Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 31 dicembre 2017.
I figli di Eli, sacerdote del Signore a Silo, erano depravati e non prestavano alcuna attenzione ai richiami del padre (1 Sam 2,12). Un giorno si presentรฒ da Eli un uomo di Dio che gli annunciรฒ: โNella tua casa non si troverร mai piรน un vecchioโ (1 Sam 2,32). Non era la promessa che i suoi discendenti sarebbero stati liberati dai fastidi legati allโassistenza delle persone anziane e malate, ma lโannuncio di una terribile sciagura: sarebbero mancati per sempre gli educatori delle nuove generazioni, i custodi delle sacre tradizioni, i responsabili della trasmissione della fede. I suoi nipoti non avrebbero mai sperimentato la commozione del salmista che esclamava: โO Dio, noi abbiamo udito con le nostre orecchie, i nostri padri ci hanno narrato le gesta da te compiute nei tempi antichiโ (Sl 44,1-2).
In Israele vigeva il precetto โOnora il padre e la madreโ, tuttavia, la formazione delle nuove generazioni era spesso segnata da tensioni e conflitti. Cโerano giovani viziati e arroganti (1 Re 12,8) e giovani giudiziosi; vecchi saggi che guardavano, con serenitร e fiducia, oltre gli orizzonti angusti del loro tempo e vecchi ottusi che si battevano per un nostalgico ritorno al passato, cercando, in tutti i modi, di frenare gli slanci verso il futuro.
La riconciliazione generazionale รจ indicata dai profeti come il segno dellโavvento dei tempi messianici. LโAntico Testamento si chiude con lโannuncio del ritorno di Elia che farร tornare il cuore dei padri ai figli e il cuore dei figli ai loro padri (Mal 3,24) e il Nuovo Testamento si apre con le parole dellโangelo a Zaccaria: โElisabetta ti darร un figlio, egli camminerร dinanzi al Signore, per riconciliare i padri con i figliโ (Lc 1,13-17).
Nelle famiglie dove manca la persona anziana, la vita puรฒ, in certi momenti, essere piรน agevole, ma certo รจ piรน povera di umanitร .
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Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โAnche quando verranno meno le mie forze, il mio cuore rimarrร giovaneโ.
[…il commento continua qui sotto ]
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[accordion title=”Chi รจ Fernando Armellini” load=”hide”]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโUniversitร di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโestero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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Approfondiamo le Scritture
Prima Lettura (Sir 3,2-6.12-14)
2 Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli,
ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
3 Chi onora il padre espia i peccati;
4 chi riverisce la madre รจ come chi accumula tesori.
5 Chi onora il padre avrร gioia dai propri figli
e sarร esaudito nel giorno della sua preghiera.
6 Chi riverisce il padre vivrร a lungo;
chi obbedisce al Signore dร consolazione alla madre.
12 Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
13 Anche se perdesse il senno, compatiscilo
e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
14 Poichรฉ la pietร verso il padre non sarร dimenticata,
ti sarร computata a sconto dei peccati.
Il Siracide รจ un libro dellโAT che contiene molti consigli, buoni e utili, per le piรน svariate situazioni della vita. Insegna il modo di comportarsi con gli amici, con gli ospiti, con le donne, come amministrare il denaro, quali rapporti mantenere con i capi, con i servi, con i discepoliโฆ Una buona parte del libro รจ dedicata alla vita familiare, ai doveri del marito e della moglie, agli obblighi dei figli verso i genitori e viceversa. Si puรฒ utilmente leggere qualche gustoso versetto, ad esempio in Sir 30,1-13 e 42,9-14, anche se alcuni ammaestramenti che vi si trovano non possono piรน essere applicati alla lettera: certi metodi educativi sono sicuramente obsoleti.
Lโautore, un certo Ben Sira, da cui prende nome il libro, รจ un saggio rabbino vissuto nel 200 a.C., studioso della Bibbia della quale ha assimilato il messaggio e dalla quale trae consigli utili per tutti.
Al tempo di Gesรน, il Siracide, pur non figurando fra i libri santi di Israele, era usato dai maestri per educare i giovani. Anche i cristiani lo hanno sempre apprezzato, al punto che, dopo i Salmi, fu il libro piรน letto di tutto lโAT. Lo stesso nome con cui in passato veniva chiamato, Ecclesiastico, significa โlibro da leggersi nelle chieseโ.
Il brano riportato nella lettura di oggi parla dei doveri dei figli nei confronti dei genitori. Lo introduciamo richiamando il primo versetto del capitolo, non riportato nella lettura, perchรฉ ci permette di cogliere lโidentitร dellโautore, un padre di famiglia preoccupato di insegnare ai propri figli il cammino della vita: โFigli, ascoltatemi, sono vostro padre, comportatevi in modo da essere salvatiโ (Sir 3,1).
Salvare nella Bibbia significa โcollocare in un luogo ampio, spaziosoโ. ร il contrario di rendere schiavo, ridurre alle strette.
Istruito dallโesperienza accumulata lungo gli anni, Ben Sira sa che i giovani corrono il pericolo di ripiegarsi sui loro progetti, di pensare solo a se stessi. Cosรฌ, per un malinteso anelito alla completa indipendenza, possono cadere nella piรน subdola delle ristrettezze, quella dellโegoismo. Cโรจ un modo per salvarli dalla grettezza del cuore: educarli alla riconoscenza, renderli attenti ai bisogni degli altri, soprattutto alle necessitร di coloro dai quali hanno ricevuto la vita. โOnora tuo padre e non scordare le doglie di tua madre. Ricordati che essi ti hanno generato; come contraccambierai quanto ti hanno dato?โ (Sir 7,27-28).
Nella prima parte della lettura (vv. 2-6), Ben Sira riassume con il termine onorare il comportamento che i figli devono tenere nei confronti dei genitori. Ripete per ben cinque volte questo verbo e lo applica indistintamente sia al padre che alla madre. In un mondo in cui la donna era ancora discriminata e considerata inferiore allโuomo, questa non รจ una novitร da poco. Non si tratta di una novitร assoluta, perchรฉ Ben Sira lโha ereditata dai libri santi del suo popolo. Il primo comandamento che compare, dopo quelli che riguardano Dio, รจ infatti: โOnora tuo padre e tua madreโ (Es 20,12; Dt 5,16).
Il primo significato del verbo onorare, quello piรน ovvio e immediato, รจ far onore. Ai figli รจ richiesto di condurre una vita buona, integra, corretta in modo che i genitori possano sentirsi orgogliosi di loro.
Il secondo dovere dei figli espresso con il verbo onorare รจ quello di assistere economicamente i genitori quando si trovano nel bisogno. Al tempo di Ben Sira i vecchi non ricevevano la pensione e, dopo una vita di fatiche e di sacrifici, erano costretti a volte a vivere in ristrettezze umilianti. Nessun figlio deve sopportare di vedere i propri genitori in tali condizioni.
Cโรจ infine un terzo significato del verbo onorare. Nella lingua ebraica vuol dire: avere peso. I genitori devono essere onorati, continuando a dare loro il peso che meritano. ร unโesperienza drammatica per le persone anziane sentirsi snobbate, a volte, addirittura derise e rendersi conto che le loro parole, i loro consigli, le loro raccomandazioni, i loro gesti di affetto non hanno piรน alcun peso.
A Dio รจ molto gradito lโamore dei figli verso i genitori. Questo traspare chiaramente dalle promesse di benedizione fatte a coloro che si prendono cura del padre e della madre. Ben Sira ne enumera cinque.
Lโamore verso i genitori โ dice โ espia i peccati (vv. 3.14). Non significa che Dio riduce il debito che si ha nei suoi confronti in proporzione dei servizi resi ai genitori. Prestare ai genitori le proprie cure, dedicare loro affetto e premure รจ unโopportunitร da non lasciar sfuggire: fa maturare, aiuta a scoprire i veri valori della vita, stacca da ciรฒ che รจ effimero, allontana dal peccato.
Lโamore ai genitori fa accumulare tesori davanti a Dio (v. 4). Forse davanti agli uomini fa perdere tempo, riducendo le opportunitร di successo e di accumulare beni in questo mondo. La valutazione da tenere in conto non รจ quella degli uomini, ma quella che dร il Signore al termine della vita.
Chi onora i genitori sarร a sua volta onorato dai figli (v. 5). Sentenza saggia! I figli, lo sappiamo, imparano con gli occhi piรน che con le orecchie. Essi vedono e non dimenticano il comportamento dei loro genitori nei confronti dei nonni.
Le attenzioni verso i figli possono anche essere manifestazioni di amore possessivo, quelle verso i nonni, soprattutto quando sono bisognosi di tutto, non possono mai essere equivocate, sono unโimpareggiabile lezione di vita.
La preghiera di chi onora i genitori sarร esaudita (v. 5). Lโamore verso i genitori produce una sensibilitร interiore che avvicina a Dio. Quando manca questo amore, il rapporto con il Signore diviene una formalitร , una pratica religiosa fredda e senza cuore che non interessa a Dio.
Infine, chi onora i genitori avrร una lunga vita (v. 6). Solo molto tardi (nel II secolo a.C.) in Israele si รจ cominciato a credere in una vita oltre la morte, prima si pensava solo a questa vita terrena, per cui il sommo bene era morire come Abramo โin felice canizie, vecchio e sazio di giorniโ (Gn 25,8). Non poteva mancare la promessa di questa benedizione per chi si prende cura dei propri genitori (Dt 5,16; Es 20,12).
Nella seconda parte della lettura (vv. 12-14) viene suggerito il comportamento da tenere nei confronti dei genitori anziani. Puรฒ succedere che lโindebolimento non li raggiunga solo nel fisico, ma li colpisca anche nella mente. Accudire chi ha perso la memoria, chi ripete sempre le stesse frasi noiose e a volte addirittura offensive, รจ molto gravoso, eppure quello รจ il momento di manifestare fino in fondo il proprio affetto.
La lettura parla solo dei doveri dei figli ed รจ comprensibileโฆ Ben Sira รจ un vecchio. Giustamente i figli vorrebbero che fosse rivolta una parola anche ai genitori perchรฉ โ lo sappiamo โ non sempre sono esemplari. Vanno โonoratiโ ugualmente?
Lโamore vero รจ sempre gratuito e incondizionato. Non si ama una persona perchรฉ รจ buona, ma la si fa diventare buona amandola. Se questo vale nei confronti di tutti, vale, soprattutto nei riguardi dei genitori. Amarli non significa favorirne i difetti e i limiti, assecondarne i capricci, ma comprenderli e aiutarli. Non li si โonoraโ se non si cerca di far loro superare certi comportamenti sgarbati, certe abitudini antipatiche, certi modi di parlare poco cortesi.
Quando poi si creano situazioni irrecuperabiliโฆ allora non rimane che la pazienza.
Seconda Lettura (Col 3,12-21)
12Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontร , di umiltร , di mansuetudine, di pazienza; 13sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, cosรฌ fate anche voi. 14Al di sopra di tutto poi vi sia la caritร , che รจ il vincolo di perfezione. 15E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perchรฉ ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!
16La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. 17E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesรน, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
18Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. 19 Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse. 20 Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciรฒ รจ gradito al Signore. 21 Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perchรฉ non si scoraggino.
Il vestito รจ importante: ci differenzia dagli animali che vanno nudi ed รจ il prolungamento del nostro corpo. Rivela i nostri gusti e i nostri sentimenti, mostra se siamo allegri o in lutto, se รจ un giorno di festa o lavorativo. Non puรฒ essere imposto, perchรฉ ognuno ha il diritto di scegliere lโimmagine che desidera dare di sรฉ.
Nel linguaggio biblico, lโabito รจ il simbolo delle opere che manifestano allโesterno le disposizioni interiori, le scelte del cuore.
Il cristiano che nel battesimo รจ risorto con Cristo a nuova vita, non puรฒ continuare ad indossare lโabito vecchio. โDeponete lโuomo vecchio con la condotta di prima, lโuomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e rivestite lโuomo nuovoโ (Ef 4,22-24) โ raccomanda Paolo โ che ricorre altre volte alla medesima immagine: โRivestitevi di Gesรน Cristoโ (Rm 13,14), โvi siete rivestiti di Cristoโ (Gal 3,27). La riprende anche nella Lettera ai colossesi: โAvete rivestito lโuomo nuovoโ (Col 3,10) e, nei versetti seguenti, la sviluppa. ร la lettura di oggi.
Nella prima parte (vv. 12-15), Paolo elenca le caratteristiche dellโabito del cristiano: โRivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontร , di umiltร , di mansuetudine, di pazienza, di sopportazione, di perdono vicendevoleโ. Contiamo le stoffe di cui รจ fatto: sono sette e tutte pregiate, direi quasi introvabili.
Ma non รจ ancora completa la descrizione della divisa del cristiano. Occorre anche cingersi con un vincolo che dia un tocco di eleganza e di finezza a tutto il resto: la caritร . Questa non si riduce ad un vago sentimento, ma si manifesta in un costante atteggiamento di servizio al fratello, nella disponibilitร a sacrificarsi per lui.
Questa divisa non รจ riservata solo a qualcuno. Ogni cristiano la deve indossare, รจ uguale per tutti: uomini e donne, sacerdoti, suore e laici; va indossata giorno e notte, non ci si puรฒ mai spogliare.
Nella parte centrale della lettura (vv. 16-17) sono indicati alcuni mezzi per mantenere o costruire lโarmonia fra i membri della famiglia.
โLa parola di Cristo dimori tra voi abbondantementeโ (v. 16). ร lโinvito a meditare insieme il vangelo. La famiglia che, con regolaritร , riesce a trovare un momento da dedicare alla lettura di una pagina del vangelo, pone solide basi per trovare sempre un accordo e per fare scelte illuminate.
โAmmaestratevi, ammoniteviโ (v. 16). Quando lโintesa รจ creata dalla scelta della parola di Cristo come punto di riferimento, รจ possibile instaurare un dialogo costruttivo. I consigli e le osservazioni non vengono interpretati come intromissioni indebite, come ingerenze in ciรฒ che non ci riguarda, ma come manifestazioni di premura affettuosa per la persona che si ama.
โCantando a Dio inni e cantici spiritualiโ.
Quanti accorgimenti, quanti stratagemmi mettiamo in atto per ottenere che nelle nostre famiglie regnino la fiducia reciproca, lโaffiatamento, la concordia. Paolo suggerisce il suo: la preghiera in famiglia.
Nella terza parte della lettura (vv. 18-21), Paolo applica la legge dellโamore ai rapporti fra i membri della famiglia cristiana. Dice anzitutto alle donne che devono essere sottomesse ai loro mariti, poi raccomanda a questi di amare le loro mogli.
In genere alle donne non piace affatto questo linguaggio di Paolo e chiedono come mai egli non dica anche ai mariti: โSiate sottomessi alle vostre mogliโ.
Bisogna riconoscere che le mogli hanno delle buone ragioni per lamentarsi, tuttavia va capito ciรฒ che Paolo intende realmente affermare. ร vero che non usa per i mariti la parola servire, ma ne impiega unโaltra che significa esattamente la stessa cosa: amare. Per un cristiano โamareโ non significa forse โdivenire servoโ? Il Maestro ha dettato ai suoi discepoli, a uomini e donne, senza distinzione, la norma che deve orientare i comportamenti: โColui che vorrร essere il primo tra voi, si farร vostro schiavo; appunto come il Figlio dellโuomo, che non รจ venuto per essere servito, ma per servireโ (Mt 20,27-28).
Nel versetto conclusivo Paolo raccomanda ai figli lโobbedienza. A differenza di Ben Sira, ha una parola anche per i genitori: stiano attenti a non cadere nellโautoritarismo che non educa, ma irrigidisce, crea sfiducia, esaspera i figli.
Vangelo (Lc 2,22-40)
22 Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosรจ, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, 23 come รจ scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarร sacro al Signore; 24 e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
25 Ora a Gerusalemme cโera un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto dโIsraele; 26 lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. 27 Mosso dunque dallo Spirito, si recรฒ al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesรน per adempiere la Legge, 28 lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
29 โOra lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30 perchรฉ i miei occhi han visto la tua salvezza,
31 preparata da te davanti a tutti i popoli,
32 luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israeleโ.
33 Il padre e la madre di Gesรน si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34 Simeone li benedisse e parlรฒ a Maria, sua madre: โEgli รจ qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35 perchรฉ siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerร lโanimaโ.
36 Cโera anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuรจle, della tribรน di Aser. Era molto avanzata in etร , aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, 37 era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
39 Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro cittร di Nazaret. 40 Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.
La legge giudaica prescriveva che tutti i primogeniti, sia degli uomini che degli animali, fossero offerti al Signore (Es 13,1-16). I bambini, che, evidentemente, non potevano essere sacrificati, venivano riscattati: i genitori portavano ai sacerdoti del tempio un animale puro perยญchรฉ fosse immolato al posto del figlio; i ricchi offrivano un agnello, i poveri un paio di colombe o di tortore. Maria e Giuseppe si sottomettono a questa disposizione e Luca non si lascia sfuggire lโopportunitร di rilevare che la famiglia di Nazaret non era in grado di offrire un agnello, apparteneva cioรจ alla classe dei poveri.
Dopo aver richiamato questo tema, lโevangelista ne introduce subito un secondo: lโosservanza scrupolosa, da parte della sacra famiglia, di tutte le prescrizioni della legge del Signore. Ribadendolo con unโinsistenza quasi eccessiva (vv. 22.23.24.27.39), vuole sottolineare che, fin dai primi anni della sua vita, Gesรน ha adempiuto fedelmente la volontร del Padre, espressa nelle sacre Scritture.
Il messaggio รจ rivolto a tutti i genitori cristiani, il cui compito non รจ solo quello di dare ai figli unโistruzione, un lavoro e un inserimento nel tessuto della societร civile. Essi sono chiamati a una missione piรน importante: consacrare i figli al Signore, fin dai primi giorni della loro vita. Non devono sottoporli a particolari riti, ma inculcare in loro profonde convinzioni. Educare alla fede รจ molto piรน che insegnare preghiere e imporre lโadempimento di pratiche religiose; significa porre nel cuore dei figli lโamore per โla viaโ percorsa da Gesรน, equivale a consegnarli al Signore affinchรฉ egli li trasformi in costruttori di pace e di un mondo nuovo.
I bambini โ lo sappiamo โ apprendono piรน con gli occhi che con le orecยญchie. La vita cristiana dei genitori รจ il modo migliore per dare cateยญchesi ai figli. Se i genitori pregano in casa, i figli imparano a preยญgare con loro; se i genitori leggono la Bibbia, i figli imparano a cercare la luce della loro vita nella parola di Dio; se i genitori parteยญcipano fedelmente agli incontri della comunitร cristiana, i figli li seยญguono e divengono cristiani impegnati; se i genitori praticano lโamore, il perdono, la generositร verso i fratelli, i figli li imitano. ร cosรฌ che i genitori cristiani consacrano i loro figli al Signore.
Nella seconda parte del brano (vv. 25-35), che costituisce il centro del vangelo di oggi, entra in scena un vecchio, Simeone, definito โuomo giusto e timorato di Dio che aspettava il conforto dโIsraeleโ (v. 25).
Man mano trascorrono gli anni, si accumulano spesso anche le amarezze e le persone anziane amano volgere lo sguardo al passato. Arrivano i giorni dei quali si dice: โMi fanno nausea!โ, in cui si dorme poco e male, โci si sveglia al cinguettio degli uccelli e tutti i ritmi delle canzoni si affievolisconoโ (Qo 12,1.4). Allora ci si rifugia volentieri nel ricordo della giovinezza, ci si abbandona a un malinconico rimpianto e si esclama con il Qoelet: โCapelli neri e giovinezza sono un soffio!โ (Qo 11,10).
Simeone insegna come invecchiare. Anchโegli ricorda, ma non si rammarica; non recrimina sul presente, non si lamenta che โi tempi antichi erano miglioriโ (Qo 7,10); ricorda le promesse di Dio e ne attende, con incrollabile fiducia, la realizzazione.
ร un vecchio esemplare: non vuole tornare giovane perchรฉ sa di aver portato a compimento la propria vita, lasciandosi sempre guidare dallo Spirito; sente le forze declinare, eppure rimane capace di coltivare grandi speranze.
ร vissuto alla luce della parola di Dio, per questo, anche se si rende conto che i suoi giorni sono ormai al termine, non teme la morte; รจ felice e chiede al Signore di accoglierlo nella sua pace.
Non si angoscia per il male che vede attorno a sรฉ, non si lascia prendere dallโimpazienza nรฉ si dispera se ancora verifica, un poโ ovunque, il persistere di violenze e ingiustizie.
Dialoga con Dio e guarda avanti, cosciente che, a breve termine, nulla cambierร . Tuttavia gioisce, contemplando lโaurora del mondo nuovo; si rallegra come lโagricoltore che, al termine della stagione delle semine, sogna le grandi piogge e lโabbondante raccolto.
Non รจ egoista, Simeone, non pensa a se stesso, al proprio tornaconto, ma agli altri, allโumanitร intera, alla gioia che tutti sperimenteranno, quando il regno di Dio si sarร instaurato.
Simeone prende il bambino dalle braccia dei suoi genitori (v. 28). Con questo gesto egli diviene lโimmagine del popolo dโIsraele che, per tanti secoli, ha atteso il messia; ora lo accoglie e, con gioia, benedice il Signore: โI miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israeleโ (v. 30-32).
Simeone attendeva la consolazione dโIsraele (v. 25), certo ricordando la promessa del Signore: โCome una madre consola un figlio cosรฌ io vi consolerรฒ; in Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirร il vostro cuoreโ (Is 66,13-14).
Simeone ha gioito quando ha visto e ha stretto fra le braccia il messia di Dio. Ora lo consegna, in nome di Israele, a tutti i popoli.
In questa scena commovente รจ raffigurato il compito della trasmissione della fede allโinterno di ogni famiglia. Ogni generazione di cristiani, dopo aver accolto il Signore, dalle mani dei padri, lo porge lieta ai figli e ai nipoti, affinchรฉ divenga, anche per loro, la luce che dร senso a ogni evento della vita.
Simeone continua con una seconda profezia, rivolta a Maria. Suo figlio diverrร un segno di contraddizione: per qualcuno significherร salvezza, per altri costituirร un motivo di rovina e una spada trafiggerร lโanima della madre (vv. 34-35).
Anche Luca, come Giovanni, introduce, fin dallโinizio del suo vangelo, il tema del conflitto provocato dalla luce di Dio, destinata ad illuminare tutte le genti. I malvagi โnon vogliono saperne della luce, fuggono veloci quando spunta il giornoโ (Gb 24,16.18).
Lโimmagine della spada che trafiggerร lโanima รจ stata interpretata in passato come lโannuncio del dramma di Maria ai piedi della croce. Non รจ cosรฌ. La madre di Gesรน รจ qui intesa come il simbolo dโIsraele. Nella Bibbia, Israele (nome femminile in ebraico) รจ una donna, una sposa che, resa feconda da Dio, concepisce, dร alla luce e offre al mondo il proprio figlio. Nessuna meglio di Maria potrebbe rappresentare questa madre Israele. Simeone intuisce il dramma del suo popolo: in Israele โ dichiara โ si realizzerร una profonda lacerazione. Di fronte al messia, allโinviato dal cielo, qualcuno spalancherร mente e cuore e accoglierร la salvezza, altri si chiuderanno nel rifiuto, decretando la propria rovina.
Luca ha presente la situazione delle sue comunitร in cui molti credenti sono stati emarginati, a causa della loro fede in Cristo, dai loro migliori amici e dagli stessi famigliari. Piรน avanti nel suo vangelo, con un chiaro riferimento a questa profezia, riporterร lโaffermazione di Gesรน: โPensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. Dโora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suoceraโ (Lc 12,51-53).
Nella terza parte del brano (vv. 36-38) compare unโaltra persona anziana: la proยญfetessa Anna. Ha ottantaquattro anni e questo numero, che รจ il risultato di 7ร12, ha un chiaro significato simbolico: 7 indica la perfezione, menยญtre 12 rappresenta il popolo dโIsraele. Anna รจ dunque la donna-Israele che, compiuta la sua missione, consegna al mondo lโatteso messia.
Questa profetessa รจ della tribรน di Aser, la piรน piccola, la piรน insignificante di tutte le tribรน dโIsraele, difatti, nella benedizione che, prima di morire, Mosรจ pronuncia sul suo popolo, compare per ultima (Dt 33,24). La ragione per cui Luca rileva il fatto che Anna appartiene a questa tribรน รจ per mostrare, una volta di piรน, che i poveri sono i meglio disposti a riconoscere in Gesรน il salvatore.
Anna รจ stata una donna fedele al marito al punto di non risposarsi piรน. La sua scelta ha per lโevangelista un significato teologico: come il vecchio Simeone, Anna รจ il simbolo del resto fedele del popolo dโIsraele, la sposa del Signore. Nella sua vita ha avuto un solo amore, poi รจ vissuta nel lutto della vedovanza fino al giorno in cui ha riconosciuto in Gesรน il suo Signore. Allora ha di nuovo gioito, come la sposa che ritrova finalmente lo sposo.
Anna non si รจ allontanata dal tempio del Signore (v. 37). ร quella la casa del suo sposo. Non va alla ricerca di amanti, non spreca il tempo con gli idoli, non passa di casa in casa per tirare sera in chiacchiere vuote, in pettegolezzi e maldicenze. Sa che i giorni della vita sono preziosi e devono essere trascorsi nellโintimitร con il Signore e a serยญvizio della comunitร .
Le persone anziane non si sentono mai inutili quando vivono in attesa della venuta del Signore: possono sempre svolgere tanti servizi che, anche se umili, sono preziosi e danno gioia ai fratelli. Hanno, soprattutto, come lโanziana profetessa, il compito di parlare di Gesรน a tutti coloro che sono alla ricerca di un senso della vita. Lโesperienza spirituale di cui si sono arricchiti costituisce lโereditร piรน preziosa che devono lasciare alle nuove generazioni.
Il brano si conclude (vv. 39-40) con il ritorno a Nazaret della sacra famiglia e con lโannotazione riguardante la crescita di Gesรน. Egli non era differente dai bambini del suo villaggio se non perchรฉ โera pieno di sapienza e la grazia di Dio era sopra di luiโ. Pur essendo il figlio di Dio, accettรฒ in tutto la nostra conยญdizione umana e condivise, fin dallโinfanzia, tutte le nostre esperienze.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
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III Domenica di Avvento – Anno B
- Colore liturgico: Viola
- Is 61, 1-2. 10-11;
- Sal. Lc 1, 46-50.53-5;
- 1 Ts 5, 16-24;
- Gv 1, 6-8. 19-28
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Gv 1, 6-8. 19-28
Dal Vangelo secondo Giovanni
6Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perchรฉ tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
19Questa รจ la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: ยซTu, chi sei?ยป. 20Egli confessรฒ e non negรฒ. Confessรฒ: ยซIo non sono il Cristoยป. 21Allora gli chiesero: ยซChi sei, dunque? Sei tu Elia?ยป. ยซNon lo sonoยป, disse. ยซSei tu il profeta?ยป. ยซNoยป, rispose. 22Gli dissero allora: ยซChi sei? Perchรฉ possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?ยป. 23Rispose: ยซIo sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaiaยป. 24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: ยซPerchรฉ dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, nรฉ Elia, nรฉ il profeta?ยป. 26Giovanni rispose loro: ยซIo battezzo nellโacqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandaloยป. 28Questo avvenne in Betร nia, al di lร del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 17 – 23 Dicembre 2017
- Tempo di Avventoย III
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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