Commento al Vangelo del 31 liglio 2010 – don Mauro Pozzi

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Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

DATE LORO DA MANGIARE

La lettura di Isaia รจ un invito a cercare il vero nutrimento. Non di solo pane vive lโ€™uomo dice Gesรน respingendo la tentazione. Incontrare Dio รจ come nutrirsi di pane, vino e latte. Il Maestro riprende questa immagine veterotestamentaria moltiplicando il pane e facendosi lui stesso nutrimento per noi nellโ€™Eucarestia. La morte del Battista rattrista molto Gesรน. Giovanni era suo cugino, oltre a essere il piรน grande profeta mai nato. Cโ€™รจ dunque un motivo personale per essere addolorato, e anche lโ€™amarezza di vedere incompreso un cosรฌ grande personaggio. รˆ la stessa sorte che toccherร  al Maestro stesso. Cosรฌ si ritira per pregare, come faceva sempre e soprattutto nei momenti difficili. La folla perรฒ lo segue, i segni che Gesรน ha compiuto sono cosรฌ grandi che tutti lo cercano. Questa gente rappresenta lโ€™umanitร  sofferente, che cerca una guida e una consolazione. Hanno sete della sua parola, hanno fame perchรฉ il cammino รจ stato lungo, sono malati. Il Signore si commuove a vedere questo bisogno e non si sottrae, iniziando a guarire gli ammalati. Lui stesso si รจ fatto uomo per amore dellโ€™uomo, perchรฉ ha una grande compassione. Gli Apostoli si preoccupano che la gente possa andare a comprarsi il cibo, ma Gesรน li sfida: date loro voi stessi da mangiare. Vuole farci capire che se siamo suoi figli, dobbiamo avere a cuore la gente come ce lโ€™ha lui. Questa รจ la vocazione di ogni cristiano: vivere la caritร , cioรจ lโ€™amore. Naturalmente i discepoli trasecolano, come possono assolvere a un compito cosรฌ grande? Abbiamo solo cinque pani e due pesci, come dire niente. Ebbene รจ la stessa cosa che succede anche a noi adesso. Il mondo sembra ignorare Dio, sembra infischiarsene della religione, come possiamo essere incisivi, o semplicemente farci ascoltare? Lasciando che Gesรน benedica la nostra povertร ! La vera moltiplicazione che opera, non รจ quella del cibo, ma della capacitร  dei discepoli di intervenire. Oggi il Signore ci chiede di essere cristiani vivendo la caritร  come fedeli, lavoratori, genitori, sacerdoti, religiosi. Non รจ impossibile, nรฉ troppo difficile, a patto che non crediamo che tutto dipenda da noi. Se mettiamo nelle sue mani le nostre povere forze, i nostri pochi pani e pesci, allora siamo sicuri che lui aggiungerร  generosamente tutto quello che manca. Quello che il Maestro ci chiede รจ la disponibilitร . Se non ci prestiamo nemmeno lui non potrร  servirsi di noi. Non dobbiamo mai aver paura. I santi non pregano di diventare grandi, ma solo di essere strumenti nelle sue mani. Impariamo a farlo anche noi.

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