se รจ accolto, genera una fraternitร ampia, universale, che non conosce nemici. Genera insomma una nuova comunitร di uomini e donne, ove lโamore di Dio si incrocia, quasi sino allโidentificazione, con lโamore vicendevole. Lโuno infatti รจ causa dellโaltro. Un noto teologo russo amava dire: โNon permettere che la tua anima dimentichi questo motto degli antichi maestri dello spirito: dopo Dio considera ogni uomo come Dio!โ. Questo tipo di amore รจ il segno distintivo di chi รจ generato da Dio. Ma non รจ proprietร acquisita una volta per tutte, nรฉ appartiene di diritto a questo o a quel gruppo. Lโamore di Dio non conosce limiti e confini di nessun genere; supera il tempo e lo spazio; infrange ogni barriera di etnia, di cultura, di nazione, persino di fede, come si legge negli Atti degli Apostoli quando lo Spirito riempรฌ anche la casa del pagano Cornelio. Lโagape รจ eterna. Tutto passa, persino la fede e la speranza, ma lโamore resta per sempre. Neppure la morte lo infrange, anzi รจ piรน forte di essa. A ragione Gesรน puรฒ concludere: โVi ho detto queste cose perchรฉ la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia pienaโ (Gv 15,11).
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V DOMENICA DI PASQUA โ ANNO B
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- Colore liturgico: Bianco
- At 9, 26-31; Sal.21; 1 Gv 3, 18-24; Gv 15, 1-8
Gv 15, 1-8
Dal Vangelo secondo Giovanni
1ยซIo sono la vite vera e il Padre mio รจ lโagricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perchรฉ porti piรน frutto. 3Voi siete giร puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non puรฒ portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, cosรฌ neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perchรฉ senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarร fatto. 8In questo รจ glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 29 Aprile – 05 Maggio 2018
- Tempo di Pasqua V
- Colore Bianco
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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