Commento al Vangelo del 5 giugno 2016 – p. Ermes Ronchi

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La vedova di Nain e il ‘miracolo’ che ci chiede Gesรน

padre ermes ronchi[ads2] La donna di Nain aveva giร  pianto la morte del suo uomo. Adesso รจ inghiottita dal dolore piรน atroce, quello che non ha neppure un nome per essere detto: due vite, quella del figlio e la sua, precipitate dentro un’unica bara.

Quante storie cosรฌ anche oggi. Perchรฉ questo accanirsi, questa dismisura del male su spalle fragili? Nella Bibbia cerchi invano una risposta al perchรฉ del dolore. Il Vangelo perรฒ racconta la prima reazione di Gesรน: egli prova dolore per il dolore dell’uomo.

E lo esprime con tre verbi: provare compassione, fermarsi, toccare. Gesรน vede il pianto e si commuove, si lascia ferire dalle ferite di quel cuore. Il mondo รจ un immenso pianto, un fiume di lacrime, ma invisibili a chi ha perduto lo sguardo del cuore. Gesรน sapeva guardare negli occhi di una persona (donna, non piangere) e scoprire dietro un centimetro quadrato di iride vita e morte, dolore e speranza.

C’รจ un solo modo per conoscere un uomo, Dio, un paese, un dolore: fermarsi, inginocchiarsi e guardare da vicino. Guardare gli altri a millimetro di viso, di occhi, di voce, come bambini o come innamorati. Quando ti fermi con qualcuno hai giร  fatto molto per la storia del mondo. Nessun segnale ci dice che quella donna fosse piรน religiosa di altri. Ciรฒ che fa breccia nel cuore di Gesรน รจ il suo dolore.

Quella donna non prega Gesรน, non lo chiama, non lo cerca, ma tutto in lei รจ una supplica senza parole, e Dio ascolta l’eloquenza delle lacrime, risponde al pianto silenzioso di chi neppure si rivolge a lui. E si fa vicino, vicino come una madre al suo bambino. Gesรน vede, si ferma e tocca. Ogni volta che Gesรน si commuove, tocca: il lebbroso, il cieco, la bara del ragazzo di Nain. Toccare รจ parola dura, che ci mette alla prova, perchรฉ non รจ spontaneo toccare il contagioso, l’infettivo, il mendicante, la bara. Non รจ un sentimento รจ una decisione.

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Si accosta, tocca, parla: Ragazzo dico a te, alzati. Levati, alzati, sorgi, il verbo usato per la risurrezione.

E lo restituรฌ alla madre, restituisce il ragazzo all’abbraccio, all’amore, agli affetti che soli ci rendono vivi, alle relazioni d’amore nelle quali soltanto troviamo la vita.

E tutti glorificavano Dio dicendo: รจ sorto un profeta grande!

Gesรน รจ il profeta della compassione, di un Dio che cammina per tutte le Nain del mondo, si avvicina a chi piange, piange insieme con noi quando il dolore sembra sfondare il cuore.

E ci convoca a operare “miracoli”, non quello di trasformare una bara in una culla, come a Nain, ma quello di sostare accanto a chi soffre, accanto alle infinite croci del mondo, lasciandosi ferire da ogni ferita, portando il conforto umanissimo e divino della compassione.

Fermarsi. Per vedere bene un prato bisogna inginocchiarsi e guardarlo da vicino (Ermanno Olmi).

Il tatto รจ tra i cinque sensi quello che apre il Cantico, e lo riempie, รจ un modo di amare, il modo piรน intimo, รจ il bacio. Apre una stagione nuova nelle relazioni. Come la notte comincia dalla prima stella, cosรฌ il mondo nuovo comincia dal primo samaritano buono.

Una donna, una bara, un corteo. Sono gli ingredienti di base del racconto di Nain che mette in scena la normalitร  della tragedia in cui si recita il dolore piรน grande del mondo. Quel buco nero che inghiotte la vita di una madre, di un padre privati di ciรฒ che รจ piรน importante della loro stessa vita. Quel freddo improvviso e spaventoso che ti stringe la gola e sai che d’ora in poi niente sarร  piรน come prima.

Gesรน non sfiora il dolore, penetra dentro il suo abisso insieme a lei.

Entra in cittร  da forestiero e si rivela prossimo: chi รจ il prossimo? gli avevano chiesto. Chi si avvicina al dolore altrui, se lo carica sulle spalle, cerca di consolarlo, alleviarlo, guarirlo se possibile.

Il Vangelo dice che Gesรน fu preso da grande compassione per lei. La prima risposta del Signore รจ di provare dolore per il dolore della donna.

p. Ermes Ronchi | Fonte

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X Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 7,11-17
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesรน si recรฒ in una cittร  chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della cittร , ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della cittร  era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: ยซNon piangere!ยป. Si avvicinรฒ e toccรฒ la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: ยซRagazzo, dico a te, ร lzati!ยป. Il morto si mise seduto e cominciรฒ a parlare. Ed egli lo restituรฌ a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: ยซUn grande profeta รจ sorto tra noiยป, e: ยซDio ha visitato il suo popoloยป.
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 05 – 11 Giugno 2016
  • Tempo Ordinario X, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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