Commento al Vangelo del 27 Maggio 2018 – Don Francesco Cristofaro

Domenica Santissima Trinità

Prima Lettura  Dt 4, 32-34. 39-40
Il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n’è altro.
 
Dal libro del Deuteronòmio 
Mosè parlò al popolo dicendo: «Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?
O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?
Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro.
Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre». 

Pensiero.
Dio per il suo popolo è l’Onnipotente, Colui che tutto può e che nelle cui mani è ogni uomo e la sua storia. È l’Onnisciente, colui che tutto vede è anche l’Onnipresente. È nel cielo e sulla terra. Una cosa sola Dio chiede ai suoi figli: osservare la Legge del loro Dio. Gli altri popoli, vedendo la bontà della Legge, l’amore che scaturisce da essa, confesseranno la bontà del loro Signore. Questa modalità vale per ogni discepolo di Gesù. Anche il cristiano è chiamato a manifestare la differenza tra Cristo Signore e ogni altro uomo, vivendo il Vangelo. Il mondo vedrà e confesserà la differenza. Inoltre, l’osservanza dei comandamenti è garanzia di benedizione da parte del Signore.

Seconda Lettura  Rm 8, 14-17
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. 

Pensiero.
Se siamo veri figli del Padre, dobbiamo vivere come veri suoi figli. Anche questa forza ci darà lo Spirito Santo se noi gliela chiediamo senza interruzione. Anzi Gesù ci insegna a chiedere al Padre, nella preghiera, lo Spirito Santo. Se lo Spirito si affievolisce dentro di noi, perderemo la fede nella figliolanza, vivremo come se fossimo senza Padre e come se non fossimo vero corpo di Cristo per compiere la sua missione di salvezza. Ognuno prenderà la sua strada, lontano da Dio. Faremo le esperienze del figliol prodigo. Sperimenteremo tutta la nostra umanità e fragilità. Ma dove andare senza Dio. A noi, ogni giorno la responsabilità di rimanere con il Signore, di vivere con Lui.

    
Vangelo  Mt 28, 16-20
Battezzate tutti popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
 
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io so­no con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Pensiero.
“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” è la parola più bella che Gesù ci poteva lasciare. Sapere che Lui è con noi, al nostro fianco, ci dona coraggio, forza, fiducia. Cosa ci chiede Gesù in questo giorno in cui si celebra la Santissima Trinità? Di non dimenticarci la nostra missione evangelizzatrice. Dobbiamo annunciare e ricordare il vangelo. Dobbiamo parlare di Lui, operare nel suo nome. Dobbiamo aggregare alla Chiesa. L’invito è chiaro: battezzare nel nome della Trinità. Sono quattro i comandi che Gesù ha lasciato ai suoi apostoli: Andate. Fate discepoli tutti i popoli. Battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Insegnate loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Riprendiamo il nostro entusiasmo missionario e come ci esorta Papa Francesco, riscopriamo la gioia di essere annunciatori del Vangelo.

Mi metto in discussione.

  1. Rendo visibile Cristo con la mia vita e con l’esempio?
  2. Mi sento figlio di Dio e vivo come tale?
  3. Papa Francesco ci chiede di non essere cristiani dal volto triste: Sono gioioso?

don Francesco Cristofaro

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