Commento al Vangelo del 28 gennaio 2018 – p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 28 gennaio 2018.

Il potere divino nella parola di un uomo

Fatti e parole: allโ€™uomo moderno paiono contrapposti; per gli antichi invece la parola era la materializzazione del pensiero; non era vento, ma cristallizzazione dei sentimenti e delle emozioni; non trasmetteva solo idee e informazioni, ma comunicava la carica creatrice o demolitrice di chi la pronunciava. Gli idoli non potevano causare nรฉ il bene nรฉ il male, perchรฉ โ€“ si diceva โ€“ โ€œhanno bocca e non parlanoโ€ (Sl 115,5), mentre il Signore, con la sua parola crea i cieli, โ€œparla e tutto esisteโ€ (Sl 33,6.9).

La parola di Dio, che ha dato forma allโ€™universo e conserva la terra e i cieli (2 Pt 3,5-7) รจ venuta nel mondo, โ€œsi รจ fatta carneโ€ (Gv 1,14) e ha dato la vista ai ciechi, ha fatto parlare i muti, rimesso in piedi gli storpi, offerto pane agli affamati, libertร  ai prigionieri e gioia a chi aveva il cuore affranto. Ha trasformato la peccatrice in discepola, lโ€™esattore disonesto in apostolo, il capo dei pubblicani in figlio di Abramo e un bandito nel primo degli ospiti al banchetto del cielo.

Preti, genitori e educatori cristiani si dichiarano spesso delusi, si lamentano perchรฉ le loro esortazioni ispirate al vangelo sembrano cadere nel vuoto o avere un impatto assai debole. La parola del Signore โ€“ si chiedono โ€“ ha forse perso la sua efficacia?

Se non cambia le menti e i cuori, se non fa germogliare un mondo nuovo, non รจ parola di Dio, ma di uomini. รˆ facile equivocare: si puรฒ predicare se stessi e le proprie convinzioni, convinti di proclamare il vangelo. Le buone esortazioni, i richiami dettati dal buon senso, la saggezza di questo mondo spesso si rivelano utili, ma non hanno mai compiuto prodigi; i miracoli avvengono solo se la parola annunciata รจ quella del Maestro.

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Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œNoi non predichiamo noi stessi, ma la parola di Cristo Signoreโ€

Prima Lettura (Dt 18,15-20)

Mosรจ parlรฒ al popolo dicendo: 15 โ€œIl Signore tuo Dio susciterร  per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto. 16 Avrai cosรฌ quanto hai chiesto al Signore tuo Dio, sullโ€™Oreb, il giorno dellโ€™assemblea, dicendo: Che io non oda piรน la voce del Signore mio Dio e non veda piรน questo grande fuoco, perchรฉ non muoia.
17 Il Signore mi rispose: Quello che hanno detto, va bene; 18 io susciterรฒ loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrรฒ in bocca le mie parole ed egli dirร  loro quanto io gli comanderรฒ. 19 Se qualcuno non ascolterร  le parole, che egli dirร  in mio nome, io gliene domanderรฒ conto. 20 Ma il profeta che avrร  la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerร  in nome di altri dei, quel profeta dovrร  morireโ€.

Gli uomini hanno sempre provato un intimo anelito a varcare i limiti dello spazio e del tempo per entrare nel mondo di Dio, per conoscerne i misteri e le intenzioni, capire il passato e soprattutto prevedere gli eventi futuri. Sono ricorsi alla divinazione, si sono affidati ai sogni premonitori, hanno elaborato rituali per ottenere oracoli e premunirsi contro le forze negative dalle quali si sentivano minacciati. Stregoni, veggenti, maghi, fattucchieri, astrologi, negromanti sono attestati fin dai tempi piรน remoti presso tutti i popoli. Negli ultimi secoli prima di Cristo sono comparsi anche gli oroscopi.

Da un lato questo mondo dellโ€™occultismo ha un aspetto attraente, affascina e consola, ma dallโ€™altro suscita disagio perchรฉ รจ espressione dellโ€™angoscia dellโ€™uomo di fronte a ciรฒ che teme perchรฉ sfugge al suo controllo.

Israele si distingue dagli altri popoli per il rifiuto incondizionato di tutte queste pratiche e la sua condanna si trasforma in sarcasmo feroce contro le nazioni che le tollerano e ne fanno un loro punto di forza (Is 47,12-13). Per Israele sono un non senso perchรฉ crede che il Signore guidi la storia del suo popolo e non sopporti che si dubiti del suo amore e delle sue premure: โ€œNon si trovi in mezzo a te chi immola, facendoli passare per il fuoco, suo figlio o sua figlia, nรฉ chi esercita la divinazione o il sortilegio o lโ€™augurio o la magia; nรฉ chi faccia incantesimi, nรฉ chi consulti gli spiriti o gli indovini, nรฉ chi interroghi i mortiโ€ (Dt 18,10-11).

Come conoscere allora la volontร  di Dio e i suoi progetti?

Nella lettura di oggi viene indicato lโ€™unico mezzo valido: il ricorso al profeta.

Mosรจ descrive le caratteristiche e le funzioni di questo personaggio che non ha nulla in comune con i maghi e gli indovini: รจ un uomo del tutto normale, un fratello che, a differenza del re che รจ scelto dal popolo, รจ invece suscitato direttamente da Dio. A costui il Signore comunica i suoi pensieri e i suoi disegni e gli affida il compito di rivelarli ai fratelli, senza nulla aggiungere e nulla togliere (vv. 15.18).

Mosรจ รจ un esempio di โ€œprofetaโ€: si รจ comportato da portavoce di Dio (v. 16). Di fronte alla terribile maestร  del Signore, il popolo si era spaventato e aveva chiesto che la parola di Dio non gli fosse comunicata direttamente, ma gli venisse trasmessa da un mediatore. Mosรจ salรฌ sul monte, incontrรฒ il Signore, udรฌ la sua voce, poi discese e riferรฌ al popolo ciรฒ che aveva ascoltato.

Eccolo il profeta: รจ colui che โ€œsale sul monteโ€, assiste, in certo qual modo, al โ€œconsiglio divinoโ€ (Am 2,7), vive in costante dialogo con Dio, ne assimila pensieri e sentimenti e ha poi la capacitร  e il coraggio di trasmetterli al popolo, anche se sono in contrasto con il buon senso umano.

Qual รจ la sua autoritร ?

Se egli trasmette fedelmente ciรฒ che Dio gli ha suggerito, le sue parole possiedono la stessa autoritร  di Dio; se invece predica le proprie convinzioni, allora ciรฒ che insegna non ha un valore superiore a quello dei ragionamenti degli altri uomini.

Puรฒ anche succedere che qualcuno si presenti a parlare in nome del Signore, ma in realtร  difenda la causa di altri dei, cioรจ degli idoli. Costui โ€“ dice la lettura โ€“ deve morire, cioรจ รจ destinato allโ€™insuccesso. Le sue parole non avranno alcun impatto, saranno pronunciate invano (v. 20).

Anche oggi gli uomini sentono il bisogno di penetrare nei misteri del mondo di Dio e, come in passato, sono tentati di ricorrere a palliativi, ai surrogati del profetismo: ai maghi, alle sedute spiriticheโ€ฆ

Non รจ cosรฌ che si incontra Dio. Nel suo mondo non si entra di nascosto, come dei ladri, passando attraverso pertugi segreti, perchรฉ il Signore desidera rivelarsi, vuole rivolgere la sua parola allโ€™uomo e lo fa servendosi dei profeti.

Mosรจ si augurava che tutti i membri del suo popolo fossero profeti, cioรจ persone capaci di percepire la voce di Dio, come accadeva a lui (Nm 11,29). Gli Atti degli apostoli ci assicurano che, con lโ€™effusione dello Spirito, nel giorno di Pentecoste, tutti i discepoli sono divenuti โ€œprofetiโ€ (At 2,17-18). Ogni cristiano, illuminato dal vangelo, รจ in grado di discernere la volontร  di Dio e di comunicarla ai fratelli.

Seconda Lettura (1 Cor 7,32-35)

Fratelli, 32 vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non รจ sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; 33 chi รจ sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, 34 e si trova diviso!
Cosรฌ la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito.
35 Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciรฒ che รจ degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni.

In Israele, come presso tutti i popoli antichi, gli uomini e le donne che non si sposavano o non avevano figli non erano stimati, ma ritenuti anormali o vittime di qualche maleficio; erano disprezzati perchรฉ causavano lโ€™interruzione della vita ricevuta dai loro padri e indebolivano la famiglia e la tribรน. Siate fecondi e moltiplicatevi (Gn 1,28) รจ il primo precetto che Dio ha imposto allโ€™uomo. I rabbini lo avevano rilevato, per questo sostenevano che il dovere della procreazione era cosรฌ fondamentale che, se una coppia non aveva figli, il marito era tenuto a divorziare dalla moglie per procurarsi una discendenza da unโ€™altra donna.

Scrivendo ai corinti, Paolo rivoluziona questa mentalitร : elogia la vita celibe e lo fa in termini cosรฌ infervorati da dare lโ€™impressione che svaluti lโ€™istituzione matrimoniale.

Inizia con una constatazione: รจ vero โ€“ riconosce โ€“ che il matrimonio รจ buono e santo, tuttavia esiste il pericolo che le persone sposate si lascino assorbire dalle preoccupazioni di questo mondo, a tal punto da far passare in secondo piano o addirittura da pregiudicare lโ€™unione con il Signore. Chi รจ sposato ha il cuore diviso, si preoccupa delle cose del mondo, di come piacere alla moglie, mentre chi non รจ sposato รจ completamente libero di dedicarsi al Signore (vv. 32-34).

Non sta affermando che il celibe รจ migliore di chi si sposa, nรฉ, ancor meno, che lโ€™amore coniugale e lโ€™esercizio della sessualitร  allontanino da Dio. Dice semplicemente che lo stato delle persone vergini non solo รจ degno di stima quanto quello delle sposate, ma colloca coloro che lo vivono in modo maturo in una condizione favorevole per rimanere uniti al Signore. Chi non ha una propria famiglia ha il cuore libero per dedicarsi completamente a Dio e a tutti i fratelli.

Cโ€™รจ di piรน, la condizione dei celibi รจ una testimonianza anche per le persone sposate della comunitร : richiama a tutti che il matrimonio appartiene alle realtร  di questo mondo, non รจ la condizione ultima, รจ transitorio, รจ destinato a passare. Nel mondo futuro tutti saranno come gli angeli di Dio: non prenderanno nรฉ moglie nรฉ marito.

Paolo si riferisce alla verginitร  vissuta come dono, come gioiosa disponibilitร  al servizio del regno di Dio e dei fratelli. รˆ falsa la โ€œverginitร โ€ che allontana dagli uomini e che, per un malinteso rapporto intimistico con Dio, fa ripiegare su se stessi e genera solitudine e tristezza. La verginitร  autentica non allontana dai fratelli, al contrario, spalancando il cuore allโ€™amore senza limiti, spinge ad avvicinarsi a loro.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della IV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 28 Gennaio 2018 anche qui.

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Mc 1, 21-28
Dal Vangelo secondo Marco
21Giunsero a Cafร rnao e subito Gesรน, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autoritร , e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciรฒ a gridare, 24dicendo: ยซChe vuoi da noi, Gesรน Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!ยป. 25E Gesรน gli ordinรฒ severamente: ยซTaci! Esci da lui!ยป. 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscรฌ da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: ยซChe รจ mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autoritร . Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!ยป. 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 28 Gennaio – 03 Febbraio 2018
  • Tempo Ordinario IV
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

Dopo la chiamata dei primi quattro discepoli (Mc 1,16-20) Gesรน fissa la sua residenza a Cafarnao che diviene โ€œla sua cittร โ€ (Mt 9,1). รˆ ospite della famiglia di Pietro che รจ proprietario di una casa lungo il lago, a pochi passi dalla sinagoga. Comincia a insegnare e a operare guarigioni e la prima che viene raccontata nel vangelo di Marco non รจ scelta a caso, costituisce, nellโ€™intenzione dellโ€™evangelista, la sintesi di tutta lโ€™opera di Gesรน in favore dellโ€™uomo.

รˆ sabato e la gente va alla sinagoga per pregare e per ascoltare la lettura e la spiegazione della parola di Dio. Cโ€™รจ un rabbino che organizza lโ€™incontro, ma ogni giudeo adulto puรฒ presentarsi o essere invitato a leggere e commentare le Scritture. Fare lโ€™omelia รจ abbastanza semplice: basta richiamare le spiegazioni date dai grandi rabbini a quel determinato testo biblico. Azzardare una propria interpretazione รจ rischioso perchรฉ si puรฒ essere considerati dei presuntuosi.

Gesรน, come รจ solito fare, si unisce al suo popolo e si rende disponibile per fare le letture. La prima รจ presa dal libro della Legge, cioรจ dai primi cinque libri della Bibbia, lโ€™altra รจ un brano dei profeti. Chi legge la seconda, se se la sente, puรฒ anche fare lโ€™omelia e Gesรน, approfittando del clima di raccoglimento e di preghiera che si รจ creato, introduce il suo messaggio, con un intervento molto apprezzato: a differenza degli scribi, egli parla con autoritร  (Mc 1,21-22). Probabilmente lโ€™ammirazione della gente dipende dal fatto che egli non si limita a ripetere ciรฒ che รจ stato detto prima di lui, ma fa un commento libero e originale del testo sacro.

Al termine dellโ€™omelia accade un episodio drammatico. Un uomo โ€œposseduto da uno spirito immondoโ€, che fino a quel momento se nโ€™รจ rimasto in un cantuccio, calmo e tranquillo, che non ha recato il minimo disturbo ai partecipanti alla celebrazione, che li ha lasciati pregare, cantare e ascoltare, a un certo punto, comincia a inveire contro Gesรน. Chi รจ questโ€™ossesso?

Al tempo di Gesรน, la gente non aveva le conoscenze scientifiche che possediamo noi oggi, non sapeva nulla di microbi, batteri, squilibri ormonali; attribuiva lโ€™epilessia, le nevrosi e tutte le malattie psichiche a forze misteriose e incontrollabili, a spiriti maligni, considerati impuri, perchรฉ apportatori di morte.

Tutte le religioni dellโ€™antichitร  conoscevano la pratica dellโ€™esorcismo per liberare lโ€™uomo da questi spiriti immondi. Si ricorreva a riti e a gesti che sconfinavano spesso nella magia, si pronunciavano formule esecratorie e si invocavano nomi di personaggi famosi, ritenuti capaci di comunicare una forza positiva.

Gli esorcismi di Gesรน si differenziano, in modo radicale, da quelli dellโ€™ambiente circostante, tuttavia, nel modo di esprimersi, egli si adegua alla mentalitร  corrente e si rapporta con la malattia ricorrendo alle categorie culturali del suo tempo: parla, come facevano tutti, di โ€œspiriti maligniโ€ e di โ€œdemoniโ€.

Fatta questa premessa, torniamo alla vicenda dellโ€™uomo โ€œposseduto dallo spirito impuroโ€.

Non era entrato nella sinagoga a liturgia iniziata, si trovava giร  lร  e pare se ne stesse tranquillo. Ad un certo punto perรฒ, in lui รจ scattato qualcosa che lo ha fatto esplodere in imprecazioni.

Per comprendere lโ€™accaduto, va rilevato il chiaro sdoppiamento della personalitร  di questโ€™uomo che non era padrone di se stesso; in lui erano presenti forze di morte che lo dominavano al punto di annientarlo: parlavano in suo nome, lo avevano ridotto in uno stato di completa disumanizzazione.

Prima dellโ€™arrivo di Gesรน, nella sinagoga esisteva una situazione di pace e di quiete che andava bene a tutti. Ci si era rassegnati al fatto che lโ€™ossesso rimanesse in balia delle forze del male; bastava che non infastidisse, che se ne rimanesse tranquillo, che non disturbasse troppo.

ย Dove giunge Gesรน questo equilibrio non puรฒ continuare. La presenza di Cristo รจ inconciliabile con il โ€œdemonioโ€, con le forze del male. I due sono avversari, non si sopportano e, quando si ritrovano, finiscono per aggredirsi.

Infatti il โ€œdemonioโ€ apre le ostilitร  (รจ sempre chi si sente piรน debole che attacca). Si รจ reso conto che รจ giunto โ€œlโ€™uomo forteโ€ (Mt 12,29) capace di far crollare il suo regno e, spaventato, grida due domande: โ€œChe cโ€™entri con noi? Sei venuto a rovinarci?โ€.

Il pronome plurale, usato dallo โ€œspirito immondoโ€, non sorprende, perchรฉ sono molteplici le forze che tengono lโ€™uomo lontano da Dio e dalla vita, sono numerosi i poteri che si sentono minacciati dalla presenza e dalla parola di Cristo.

Gesรน non gli risponde con esecrazioni o gesti magici, come erano soliti fare gli esorcisti del suo tempo, ma dร  due ordini tassativi: โ€œChiudi la bocca! Esci!โ€. Lo โ€œspirito immondoโ€ gli obbedisce e tutti i presenti, meravigliati, si rendono conto che in mezzo a loro รจ sorto un profeta che annuncia una โ€œdottrina nuovaโ€, una parola che ha in sรฉ la forza di Dio, che ha โ€œautoritร โ€, cioรจ, realizza ciรฒ che dice.

Vediamo ora di andare al di lร  del puro dato di cronaca.

La situazione dellโ€™uomo โ€œindemoniatoโ€ rappresenta la condizione di chi non ha ancora incontrato Cristo e, per questo, รจ ancora in balia di forze ostili, incontrollabili che lo distruggono. Forze demoniache sono gli impulsi allโ€™odio, al ripiegamento egoistico, a commettere ingiustizie e violenze, la bramosia del denaro, la volontร  di dominareโ€ฆ

Sono โ€œdemoniโ€ che la fanno da padroni e che vogliono essere lasciati in pace. Comandano, parlano, spingono ad agire e, quando non provocano grossi danni, gli uomini sono propensi a lasciarli tranquilli, non si preoccupano della condizione disumana di chi ne รจ dominato.

Gesรน invece รจ un liberatore ed entra in conflitto con questa realtร  negativa perchรฉ sa di poter contare sulla parola โ€œforteโ€ ed efficace che possiede.

Possiamo ragionevolmente supporre che non fosse la prima volta che lโ€™indemoniato partecipava alla liturgia sinagogale e, dunque, che avesse ascoltato spesso la lettura della Bibbia e la rispettiva omelia; eppure la sua condizione non era mutata, non perchรฉ la parola di Dio fosse inefficace, ma perchรฉ, con le loro disquisizioni ed errate interpretazioni, i rabbini lโ€™avevano svigorita, le avevano fatto perdere la sua forza risanatrice, lโ€™avevano resa incapace di scacciare i โ€œdemoniโ€.

Quando compare Gesรน tutto cambia, si realizza una trasformazione prodigiosa dellโ€™uomo, perchรฉ egli parla โ€œcon autoritร โ€ e la reazione dellโ€™indemoniato รจ violenta. Non accetta passivamente lโ€™ordine, resiste, comincia a gridare perchรฉ vuole perpetuare il suo dominio sulla sua vittima.

Questa lotta rappresenta la ribellione delle forze del male, dei demoni che si trovano nellโ€™uomo, nella societร , nelle ideologie, nelle istituzioni civili e anche religiose. Dominano e, quando vengono molestate, si ribellano.

Nellโ€™indemoniato che sta buono fino allo scontro con Cristo si puรฒ cogliere la capacitร  che non era solo degli scribi, ma anche di tanti cristiani, di ammansire il protagonista del male: con i propri comproยญmessi quotidiani col potere, con i cedimenti allo spirito del mondo e allโ€™ipocrisia, con le pratiche religiose rispettate a scapito della sostanza evangelica. Finchรฉ questo duยญra, nel cristiano e nella chiesa, il maligno sta zitto, lascia dire e lascia fare; quando invece si alza una voce profetica, quando viene offerta una testimonianza autentica di fede e di caritร , allora egli si mobilita con tutte le energie che posยญsiede.

La predicazione che non scaccia i demoni, che lascia le cose come sono, che non cambia lโ€™uomo e il mondo, non รจ parola di Gesรน.

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[accordion title=”Chi รจ Fernando Armellini” load=”hide”]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร  Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโ€™Universitร  di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโ€™estero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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