Commento al Vangelo del 25 settembre 2011 – mons. Andrea Caniato

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Riprendiamo il nostro appuntamento con la pagina evangelica domenicale. La parabola del padre che invita i figli a lavorare alla vigna. Il primo figlio risponde papale papale “non ne ho voglia”. Il secondo scatta con un “sissignore”: ma il comportamento concreto รจ opposto. Il primo si pente e ci va, mentre il secondo, semplicemente non ci va.
Se prendiamo questo brano come un semplice richiamo alla coerenza, un predicozzo a chi parla e non agisce, rischiamo di depotenziare il Vangelo: di richiami cosรฌ ne abbiamo sentiti tanti.
Se questo รจ Vangelo, allora qui come sempre dobbiamo cercare la Notizia, la Buona Notizia.
E la buona notizia รจ che Dio tocca il cuore dell’uomo, anche dell’uomo che lo rifiuta, che vive lontano da lui, che vive addirittura contro di lui e contro il suo progetto. La “vigna” nel linguaggio biblico indica la cura, il progetto, il disegno che Dio ha per il suo popolo e per tutta l’umanitร .
Ogni uomo puรฒ farne parte, anzi diventare perfino collaboratore attivo di questo disegno di salvezza.
Secondo i criteri dell’Antica Alleanza, l’uomo religioso รจ colui che rispetta i canoni, le prescrizioni della legge mosaica. Il rischio della esterioritร  era sempre in agguato. Ma noi non viviamo piรน nell’antico ordine di cose. Alla luce della nuova ed eterna alleanza, l’uomo credente รจ soprattutto colui che si arrende alla misericordia di Dio. Noi non siamo la comunitร  degli irreprensibili, dei signorsรฌssignore! Noi siamo la comunitร  di coloro che sono stati guardati con misericordia e con fiducia. Siamo stati sottratti a un destino segnato. La chiamata di Dio ci toglie dalla strada e ci fa diventare figli.
Gli appelli morali, fai questo… non fare quello… non toccano il cuore. Il dono gratuito e immeritato ha invece la forza di trasformare la vita.
Ecco allora perchรฉ รจ molto triste la condizione del secondo figlio, nel quale spesso tutti noi possiamo identificarci. Abbiamo conosciuto per mezzo della fede il dono di Dio, ma questa fede non diventa criterio di giudizio, scelte, decisioni, progetti.
Separare la fede dalla vita, รจ peggio che separare l’anima del corpo, รจ peggio che morire. (mons. Andrea Caniato).

Il Vangelo

Mt 21, 28-32
Dal Vangelo secondoย Matteo

In quel tempo, Gesรน disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: ยซChe ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: โ€œFiglio, oggi vaโ€™ a lavorare nella vignaโ€. Ed egli rispose: โ€œNon ne ho vogliaโ€. Ma poi si pentรฌ e vi andรฒ. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: โ€œSรฌ, signoreโ€. Ma non vi andรฒ. Chi dei due ha compiuto la volontร  del padre?ยป. Risposero: ยซIl primoยป.
E Gesรน disse loro: ยซIn veritร  io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti cosรฌ da credergliยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo

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