Commento al Vangelo del 27 Gennaio 2019 – Charles de Foucauld

CHARLES DE FOUCAULD

III DOMENICA DELTEMPO ORDINARIO – ANNO C

MEDITAZIONE NUM. 36

SALMO 18B (Lc 1, 1-4; 4, 14-21)

In questa seconda parte del salmo ci si eleva dalle creature al creatore, dalle bellezze della natura a quelle della legge divina… si salgono i gradi della scala degli esseri… si va dal materiale all’immateriale…

Quale ammirabile scala! Com’è bello salirla!  Passare da  creature senza ragione, già così belle e così armoniose, alle creature ragionevoli, all’anima umana davanti alla quale tutte le altre bellezze visibili si eclissano come un  nulla,  e  da  questa anima umana così bella ma imperfetta alla pienezza delle perfezioni che in esse sono solo in germe!..

È  a  Dio stesso che saliamo in questo salmo, perché è  alla sua parola, alla  sua legge, alla sua volontà, alle parole che ha ispirato agli  autori  dei  santi  libri, parole create, creature e non Dio stesso, ma alcune di queste parole esprimono verità eterne, che fanno parte dell’essenza stessa di Dio, dei suoi pensieri eterni… – Grazie, mio Dio, di darci questa lezione e di insegnarci in questo salmo a salire questa divina scala degli esseri.

«La legge di Dio è immacolata, perfetta, converte le anime; la testimonianza di Dio è fedele, dona la saggezza ai piccoli» la dona agli umili; la dona anche agli ignoranti ai quali basta conoscere e praticare questa parola divina per essere infinitamente saggi,  mille volte più  saggi dei sapienti del mondo; la dona ai bambini ai quali basta praticarla con innocenza, semplicità, amore per essere saggi come saggi anziani… «I comandamenti  di  Dio  sono giusti, rallegrano i cuori ; i precetti di  Dio sono luminosi, illuminano le  anime»…

Sì  mio  Dio, il tuo giogo è dolce e leggero e la sola gioia dell’uomo in questo mondo è portarlo: egli rallegra e lui solo può rallegrare: poiché fare la tua volontà è la sola cosa che possa dare all’anima una gioia pura e vera in questo esilio… Essa illumina le nostre anime…

Solo nelle tue parole troviamo la luce: la tua volontà, le tue parole che ce la fanno conoscere, è la luce della nostra vita, la luce che ci è  assolutamente indispensabile. (Anche noi siamo obbligati per vedere chiaro sia ad obbedire a un direttore interprete delle tue volontà, sia a meditare i tuoi santi libri, per impregnarci dei tuoi pensieri, del tuo spirito) … «Il timor di Dio è santo, durerà eternamente: le sue parole sono vere, si giustificano da se stesse» … 

Sì, mio Dio, il tuo timore è santo e durerà sempre, perché è indissolubilmente legato al  tuo  amore… Nessuno teme di più di colui che ama, e più si ama più si teme: non si teme il castigo, ma si teme di addolorare, si teme di dispiacere, si teme di non piacere abbastanza, di non  dimostrare abbastanza il proprio amore, di non fare tutto ciò che  si  dovrebbe per chi  si  ama…

Si desidera talmente fare tutto ciò che serve per chi si ama,  si  teme  talmente  la minima disapprovazione da parte sua!.. L’essere che si teme di più al mondo è colui che si ama: con uno sguardo può addolorarci tanto! «Mio Dio, la tua legge è molto più desiderabile dell’oro e della pietra preziosa: è più dolce del miele e del favo di miele». 

Oh sì, mio  Dio: per chi ti ama è mille volte più desiderabile conoscere la tua volontà che avere tutte le ricchezze! Conoscere la tua volontà, com’è dolce per noi! «Il tuo servo l’osserverà: questa osservanza porta in se stessa la sua ricca ricompensa». Poiché con essa si evita il peccato, si evita ciò che più teme l’anima che ti ama: offenderti, dispiacerti. «Chi potrà comprendere la bruttezza del peccato! Purificami, mio Dio,  da tutti i  miei peccati, da quelli  che conosco e  da quelli che non conosco e  che i  miei occhi non vedono»… 

«Custodiscimi da quelli che non ti conoscono, dai mondani: se i mondani non mi dominano, se  non si impadroniscono  del mio spirito, sono senza macchia e sarò salvato da un grande male. Allora le mie parole potranno piacerti e la meditazione del mio cuore sarà sempre in tua presenza». Sì, uno dei  miei grandi pericoli è lo spirito del mondo: che i mondani non mi diano il loro spirito e sfuggirò a un gran pericolo: il mondo è la concupiscenza della carne, quella degli occhi e l’orgoglio, dice san Giovanni: sensualità, curiosità, orgoglio.

Il mondo è la saggezza umana, opposta al Vangelo, alla saggezza divina che essa tratta come follia… Il mondo è l’egoismo, l’avarizia, l’incredulità… Esso cerca di penetrare in noi da ogni parte: passa sopra i muri e attraverso le porte chiuse: il demonio ci soffia in ogni momento questo spirito mondano; gli uomini ce lo comunicano con la maggior parte delle relazioni che abbiamo con loro; e ahimé lo troviamo nel profondo di noi stessi, ne siamo impregnati e ogni movimento fa salire alla superficie della nostra anima questo fango che riposa sul suo fondo…

Guardiamocene  con tutte le nostre forze e per questo impieghiamo 1° la preghiera: supplichiamo Dio di renderci folli, folli del  Vangelo, folli di  saggezza divina, che sono follia agli occhi degli uomini; 2°   la lettura e la meditazione del santo Vangelo: impregniamocene; conosciamolo; che le sue massime vengano incessantemente alle nostre labbra e riempiano i nostri spiriti e i  nostri  cuori; 3°  la santa povertà: essa è  l’opposto dello spirito del mondo: più la coltiveremo, più   ci allontaneremo dal mondo, e più il mondo, che l’ha in orrore, si allontanerà da noi; 4° l’abiezione: si può dire di essa tutto ciò che abbiamo appena detto sulla povertà; 5° la solitudine: meno vedremo gli uomini, meno potranno darci il loro spirito; 6° la penitenza; 7° le letture pie: i libri scritti dai santi, e di conseguenza pieni dello  spirito di  Dio, di  uno  spirito opposto a quello del mondo; e la storia dei  santi, cioè la storia di  anime  che sono  state nemiche del mondo e che hanno condotto una vita  completamente  opposta  alle massime mondane, dove gli esempi sono quelli di una  guerra mortale contro il  mondo; 8°  nei modi di fare, di dire, di pensare, allontanarsi dal modo di essere della gente del mondo : con questo si dichiara nettamente che non si è del mondo: ci si  dichiara in stato di  guerra  con esso: questo mezzo è molto potente, ma quale perseveranza e quale fede sono necessarie per praticarlo abitualmente! 9° al di sopra di tutto l’amore di Dio: è lui che scaccia dalla nostra anima tutti questi fantasmi, tutte queste follie di idee mondane, lui che ci illumina, ci dona l’intelligenza, ci fa concepire la verità, ci dona l’orrore delle vanità, delle sensualità, delle curiosità, dei beni terreni, lui che ci fa guardare il mondo intero e tutto ciò che stima il mondo come fango, e ci fa stimare solo una cosa, il nostro salvatore Gesù, i suoi esempi e le sue parole che amiamo tanto più appassionatamente quanto più disprezziamo profondamente tutto il resto: in lumine tuo videbimus lumen. «È alla luce del tuo amore che vedremo la  luce», oh Gesù, «mio Signore, mio sostegno e mio Redentore!».

Traduzione a cura delle Discepole del Vangelo. Fonte

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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TERZA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

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Lc 1,1-4; 4,14-21

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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