Commento al Vangelo del 29 Luglio 2018 – Wilma Chasseur

DIO PARLA ANCORA?

Gesù era partito in barca: aveva intenzione di appartarsi per pregare, ma la gente saputolo, era partita a piedi arrivando addirittura prima della barca, cosicché quando Egli scese, vide tantissima gente venuta dalle varie città, apposta per ascoltarlo: 5000 uomini senza contare le donne e i bambini. Folla immensa per quei tempi: bastava a svuotare interi paesi. E Gesù sul far della sera, dopo essere salito sul monte, fece quel famoso gesto di moltiplicare pochi pani e pochi pesci che poi non finivano più… Fatto che deve aver colpito tantissimo se lo riportano tutti e quattro gli evangelisti.

Venne dunque tutto un popolo che portava il peso e la fatica del vivere quotidiano. Venivano con i loro cuori feriti, le loro angosce, i loro malati, davanti al Maestro che aveva detto: “Venite a me voi che siete affaticati e oppressi”.
E Gesù vide tutta questa pena che ognuno portava in fondo al cuore ed ebbe compassione di loro. E
guarì i loro malati e, per loro, moltiplicò i pani e i pesci. Per loro! Per sé stesso non lo fece, quando dopo i 40 giorni di digiuno al deserto, ebbe fame e rispose al tentatore: “Non di solo pane vive l’uomo”. Ma ora a questi uomini affamati che ha davanti, non dice ‘non di solo pane vive l’uomo’, ma moltiplica per loro pani e pesci.

Cos’è che suscita il miracolo?

Vediamo dunque nel Vangelo di oggi, un portentoso miracolo di Gesù e ci viene da pensare che se vedessimo più miracoli crederemmo di più. Invece è il contrario: se avessimo più fede vedremmo più miracoli: è la fede che suscita i miracoli e non il contrario perché ai tempi di Gesù di miracoli ne vedevano eccome, eppure non gli hanno creduto. E dopo questo miracolo della moltiplicazione dei pani, i farisei ebbero addirittura la faccia tosta di chiedergli: “Che segni fai affinché posiamo crederti”. Incredibile. E i pani e i pesci appena mangiati, volatilizzati nel nulla? Si vede che dopo mangiato le fette di salame non le avevano solo nello stomaco, ma anche sugli occhi.
Per non parlare di oggi. Se andassimo in giro con un microfono a fare un sondaggio chiedendo: secondo voi Dio parla ancora? La maggioranza direbbe: “ah no, a me non parla proprio, avrà parlato ai tempi dei profeti e di Gesù Cristo, ma ora non se… ne parla proprio”. Ecco questa è una convinzione che blocca a Dio ogni possibilità di comunicazione con l’uomo, è come una montagna sommersa, un iceberg che assomiglia a una fortezza inattaccabile. La verità è che Dio parla eccome, almeno in cinque modi.

In che modo Dio parla

1) Dio parla attraverso la creazione: il cielo stellato, le miriadi di farfalle, fiori, insetti, uccelli, stelle, galassie sono la rivelazione ad extra di Dio.
2) Dio parla attraverso la voce della coscienza: chi non ha fatto l’esperienza di sentirsi interiormente approvato quando fa il bene e disapprovato quando fa il male?
3) Dio parla nella Sacra Scrittura. Soprattutto nei Salmi quante volte abbiamo ritrovato i nostri stessi stati d’animo. Per esempio quando abbiamo bisogno che venga in nostro aiuto leggiamo “risveglia la tua potenza e vieni in nostro soccorso”, e tante altre espressioni del genere.
4) Dio parla attraverso la Chiesa mater e magistra, che ha appunto il compito di essere madre e maestra, cioè di insegnare e di amare.
5) Dio parla col suo Spirito: quante ispirazioni a fare il bene e fuggire il male riceviamo ogni giorno.
Dunque l’unica cosa che ci impedisce di sentire la voce di Dio è proprio la convinzione che non parli e se vogliamo sentire la sua voce dobbiamo rigettare questa funesta convinzione.

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XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

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Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6, 1-15

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».

Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.

E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 29 Luglio – 04 Agosto 2018
  • Tempo Ordinario XVII
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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