Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
TRA IL DIRE E IL FARE
Obbedire al proprio padre รจ il dovere di ogni figlio e lโubbidienza vera non รจ quella generata dalla paura della punizione, ma dalla libera adesione della coscienza che capisce che quanto richiesto รจ giusto. Certe volte perรฒ i figli, specialmente quando sono adolescenti, tendono a rifiutare di obbedire ai genitori per partito preso. Anche noi siamo stati vittime di questo rifiuto dellโautoritร e qualche volta ci succede ancora. ร una forma di ribellione per affermare la propria individualitร , come per dimostrare a sรฉ stessi di essere autonomi e capaci di decidere per proprio conto. Per cui di fronte a un ordine ricevuto bisogna far lavorare un poโ la coscienza prima di decidere. Un buon padre sa che prima di giudicare occorre aspettare che le vere intenzioni si manifestino al di lร delle parole. Infatti non basta dire di sรฌ o di no, quel che conta sono i fatti. Ciรฒ che differenzia i due figli della parabola sta proprio nella onestร della loro coscienza. Il primo รจ ipocrita, tiene buono il padre a parole e poi disobbedisce, mentre il secondo, piรน impulsivo, รจ capace di rivedere in modo critico le sue posizioni e cambiare opinione. Uscendo dalla metafora Gesรน paragona coloro che lo rifiutano al primo figlio. Sono coloro che a parole dicono di fare la volontร del Padre, ma nei fatti non sanno superare i propri pregiudizi. Per obbedire bisogna aver fiducia e mettere da parte il proprio io. I farisei e i religiosi di quel tempo, si aspettavano un Messia diverso da Gesรน, avrebbero voluto che fosse il restauratore del regno di Israele in senso politico, mentre il Maestro parlava sรฌ del Regno, ma di quello dei cieli. Lo rifiutarono perchรฉ non seppero andare oltre queste attese del tutto terrene. La gente semplice e i peccatori invece accolgono con gioia la novitร del vangelo, perchรฉ รจ una prospettiva di libertร interiore. Chi si sente orgogliosamente giusto รจ accecato dalla sua presunzione. Possiamo servirci di questa lezione per esaminare la nostra coscienza e verificare se sappiamo obbedire o diciamo di sรฌ solo a quello che ci fa comodo. Molto spesso si sente dire che non tutti i precetti che la chiesa afferma si possono accettare. Essere cristiani perรฒ non รจ un fatto individuale per cui uno possa stabilire in autonomia quello che รจ giusto e quello che รจ sbagliato. Se fosse cosรฌ non andremmo oltre il peccato originale, che รจ appunto il voler prescindere da Dio nel giudicare il bene e il male. In questo senso bisogna saper mettere da parte il proprio io, cioรจ ammettere che il proprio giudizio รจ parziale e accettare con fiducia quello che il Padre ci chiede, anche se talvolta va contro la nostra volontร .
