Commento al Vangelo del 26 Aprile 2020 – p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 26 Aprile 2020.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

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Lโ€™innamorata prova un bisogno incontenibile di stare a fianco di colui che ama. Nel silenzio della notte lo pensa, pronuncia il suo nome, sogna le sue carezze: โ€œLa sua sinistra รจ sotto il mio capo e la sua destra mi abbracciaโ€ (Ct 8,3). รˆ desolata se non riceve un suo messaggio, quando ode la sua voce รจ colta da un fremito, corre ad aprire, gira il chiavistello e dischiude la porta. Ma il diletto non cโ€™รจ giร  piรน, se nโ€™รจ andato, รจ scomparso e lei viene meno (Ct 5,5-6).

โ€œHanno portato via il mio Signoreโ€ โ€“ esclama fra le lacrime la Maddalena. Camminano tristi i due discepoli di Emmaus, chinano il volto a terra le donne che al sepolcro cercano fra i morti colui che รจ vivo (Lc 24,5): sono il ritratto vivo della comunitร  che non scorge piรน โ€œlโ€™amato del suo cuoreโ€. Con lui ogni notte si tramutava in luce, il tramonto in preludio di aurora, il dolore nellโ€™annuncio di una nascita, le lacrime nello sbocciare di un sorriso.

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โ€œRimani con noiโ€ โ€“ implora la sposa โ€“ quando il suo Signore sembra agire โ€œcome se dovesse andare piรน lontanoโ€. Ha promesso di rimanere con lei, tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20), perchรฉ la lascia sola?

Ma non รจ lui che si allontana, รจ lei che รจ incapace di riconoscerlo.

Non appena egli incomincia a spiegare le Scritture, il suo cuore riprende ad ardere. Come lโ€™amata del Cantico, riconosce la voce del suo diletto e, allo spezzar del pane, i suoi occhi si illuminano e lo riconosce. Non lโ€™aveva abbandonata, non lโ€™abbandonerร  mai.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œFaโ€™ che ascoltiamo la tua voce nelle Scritture e che ti riconosciamo allo spezzar del paneโ€.

Prima Lettura (At 2,14a.22-28)

14 Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlรฒ a voce alta cosรฌ:

22 ยซUomini dโ€™Israele, ascoltate queste parole: Gesรน di Nazaret โ€“ uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operรฒ fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -,23 dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi lโ€™avete inchiodato sulla croce per mano di empi e lโ€™avete ucciso.
24 Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perchรฉ non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.
25 Dice infatti Davide a suo riguardo: โ€œContemplavo sempre il Signore innanzi a me; poichรฉ egli sta alla mia destra, perchรฉ io non vacilli. 26 Per questo si rallegrรฒ il mio cuore ed esultรฒ la mia lingua; ed anche la mia carne riposerร  nella speranza, 27 perchรฉ tu non abbandonerai lโ€™anima mia negli inferi, nรฉ permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. 28 Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenzaโ€ยป.

Come nel giorno di Pasqua, anche oggi la prima lettura รจ tratta da un discorso di Pietro. Se si confrontano questi due brani si puรฒ facilmente verificare che seguono lo stesso schema: presentano la vita di Gesรน in quattro momenti:

โ€“ raccontano le prodigiose opere di bene da lui compiute;

โ€“ indicano qual รจ stata la risposta degli uomini a questi gesti di amore e di salvezza: invece di accoglierlo lo hanno rifiutato, crocifisso e ucciso perchรฉ lo ritenevano un impostore;

โ€“ la pietra del sepolcro non ha posto fine alla sua storia: Dio รจ intervenuto e lo ha liberato dal potere della morte;

โ€“ nella conclusione abbiamo un riferimento alle Scritture: tutto ciรฒ che รจ accaduto era stato predetto dai profeti.

Questi discorsi non sono la trascrizione di ciรฒ che Pietro ha detto, ma una sintesi della catechesi, data nei primi tempi della Chiesa, riguardo a Gesรน; questa catechesi รจ posta sulla bocca del primo degli apostoli per sottolinearne lโ€™importanza e lโ€™ufficialitร .

Nella terza parte del discorso (v. 24), lโ€™intervento di Dio sulla morte viene introdotto con unโ€™immagine che, nel testo originale greco, รจ particolarmente incisiva: โ€œDio โ€“ dice Pietro โ€“ ha costretto la morte a partorireโ€. Gli antichi immaginavano che i feti fossero trattenuti nel grembo materno da lacci che, al momento del parto, venivano spezzati causando le doglie. La morte voleva trattenere per sempre Gesรน nel suo grembo, ma Dio รจ intervenuto, ha sciolto i lacci, lo ha liberato e fatto nascere. รˆ stata questa la maggiore delle sue opere di potenza: dal grembo della morte ha tratto la vita.

Seconda Lettura (1 Pt 1,17-21)

17 E se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. 18 Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come lโ€™argento e lโ€™oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, 19 ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. 20 Egli fu predestinato giร  prima della fondazione del mondo, ma si รจ manifestato negli ultimi tempi per voi. 21 E voi per opera sua credete in Dio, che lโ€™ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e cosรฌ la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio.

Continua la catechesi battesimale iniziata domenica scorsa.

Il predicatore โ€“ che parla in nome di Pietro โ€“ invita i neo-battezzati a riflettere sulla loro condizione di figli. Voi โ€“ dice โ€“ siete rinati e ora potete rivolgervi a Dio chiamandolo Padre, da lui avete ricevuto una nuova vita. Quella in cui siete stati introdotti รจ una condizione sublime, ma comporta anche gravi responsabilitร  perchรฉ esige una condotta morale coerente. Dio non fa preferenze di persone, quindi, se, durante il vostro โ€œpellegrinaggioโ€ in questo mondo, non sarete fedeli agli impegni battesimali che vi siete assunti, a nulla vi servirร  lโ€™aver ricevuto materialmente il sacramento (v. 17).

Poi viene ricordata ai neofiti la condizione in cui si trovavano prima di divenire cristiani: conducevano una vita dissoluta, si adeguavano a princรฌpi immorali appresi dai loro padri pagani; erano come schiavi sottomessi a un tiranno: il peccato. Il loro riscatto รจ stato pagato a caro prezzo: Cristo ha versato il suo sangue per liberarli (vv. 18-19). Lโ€™agnello pasquale, bianco, senza macchia e senza difetti, che il popolo dโ€™Israele sacrificava durante la celebrazione della Pasqua era solo unโ€™immagine. รˆ Gesรน il vero agnello senza macchia che, con il suo sangue, riscatta gli uomini dal male.

Queste sono le esortazioni con cui il predicatore di Roma incoraggia i neofiti a condurre una vita santa e irreprensibile. Non possono rendere vano il sacrificio di Cristo.

Vangelo (Lc 24,13-35)

13 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesรน in persona si accostรฒ e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: โ€œChe sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?โ€. Si fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clรจopa, gli disse: โ€œTu solo sei cosรฌ forestiero in Gerusalemme da non sapere ciรฒ che vi รจ accaduto in questi giorni?โ€. 19 Domandรฒ: โ€œChe cosa?โ€. Gli risposero: โ€œTutto ciรฒ che riguarda Gesรน Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20 come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi lโ€™hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciรฒ son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22 Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23 e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli รจ vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non lโ€™hanno vistoโ€.
25 Ed egli disse loro: โ€œSciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?โ€. 27 E cominciando da Mosรจ e da tutti i profeti spiegรฒ loro in tutte le Scritture ciรฒ che si riferiva a lui. 28 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare piรน lontano. 29 Ma essi insistettero: โ€œResta con noi perchรฉ si fa sera e il giorno giร  volge al declinoโ€. Egli entrรฒ per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzรฒ e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparรฌ dalla loro vista. 32 Ed essi si dissero lโ€™un lโ€™altro: โ€œNon ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?โ€. 33 E partirono senzโ€™indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34 i quali dicevano: โ€œDavvero il Signore รจ risorto ed รจ apparso a Simoneโ€. 35 Essi poi riferirono ciรฒ che era accaduto lungo la via e come lโ€™avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

รˆ il mese di aprile dellโ€™anno 30 d.C..

Due discepoli di Gesรน si sono recati a Gerusalemme per celebrare la Pasqua e sono stati testimoni di fatti drammatici: il loro Maestro, profeta potente in opere ed in parole, รจ stato giustiziato.

Passati i giorni di quella triste festa, si preparano a tornare a Emmaus quando, di buon mattino, qualcuno corre da loro con notizie a dir poco sconvolgenti: il sepolcro รจ stato trovato vuoto, alcune donne sostengono di aver avuto una visione di angeli e si dice che Gesรน sia vivo. A casa perรฒ hanno le famiglie ad attenderli, รจ primavera, รจ il tempo della raccolta dellโ€™orzo e devono partire. Lungo il cammino si affianca loro un viandante: li accompagna e alla sera accade qualcosa di straordinario.

Il racconto dei discepoli di Emmaus รจ una delle pagine piรน belle dei vangeli. Introduce in un mondo celestiale, dove il sogno, invece di dissolversi, si tramuta in realtร . Dopo questa prima impressione incantevole, sorgono perรฒ perplessitร  e interrogativi: dove si trova Emmaus? Cโ€™era, sรฌ, ma a 30 chilometri da Gerusalemme, non a una decina come dice il testo (Lc 24,13). Alcuni manoscritti antichi, probabilmente proprio per ovviare a questa difficoltร , parlano di 160 stadi (una trentina di chilometri), ma cosรฌ ne creano unโ€™altra: trasformano i due discepoli in maratoneti.

รˆ anche inverosimile che, dopo aver udito che era accaduto qualcosa di straordinario (vv. 21-24), i due siano partiti, senza aver prima verificato ciรฒ che poteva essere realmente successo (la storia della famiglia che li aspettava e dei campi da mietere lโ€™ho inventata io, per dare un minimo di logicitร  alla loro decisione).

Come mai non riuscivano a riconoscere Gesรน nel viandante? Che senso ha un miracolo di questo tipo: serve a creare suspence? Si noti che il testo non dice che Gesรน si era dissimulato sotto false sembianze, ma che i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.. e sarร  importante stabilire la ragione di questa cecitร .

Perchรฉ non ci viene detto il nome anche del secondo discepolo? Luca non lo ricordava piรน?

Tornati a Gerusalemme, i due raccontano agli apostoli lโ€™esperienza che hanno fatto del Risorto e vengono informati che il Signore รจ apparso anche a Simone (vv. 33-35). Poi il racconto continua: mentre sono riuniti e stanno parlando di queste cose, Gesรน compare in mezzo a loro. Rimangono stupiti e spaventati, sono convinti di vedere un fantasma, non riescono a credere che egli sia vivo. Per convincerli, Gesรน deve mangiare del pane e del pesce davanti a loro (Lc 24,36-42). La reazione dei discepoli รจ davvero inspiegabile: sembrano colti di sorpresa, come se nulla fosse accaduto prima.

Queste sono solo alcune delle difficoltร  che vengono sollevate da unโ€™interpretazione letterale del testo. Ma alcuni indizi ci orientano verso una lettura meno superficiale. Come non notare ad esempio che la frase: โ€œQuando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzรฒ e lo diede loroโ€ richiama in modo esplicito la celebrazione dellโ€™eucaristia? E, prima di sedersi a tavola, il misterioso viandante presiede anche ad una solenne liturgia della Parola con le sue tre letture (โ€œE cominciando da Mosรจ e da tutti i profeti spiegรฒ loro in tutte le Scrittureโ€ฆโ€; v. 27) e la sua brava omelia (โ€œNon si andava forse riscaldando il nostro cuore quando ci apriva le Scrittureโ€; v. 32). Insommaโ€ฆ ha officiato una liturgia in piena regola.

Poi ancora: la frase โ€œNon bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrar nella sua gloria?โ€ (v. 26) รจ la prova inoppugnabile che colui che sta parlando รจ il Gesรน giร  asceso al cielo. Questa situazione, piรน che a quella dei due di Emmaus, assomiglia a quella dei cristiani delle comunitร  di Luca. Proviamo a ricostruirla.

Siamo in Asia Minore negli anni 80-90. Quasi tutti i testimoni del Risorto sono ormai scomparsi e i cristiani della terza generazione si chiedono: sarร  possibile per noi incontrare il Signore? Come attestare che egli รจ vivo se non lo abbiamo mai visto con i nostri occhi, nรฉ toccato con le nostre mani, nรฉ mai ci siamo seduti a mensa con lui? Saremo indotti a credere solo da ciรฒ che altri ci hanno raccontato, come accade nei tribunali dove i giudici si fidano dei testimoni attendibili? Questa perรฒ non puรฒ essere chiamata una scelta di fede, ma รจ la conclusione di un ragionamento di buon senso. Vorremmo anche noi incontrare realmente il Risorto.

Proviamo a rileggere il racconto di Luca come una risposta agli aneliti e alle attese di questi cristiani.

Iniziamo dal nome. Uno dei due si chiama Cleopa (un personaggio molto noto nella Chiesa primitiva perchรฉ era il fratello di Giuseppe, il โ€œpadreโ€ del Signore) e lโ€™altro? Lโ€™altroโ€ฆ potrebbe essere un invito rivolto ad ogni lettore a inserire il proprio nome, un invito a percorrere assieme a Cleopa il cammino che porta a riconoscere il Risorto presente lร  dove due sono riuniti nel suo nome.

I due discepoli sono tristi: hanno visto crollare i loro sogni, fallire i loro progetti. Si attendevano un messia glorioso, un re potente e vincitore e si sono trovati davanti uno sconfitto. I rabbini insegnavano che il messia sarebbe vissuto mille anni e Gesรน invece era morto.

รˆ la storia dei cristiani delle comunitร  di Luca! Sono perseguitati, sono vittime di soprusi, vedono trionfare le opere della morte, i malvagi hanno la meglio sui puri di cuore: si trovano nelle stesse condizioni di spirito dei discepoli di Emmaus. Anchโ€™essi si fermano, col volto triste.

รˆ la nostra storia. Anche noi ci troviamo a volte nella stessa condizione di spirito. Succede quando dobbiamo ammettere che la furbizia prevale sullโ€™onestร ; quando siamo costretti a prendere atto che la menzogna diviene la veritร  ufficiale, imposta da chi detiene il potere; quando vediamo i profeti messi a tacere o essere uccisi. Anche noi ci fermiamo, col volto triste, rassegnati di fronte a una realtร  ineluttabile, costretti ad ammettere che il mondo nuovo annunciato da Gesรน forse non si realizzerร  mai.

Ma una comunitร  nata dalla fede nel Risorto puรฒ abbandonarsi a questi pensieri di morte e cedere alla tristezza? Hanno senso le facce non solo assonnate e distratte, ma deluse di tanti partecipanti alle nostre assemblee domenicali? Sono segno della certezza nella vittoria della vita o testimoniano sconforto e abbattimento?

I due di Emmaus conoscono molto bene la vita di Gesรน. Ne fanno un riassunto perfetto, identico a quello insegnato nella catechesi della Chiesa primitiva (vv. 19-20), ma la loro sintesi ha un grave difetto: si ferma alla constatazione della vittoria della morte: โ€œI nostri capi โ€“ spiega Cleopa โ€“ lo hanno consegnato per essere condannato a morte e poi lo hanno uccisoโ€ (v. 20) ed essendo giร  passati tre giorni, questa morte รจ da considerarsi definitiva.

Luca pone volutamente sulla loro bocca i pensieri di molti cristiani delle sue comunitร . Essi conoscono bene ciรฒ che Gesรน ha fatto e insegnato, lo considerano un uomo saggio, uno che, con il suo messaggio di pace e di amore, ha cambiato il cuore di tanta genteโ€ฆ ma alla fine รจ morto, come tutti.

Chi pensa in questo modo scopre solo lโ€™aspetto esteriore, lโ€™evento storicamente verificabile della vita di Gesรน, ma non giunge alla fede in lui perchรฉ non crede nella sua risurrezione, che non puรฒ essere constatata e dimostrata. La conseguenza di questa conoscenza incompleta รจ la tristezza. Senza la fede nella risurrezione, le sconfitte rimangono sconfitte, la vita termina con la morte, รจ una tragedia senza senso.

Come si arriva a questa situazione disperata?

I due di Emmaus hanno delle responsabilitร , hanno commesso errori.

Anzitutto hanno abbandonato la comunitร , il gruppo di coloro che hanno continuato a cercare una risposta a quanto era accaduto. Hanno preferito andarsene da soli, convinti che a certi drammi nessuno saprร  mai dare un senso.

Non hanno verificato se lโ€™esperienza fatta dalle donne poteva essere illuminante anche per loro.

ย Cosรฌ si stavano comportando molti cristiani del tempo di Luca: di fronte alle difficoltร  e alle persecuzioni alcuni abbandonavano la loro comunitร ; altri, quasi per principio, rifiutavano le risposte che venivano dalla fede, non verificavano nemmeno se potevano avere una logica e un senso.

Un terzo errore: i due di Emmaus non hanno avuto il minimo dubbio che le loro idee sul messia trionfatore potessero essere errate. Erano testardamente aggrappati alla tradizione, a ciรฒ che era stato loro insegnato, erano impermeabili alle sorprese e alle novitร  di Dio.

Gesรน non abbandona gli uomini che scelgono le strade che conducono alla tristezza. Egli si fa loro compagno di viaggio.

Come sempre accade, il Risorto non รจ riconoscibile (qualcuno crede di vedere un fantasma, la Maddalena lo prende per un ortolano, sul lago viene considerato un abile pescatoreโ€ฆ). Non si tratta di miracoli. รˆ un modo per presentare la situazione nuova di colui che รจ entrato nella gloria di Dio: รจ una condizione completamente diversa da quella di questo mondo. La vita dei risorti non รจ un prolungamento migliorato della vita presente e gli occhi dellโ€™uomo non possono coglierla. Ecco la ragione per cui gli evangelisti dicono che Gesรน era lui, ma non era piรน lo stesso; era Gesรน che avevano toccato, con cui avevano mangiato e bevuto, era colui che era morto โ€“ โ€œGuardate le mie mani e i miei piedi: sono io!โ€ (Lc 24,39) โ€“ ma era completamente diverso.

Come arrivano Cleopa e il discepolo senza nome a scoprire che Gesรน, lo sconfitto, รจ il messia? Come possono capire che la vita nasce dalla morte?

Il cammino che il Risorto fa loro percorrere รจ quello delle Scritture: รจ la parola di Dio che svela il mistero.

Non avendo capito la Bibbia, i due discepoli ragionano da uomini, non vedono ciรฒ che รจ accaduto con lo sguardo di Dio, per questo Gesรน li richiama: โ€œO insensati e duri di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Messia passasse attraverso il dono della vita, per entrare nella sua gloria?โ€ (vv. 25-26).

Il cammino della croce รจ inconcepibile e assurdo per gli uomini; solo chi legge le Scritture scopre che Dio รจ tanto grande da saper ricavare dal maggior crimine degli uomini il suo capolavoro di salvezza. Non basta leggere la parola di Dio, bisogna anche capirla, per questo รจ necessario che qualcuno la spieghi e, possibilmente, lo faccia non come chi trasmette arida cultura teologica, ma โ€œscaldando il cuoreโ€.

Alla sera di quella prima โ€œdomenicaโ€, i discepoli giungono a casa e Gesรน รจ con loro. Quando sono seduti a tavola, egli โ€œprende il pane, pronuncia la benedizione, lo spezza e lo dร  loroโ€ (v. 30). รˆ facile comprendere ciรฒ che Luca vuole insegnare: gli occhi del cristiano si aprono e riconoscono il Risorto durante la celebrazione liturgica domenicale.

Nel racconto dei discepoli di Emmaus sono presenti tutti gli elementi della celebrazione eucaristica: cโ€™รจ lโ€™entrata del celebrante, poi la liturgia della Parola con lโ€™omelia, infine โ€œlo spezzar del paneโ€.

Solo al momento della comunione eucaristica gli occhi si aprono e i discepoli si rendono conto che il Risorto รจ in mezzo a loro, ma senza la Parola non sarebbero arrivati a scoprire il Signore nel pane eucaristico.

Tutti devono fare lโ€™esperienza dellโ€™incontro con il Risorto.

Nella celebrazione comunitaria lo possono contemplare attraverso i segni sacramentali; ma nel momento in cui lo riconosconoโ€ฆ ecco che egli giร  non รจ piรน visibile; non รจ scomparso, ma gli occhi materiali non lo possono vedere.

ย Un ultimo elemento importante di questo brano: i discepoli di Emmaus, non appena hanno riconosciuto il Signore, corrono ad annunciare la loro scoperta ai fratelli e con loro proclamano la fede: โ€œDavvero il Signore รจ risortoโ€โ€ฆ รˆ questo, potremmo dire, il canto finale con cui si conclude la celebrazione domenicale. Le sue note accompagnano i discepoli per tutto il resto della settimana, sono lโ€™espressione della gioia che essi vanno a portare a tutti gli uomini.

ย Ho detto che Luca scrive per i cristiani delle comunitร  degli anni 80-90 d.C. e ha lโ€™obiettivo di proporre loro il cammino per incontrare e riconoscere il Risorto allo โ€œspezzar del Paneโ€. Non รจ diverso il cammino che noi oggi siamo invitati a percorrere.


AUTORE: p. Fernando Armellini
FONTE: Settimana News
SITO WEB: http://www.settimananews.it/ascolto-annuncio/iii-pasqua-piange-sposa-2/

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