Commento al Vangelo del 28 Luglio 2019 – P. Antonio Giordano, IMC

Benedetto XVI nel suo libro “Gesù di Nazareth” dedica tutto il capitolo V alla preghiera del “Padre Nostro”, circa 50 pagine.

S. Teresa d’Avila commenta il Padre Nostro nella sua opera “Cammino di perfezione”, seconda parte, dove il pensiero di Dio = Papà che è in cielo (qui il cielo per lei è l’anima in grazia9, la trattiene in una lunga conversazione amorosa con Dio.

S. Teresina del Bambin Gesù commenta anche la preghiera del Padre Nostro: sembra che non riesca ad andare oltre la prima parola: Padre: “è così dolce all’anima poter chiamare Dio = Papà”.

Anche se Gesù dà una formula di preghiera, il “Padre nostro” di Luca intende creare delle disposizioni d’animo che permettano all’orante di mettersi davanti a Dio come uno che ha più bisogno di essere da lui richiesto e interpellato, che di chiedergli qualcosa (Settimio Cipriani).

Il figlio quando entra in casa chiama: “Papà”. Questo papà vive nel cielo dell’anima in grazia, la quale riflettendo su se stessa entra in contatto con Dio Padre.

Gesù ci ha insegnato così a chiamare Dio per nome, e il suo nome è “Padre” – per cui pregare diventa un colloquio familiare tra padre e figlio – (Giovanni Benedetti). Tutti gli aggettivi riferiti a Dio che la filosofia ci dà: onnipotente, onnisciente, creatore, bellezza infinita, sapienza infinita, eterno … sono espressioni che allontanano piuttosto da Dio, mentre il termine “Papà” lo avvicina.

La preghiera consiste di 4 parti:

  1. L’invocazione “Padre nostro”, che è come un dare mano ai fratelli per alzare l’anima al Padre.
  2. La seconda parte riguarda il Padre celeste stesso: sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno. Gesù ci insegna a preoccuparci della gloria di Dio e del regno di Dio. In realtà, per noi non c’è niente di più importante di queste due cose. Dobbiamo desiderare intensamente che il nome di Dio sia conosciuto, venerato e amato da tutti gli uomini, così che il mondo possa essere trasformato.
  3. La terza parte del “Padre nostro” riguarda le nostre necessità. Tutti i giorni abbiamo bisogno del pane e del perdono (San Cipriano ci dice che il nostro pane quotidiano è l’eucaristia). Dobbiamo allora desiderare che tutti i cristiani si nutrano spesso di questo pane, anche ogni giorno, per essere trasformati da Cristo, per ricevere tutta la luce e la forza della sua grazia.
  4. La conclusione:  non ci indurre (non abbandonarci) in tentazione, ma liberaci dal male: “… per non cadere in balia di satana, di cui non ignoriamo le macchinazioni” (2 Cor 2,11).

Così anche in questa preghiera Gesù ci fa praticare il comandamento dell’amore verso il prossimo. Noi ci uniamo al nostro prossimo per rivolgere le nostre domande al Padre. In particolare possiamo pensare alle persone che non pregano mai, che non hanno la gioia di pregare, alle persone a cui manca una cosa essenziale per una vita piena: la relazione filiale con Dio.

Cosa c’è di più dolce all’anima “che è fatta per Dio e non troverà riposo se non in Dio” ( come dice S. Agostino), contemplare che il Padre è presente, è accanto, la vede, ha la possibilità e il desiderio di aiutarla, che la guida dolcemente al suo ultimo fine: la salvezza eterna?.

Cito dal libro “Gesù di Nazareth” del Papa Benedetto XVI:

“Quale grande consolazione poter dire “Padre”. In questa sola parola è racchiusa l’intera storia della redenzione. Possiamo dire Padre perché il Figlio … ci ha rivelato il Padre e per opera di Cristo siamo tornati ad essere figli di Dio. Il Padre è la fonte di ogni bene per i figli.  Se voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, tanto più il vostro Padre che è nei cieli darà cose buone (Luca dice lo Spirito) a quelli che gliele domandano…. La cosa buona che il Padre ci dona è Lui stesso … non si tratta di questo o quel favor, ma di Dio che vuole donarsi a noi: questo è il dono dei doni, la sola cosa di cui c’è bisogno”. (pag. 166)

La Madonna era presente quando Gesù insegnò agli Apostoli la preghiera del “Padre Nostro”?. Non lo sappiamo, ma possiamo contemplare la sua anima rapita a quell’Amore di Dio e chiederle di farci anche così fervorosi nelle nostre preghiere. 

Fonte – consolata.org

Letture della
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Non sia adiri il mio Signore, se parlo.

Dal libro della Gènesi
Gen 18, 20-32

In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».
Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore.
Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo».
Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».
Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 137 (138)
R. Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo. R.
 
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. R.
 
Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano. R.
 
La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. R.

Seconda Lettura

Con lui Dio ha dato vita anche a voi, perdonando tutte le colpe.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 2,12-14


Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
 
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.

Parola di Dio

Vangelo

Chiedete e vi sarà dato.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11, 1-13

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
 
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
 
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
 
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Parola di Dio

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