Commento al Vangelo del 3 settembre 2017 – dom Luigi Gioia

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Il commento alle Letture di domenicaย  3 settembre 2017 (audio e testo), XXII domenica del Tempo Ordinario, a cura di dom Luigi Gioia.

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File audio prelevato dal sito web di dom Luigiย  ed il testo del commento รจ presente nel libro “Mi guida la Tua mano – Omelie sui vangeli domenicali. Anno A” disponibile nelle seguenti librerie:

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La corazza che separa

Tu mi sei di scandalo -dice Gesรน a Pietro- perchรฉ non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini! Esiste un pensare secondo gli uomini e un pensare secondo Dio e la differenza tra l’uno e l’altro si manifesta soprattutto quando siamo esposti a sfide che determinano la nostra esistenza.

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Siamo sfidati in modo decisivo quando Gesรน ci dichiara Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi seguaโ€. E poi aggiunge: Chi vuole salvare la propria vita la perderร , ma chi perderร  la propria vita per causa mia, la troverร โ€. Il โ€˜pensare secondo Dio’, in questo caso, consiste prima di tutto nel coraggio di interrogare queste esortazioni per capire esattamente in cosa consista il โ€˜se stesso’ che ci รจ chiesto di rinnegare, la โ€˜vita’ che dobbiamo essere pronti a perdere.

Vi sono un โ€˜se stesso’ e una โ€˜vita’ che Paolo denuncia come alienanti: Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontร  di Dio, ciรฒ che รจ buono, a lui gradito e perfetto. รˆ la parte di me che non solo si oppone a Dio, ma mi divide interiormente: In me, nella mia carne… vedo un’altra legge (un altro me stesso) che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato che รจ nelle mie membra. Il โ€˜se stesso’ che Gesรน invita a rinnegare รจ quello che Paolo chiama โ€˜carne’, cioรจ tutto quello che รจ mortifero, che รจ negazione di vita autentica: la carne tende alla morte. รˆ un istinto di sopravvivenza che ci rende ciechi: ci fa percepire gli altri come una minaccia, alimenta in noi la gelosia, il rancore, l’ostilitร , l’odio e soprattutto il desiderio di vendetta. รˆ la corazza della quale ci siamo armati: ci protegge, ma al tempo stesso ci separa dagli altri e da Dio. Accediamo al vero โ€˜se stesso’, alla vera โ€˜vita’ solo quando troviamo il coraggio di deporre questa armatura, aprendoci a Dio e assumendo la fatica e il travaglio della lunga metamorfosi da crisalide in farfalla, ciรฒ che Gesรน chiama โ€˜croce’.

Il โ€˜pensare secondo Dio’ infatti ha anche bisogno di capire cosa voglia dire la โ€˜croce’ che Gesรน ci invita ad abbracciare quando dice prenda la sua croce e mi segua. Liberiamoci una volta per tutte dall’identificazione tra croce e sofferenza. La croce non รจ la sofferenza stessa, ma il modo nel quale affrontiamo questa sofferenza.

Vi รจ una misura di dolore, di prova, di angoscia che non Dio, ma le circostanze della vita inevitabilmente ci somministrano. Essa comprende le amarezze, i dispiaceri quotidiani, le incomprensioni, le cattiverie di cui siamo prima o poi tutti vittime; include le malattie che prima o poi ci affliggono, a volte anche molto gravi e pesanti, e infine la morte, qualunque ne sia la forma. Il male che opera nel mondo, la sofferenza che subiamo, l’ingiustizia e la violenza che attraversano la storia sono conseguenze del nostro peccato, del disequilibrio che nel creato abbiamo introdotto noi. Nasciamo in un mondo che il nostro peccato ha corrotto e ha alterato. Riceviamo in ereditร  un corpo che il Signore aveva creato per essere bello, perfetto, sano, in armonia con il creato, e che invece, a causa della nostra separazione da Dio, รจ diventato preda dell’invecchiamento, di ogni sorta di malattia e che infine cessa di vivere e deve ridiventare polvere. Viviamo in una societร  nella quale dovevano regnare l’amicizia, la tolleranza, il rispetto, e che invece abbiamo trasformato in una giungla dove le ingiustizie e gli squilibri sono endemici, che รจ diventata luogo di solitudine, di emarginazione, di sospetto.

Il fardello di sofferenza inevitabile nelle nostre vite รจ la conseguenza del nostro peccato. Invece, la croce di cui parla Gesรน รจ il modo nuovo che ci รจ offerto di affrontare, sfidare e vincere questa sofferenza. Questo modo nuovo, la โ€˜croce’, consiste prima di tutto nel non aggiungere peccato a peccato, odio a odio, gelosia a gelosia, ribellione a ribellione, omicidio a omicidio. Consiste nel lasciare che la spirale di ingiustizia e di odio si spezzi su di noi attraverso il nostro rifiuto di perpetuarle, di diventarne a nostra volta gli agenti, imitando Gesรน che, ingiustamente accusato e condannato, perdona coloro che gli stavano facendo del male ed ottiene per loro la conversione del cuore.

Tutti soffrono, cristiani e non, buoni e cattivi, credenti e non credenti. La croce รจ nella decisione di non maledire la sofferenza, di non risponderle con la ribellione interiore, con l’odio, l’astio, la disperazione, il suicidio. La croce รจ nella scelta della mitezza, che รจ l’esatto contrario della rassegnazione. La rassegnazione รจ una forma di passivitร , รจ arrendersi, รจ cedere al fatalismo, alla disillusione, al cinismo. Ci vuole invece una determinazione eroica per non rendere male per male, non maledire la sofferenza, pregare per coloro che ci fanno del male, non accusare Dio, ma scoprirlo invece vicino, riconoscerlo non causa, ma compagno del nostro dolore.

In questo risiede la conversione, cioรจ il passaggio dal pensare secondo il mondo al pensare secondo Dio. In questo modo troviamo la nostra vita e vinciamo il mondo. Questa, infine, รจ la grazia che solo il Signore puรฒ farci e che possiamo ricevere solo restando uniti a Gesรน, solo – come ce lo chiede oggi il Vangelo – camminando dietro a Gesรน, seguendo lui: Quando penso a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali. A te si stringe l’anima mia, la forza della tua destra mi sostiene.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 3 settembre 2017 anche qui.

XXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 16, 21-27
Dal Vangelo secondoย Matteo

In quel tempo, Gesรน cominciรฒ a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.

Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: ยซDio non voglia, Signore; questo non ti accadrร  maiยป. Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: ยซVa’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perchรฉ non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!ยป.
Allora Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซSe qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchรฉ chi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร  la propria vita per causa mia, la troverร .

Infatti quale vantaggio avrร  un uomo se guadagnerร  il mondo intero, ma perderร  la propria vita? O che cosa un uomo potrร  dare in cambio della propria vita?
Perchรฉ il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderร  a ciascuno secondo le sue azioniยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 03 – 09 Settembre 2017
  • Tempo Ordinario XXII, Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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