Commento al Vangelo del 26 novembre 2017 – Mons. Alberto Albertazzi

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Il Figlio dellโ€™uomo ci giudicherร  sullโ€™amore

Dopo la digressione giovannea della scorsa domenica nellโ€™intimitร  dellโ€™ultima cena (parliamo del tempo liturgico ordinario, perchรฉ in diocesi si รจ celebrata la dedicazione della chiesa locale), si conclude lโ€˜anno liturgico tornando a Matteo, che ci squaderna uno scenario grandioso. Non si puรฒ leggere questa pagina senza avere in mente il giudizio universale della Cappella Sistina. Matteo si dimostra qui un โ€œgrandeโ€, che ha fornito spunto pittorico a un altro โ€œgrandeโ€. Quel Cristo schiaffeggiante al centro dellโ€™immane affresco, nella sua nerboruta nuditร , ha piรน del Sansone inferocito che del flaccido Sacro Cuore!

Gesรน ha giร  dato prova di manesca autorevolezza sbaraccando lo sconcio mercato che si svolgeva nel tempio. Poi si รจ ammansito su battibecchi piรน o meno insulsi provocati dallโ€™autoritร  giudaica; racconta ancora un paio di parabole proiettate in avanti verso la resa dei conti; e questa domenica ecco che i conti si fanno. Giudice unico รจ lui, il Figlio dellโ€™uomo che si insedia nella sua gloria, attorniato da un festoso svolazzare di angeli evocante una visione di Daniele (7,9-10).

Il picco della solennitร  lo cogliamo in quel regale accomodarsi ยซsul trono della sua gloriaยป. Anche se di lรฌ a poco Gesรน sarร  sbeffeggiato in croce, informa in anticipo con chi avranno a che fare i suoi oppositori. E poi unโ€™impressionante globalitร  planetaria che racimola gente dal tempo e dallo spazio: ยซDavanti a lui saranno radunati tutti i popoliยป. Ecco il regno eterno e universale che, dopo la discriminazione tra pecore e capre, potrร  drappeggiarsi come ยซregno di veritร  e di vita, regno di santitร  e di grazia, regno di giustizia, di amore e di paceยป (prefazio della messa di questa domenica).

Seguono due sentenze giudiziarie, definitive e inappellabili, sintatticamente simmetriche e concettualmente contrapposte, come agli antipodi reciproci stanno benedizione e maledizione: ยซVenite, benedetti del Padre mio, ricevete in ereditร  il regno preparato per voiยป. Invito soave e bamboleggiante, come si addice alla proverbiale mitezza delle pecore indifese, anatomicamente prive di attrezzatura dโ€™attacco. E viceversa: ยซVia, lontano da me maledetti, nel fuoco eternoยป. Nellโ€™immaginario letterario la fisionomia caprina evoca qualcosa di demoniaco. Questi mammiferi sono attrezzati di corna dโ€™attacco e cozzano tra loro con bellicoso e schioccante ardimento (lo scrivente lo vede perchรฉ รจ parroco anche di Caprile!). Gesรน, nel bestiame allora piรน diffuso, non poteva scegliere animali piรน adatti a simboleggiare le due fattispecie di umanitร , giร  tradizionalmente contrapposte nei libri sapienziali dellโ€™Antico Testamento (vedi commento al vangelo della scorsa domenica). Il discriminante รจ Gesรน stesso, nel trattamento che ha ricevuto sotto le spoglie di quellโ€™imprecisato personaggio che chiamiamo prossimo, di cui peraltro egli svela la carta dโ€™identitร  al positivo: ยซtutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, lโ€™avete fatto a meยป. E inversamente, spaventosamente, dannatamente, al negativo: ยซtutto quello che non avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, non lโ€™avete fatto a meยป. La conclusione laconica รจ terribile per un verso e gratificante per un altro: ยซE se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eternaยป. Lโ€™accento concettuale di questa sentenza sta nellโ€™aggettivo eterno: beatificante e raggelante.

Da questa scenografia sprizza quindi unโ€™altra modalitร  di presenza di Cristo, che va oltre quella eucaristica, quella della sua parola letta nella liturgia (Costituzione liturgica 7), quella della comunitร  adunata nel suo nome (Mt 18,20). Gesรน, quatto quatto, si rannicchia pure nei bisognosi, che diventano a loro insaputa strumento di benedizione o maledizione.

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Pagina dunque a grande effetto scenografico e contenutistico. Sembra prevalervi piรน la minaccia che la garanzia. Ritornando nella Cappella Sistina, รจ agghiacciante lo sguardo del โ€œdisperatoโ€, sito in basso a destra. Fa sempre bene non perdere di vista il giudizio di Dio, che non ammette ricorsi in appello e cassazione. Il fatto piรน inquietante รจ che il codice in base al quale lโ€™umanitร  sarร  giudicata รจ lโ€™amore verso il prossimo, esercitato in quelle attenzioni catechisticamente chiamate opere di misericordia corporali. Possiamo fare tutte le applicazioni immaginabili ai tempi attuali che offrono innumerevoli occasioni di soccorso a chi si trova nella miseria estrema.

In questo modo avrร  termine la vicenda dellโ€™uomo ยซsotto il soleยป (Qo 1,9). E in questo modo termina il mio commento ai vangeli domenicani. Ringrazio il Corriere eusebiano per la cortese ospitalitร .

Fonte

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 26 Novembre 2017 anche qui.

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
Nostro Signore Gesรน Cristo Re dell’Universo

Mt 25, 31-46
Dal Vangelo secondoย  Matteo

31Quando il Figlio dellโ€™uomo verrร  nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederร  sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerร  gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrร  le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirร  a quelli che saranno alla sua destra: โ€œVenite, benedetti del Padre mio, ricevete in ereditร  il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perchรฉ ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmiโ€. 37Allora i giusti gli risponderanno: โ€œSignore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?โ€. 40E il re risponderร  loro: โ€œIn veritร  io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, lโ€™avete fatto a meโ€. 41Poi dirร  anche a quelli che saranno alla sinistra: โ€œVia, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perchรฉ ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitatoโ€. 44Anchโ€™essi allora risponderanno: โ€œSignore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?โ€. 45Allora egli risponderร  loro: โ€œIn veritร  io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi piรน piccoli, non lโ€™avete fatto a meโ€. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eternaยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 26 Novembre – 02 Dicembre 2017
  • Tempo Ordinario XXXIV
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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