RIMANETE IN ME E IO IN VOI
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: 1. ยซIo sono la vite vera e il Padre mio รจ l’agricoltore.
In questa domenica quinta di Pasqua, lโevangelista Giovanni vuole incoraggiare la sua comunitร a rimanere fedele a Gesรน, nonostante le persecuzioni. Il brano presenta uno dei discorsi di addio pronunciati da Gesรน alla sera del Giovedรฌ Santo, dopo lโUltima Cena.
Gesรน si identifica con la vite, pianta molto comune in Palestina, oltre allโolivo e al fico. La vite รจ un arbusto rampicante dal fusto contorto. ร una pianta che ama il sole, si adatta al clima, basta che sia temperato e non rigido. Cresce dal livello del mare fino alla collina. Sembra che il luogo di origine sia stato in Asia Minore fin dallโ8000 a.C. ร la pianta da cui si trae โil vino, che rallegra il cuore umanoโ (Salmo 104,15).
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Questi dettagli e lโosservazione da vicino di una vite per vedere il legame tra tronco e rami, ci aiutano a capire che Gesรน ha scelto il paragone di una pianta molto comune, ben conosciuta dai suoi interlocutori.
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Nella Bibbia i profeti descrivono il popolo di Dio come una vigna, curata con amore dal Dio dellโAlleanza. Israele, perรฒ, non corrisponde sempre alle cure che riceve e non produce spesso i frutti attesi.
Nel libro del profeta Isaia รจ descritta la relazione unica tra Dio e il suo popolo. Il canto di Isaia 5,1-7 รจ detto โcanto della vignaโ. Lo scrittore sacro utilizza i termini โdilettoโ e โamatoโ con cui รจ identificato lo sposo del Cantico dei Cantici. Dio, che aveva dato tutto se stesso al popolo scelto, voleva che fosse osservata la sua volontร : giustizia, rettitudine, amore, non norme esteriori di culto.
La vigna curata e rigogliosa รจ simbolo di Israele che vive nella volontร di Dio. La vigna abbandonata e distrutta รจ immagine della risposta di Dio allโinfedeltร del popolo.
In Isaia 27,2-5 Dio promette un intervento futuro di perdono che porterร pace e prosperitร a tutta la vigna.
Geremia proclama di Israele: โTi ho piantato come vite vera (alethinรฉ)โ (Geremia 2,21).
Il Salmo 80 (8-12) comunica l’azione di Dio verso il suo popolo: โHai divelto una vite dall’Egitto, per trapiantarla hai espulso i popoli. Le hai preparato il terreno… la sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i piรน alti cedri. Ha esteso i suoi tralci fino al mare e arrivavano al fiume i suoi germogliโ.
La vigna piantata da Noรจ, sfuggito al diluvio, segna l’inizio di un’era nuova.
Nel Cantico dei Cantici la vigna รจ simbolo della sposa (Israele), che molto spesso perรฒ si dimostra infedele.
โIo sono la vite veraโ : Gesรน si identifica con la vite e aggiunge โveraโ (alethinรฉ) perchรฉ in lui si compiono le promesse di Dio a Israele. Il popolo eletto รจ stato inutilmente richiamato da Dio che si attendeva frutti di fedeltร e non li ha ricevuti. Gesรน รจ il nuovo Israele, lโautentico, piantato da Dio, colui che rappresenta tutto il popolo.
โIl Padre mio รจ l’agricoltoreโ: visto il fallimento di Israele, Dio Padre si prende cura Egli steso dellโumanitร perchรฉ dia frutto abbondante. Lโalleanza diventa personale. Gesรน ha lโaudacia di chiamare โPadre mioโ, il vignaiolo che coltiva la vite. Gesรน รจ la vigna che ricapitola in sรฉ tutta la storia del popolo di Dio, assumendo i suoi peccati e le sue sofferenze.
Gesรน ci presenta Dio come un Padre che non siede in trono, ma che รจ un lavoratore, munito di cesoia e non di scettro: vuole che portiamo frutto e per questo interviene al momento opportuno per sfrondare quanto รจ inutile nella nostra vita.
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perchรฉ porti piรน frutto.
โOgni tralcio che in me non porta fruttoโ: in primavera (marzo/aprile) si tagliano i rami infruttuosi. In estate (agosto) si potano i germogli superflui. Il lavoro dellโagricoltore รจ potare, non amputare, รจ togliere il superfluo; proprio perchรฉ ci tiene alla sua vigna e vuole che dia la massima produzione, vigila, controlla, interviene, taglia, lega, sostiene…
La potatura รจ dolorosa (quando il contadino pota, la vite โpiangeโ dove รจ tagliata, esce del liquido, come lacrime, fino a quando la ferita guarisce e si cicatrizza), ma รจ necessaria per rinvigorire la vite, farla crescere e farle produrre piรน frutti. La potatura puรฒ essere fatta solo da Dio: รจ Lui che sa quando e cosa รจ giusto tagliare.
Tutti noi, riflettendo, possiamo testimoniare che le potature e i momenti difficili della vita ci hanno aiutato a crescere.
Anche la Chiesa puรฒ aver bisogno di potatura per non rischiare di produrre fogliame e non frutti. Come comunitร cristiana abbiamo bisogno di lasciarci potare da Dio attraverso la sua Parola che monda (verbo kathaรญro), che รจ come spada a doppio taglio (cf. Ebrei 4,12).
Voi siete giร puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
I discepoli di Gesรน sono giร innestati alla vite. Per questo vengono chiamati โpuriโ. Non si tratta di puritร morale, ma di unione intima con Cristo, realizzata tramite lโannuncio della Parola, che pota anche ciascuno di noi, perchรฉ essa รจ anche giudizio che separa, ci purifica e ci indirizza verso la strada della comunione con Cristo e il Padre per mezzo dello Spirito.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non puรฒ portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, cosรฌ neanche voi se non rimanete in me.
Gesรน spiega che soltanto uniti a Lui possiamo essere fecondi. Ci chiede di rimanere nel suo amore (verbo mรฉno). Rimanere non รจ solo restare, dimorare, ma significa essere comunicanti โinโ e โconโ Gesรน a tal punto da poter vivere, per la stessa linfa, di una stessa vita. La parola annunciata da Gesรน ha il potere di potare i suoi discepoli, di cambiare, cioรจ il modo di pensare, di amare, di agire, per assumere i sentimenti stessi di Cristo. Anche noi dobbiamo compiere una scelta: stare uniti a Cristo oppure essere gettati nel fuoco come sarmenti (tralci) inutili. Non รจ possibile, infatti, produrre frutto se non intensamente legati alla pianta. Fuori di metafora, non possiamo offrire salvezza al mondo se non siamo uniti a Colui che vive in noi: egli รจ il tutto e noi possiamo portare frutto solo se lasciamo scorrere la linfa della Sua vita in noi, attraverso la Parola e i sacramenti.
โRimanete in me e io in voiโ: lโunica condizione per portare frutto รจ essere inseriti in Cristo: Lui in noi e noi in Lui. Lui pianta, noi tralci. Unica linfa, unica radice, unica pianta, unico amore che unisce per sempre la creatura al Creatore, il Creatore alla creatura. In ogni momento, in qualsiasi tempo, nonostante tutto ciรฒ che puรฒ accadere dobbiamo essere una cosa sola con Dio.
Lโinvito di Giovanni รจ quello di costituire una comunitร compatta, unita nellโamore reciproco, che sia in grado di vincere gli assalti della tentazione della disunione e del distacco dalla fede in Cristo. Il messaggio, pertanto, รจ di grande attualitร anche oggi.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perchรฉ senza di me non potete far nulla.
La vera identitร dei discepoli si rivela nel rimanere uniti al Signore. Solo a questa condizione possiamo contribuire alla salvezza, perchรฉ senza il Signore non possiamo fare nulla.
Dobbiamo aprirci allโazione di Cristo per permettere al suo amore di raggiungere tutti per mezzo nostro.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Chi non rimane unito a Gesรน sperimenta non tanto il fuoco dellโinferno, quanto il fuoco che brucia lโinutilitร . ร inservibile chi non รจ una cosa sola con Cristo. I sarmenti (o tralci) della vite, infatti, non servono neppure per fare legna.
Per capire questo versetto รจ necessario sapere che Giovanni scrive per una comunitร cristiana che subisce pressioni dagli ebrei affinchรฉ i neo cristiani tornino alla fede giudaica, staccandosi dalla nuova dottrina che hanno abbracciata.
Queste parole sono rivolte anche a noi oggi, tentati di abbracciare altre impostazioni filosofiche, scientiste, pseudo-religiose, materialiste.
Se siamo uniti a Gesรน nessuna forza contraria puรฒ farci deviare dalla salvezza.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarร fatto. 8.
In questo รจ glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Gesรน ci comunica che la sua Parola รจ garanzia di unitร non solo con Lui, ma anche con il Padre: siccome Gesรน e il Padre sono una cosa sola e ognuno di noi รจ unito a Gesรน, siamo di necessitร uniti anche al Padre. Piรน forte รจ la nostra fede e la nostra unione, piรน grande sarร lโesaudimento di ogni nostra richiesta e piรน grande sarร la gloria che il Padre ne trarrร .
Lasciamoci attraversare dallโenergia vitale che viene da Dio, in modo che Lui produca frutto per mezzo nostro. Invochiamo lo Spirito perchรฉ non permetta che ci separiamo dalla comunione Trinitaria, unica fonte della nostra gioia e della nostra feconditร spirituale nel mondo.
Suor Emanuela Biasiolo
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
V DOMENICA DI PASQUA โ ANNO B
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- Colore liturgico: Bianco
- At 9, 26-31; Sal.21; 1 Gv 3, 18-24; Gv 15, 1-8
Gv 15, 1-8
Dal Vangelo secondo Giovanni
1ยซIo sono la vite vera e il Padre mio รจ lโagricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perchรฉ porti piรน frutto. 3Voi siete giร puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non puรฒ portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, cosรฌ neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perchรฉ senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarร fatto. 8In questo รจ glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 29 Aprile – 05 Maggio 2018
- Tempo di Pasqua V
- Colore Bianco
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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