Commento al Vangelo del 24 settembre 2017 – dom Luigi Gioia

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Il commento alle Letture di domenicaย  24 settembre 2017 (audio e testo), XXV domenica del Tempo Ordinario, a cura di dom Luigi Gioia.

https://youtu.be/UY9ajhkboGY

File audio prelevato dal sito web di dom Luigiย  ed il testo del commento รจ presente nel libro “Mi guida la Tua mano – Omelie sui vangeli domenicali. Anno A” disponibile nelle seguenti librerie:

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Tutti dentro perchรฉ tutti cercati

Il Vangelo, la โ€˜buona notizia’ di questa domenica, puรฒ essere rinvenuto in una frase della prima lettura: I pensieri del Signore non sono i nostri pensieri. Quale migliore illustrazione di questa differenza tra i pensieri del Signore e i nostri della parabola di questi lavoratori che il padrone di casa chiama a lavorare nella sua vigna. A questo riguardo i nostri pensieri, il modo di pensare umano, la giustizia umana sono chiari: chi arriva prima e lavora di piรน, riceve di piรน; chi arriva per ultimo e lavora di meno, riceve di meno.

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Questo modo di pensare non รจ sbagliato. Questo principio elementare di equitร  non รจ rinnegato dal padrone di casa. Egli aveva pattuito con gli operai della prima ora la somma di un denaro ed รจ stato fedele alla sua parola. Semplicemente, ha deciso di elargire anche agli operai dell’ultima ora tanto quanto aveva dato a quelli della prima. Non รจ stato ingiusto verso gli operai della prima ora, ma รจ stato generoso verso quelli dell’ultima, proprio come afferma lui stesso: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perchรฉ io sono buono?

Non si tratta di una lezione di gestione aziendale: sarebbe un disastro amministrare una societร  in questo modo. รˆ un’immagine della quale il Signore si serve per darci una buona notizia riguardo al suo modo di agire con noi. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati, che nessuna delle sue pecore vada perduta. Non si tratta di stabilire chi entra prima o chi dopo, chi crede prima o chi dopo, ma di cercare di accogliere nel regno dei cieli tutti, fino all’ultimo secondo, fino all’ultima persona. Si tratta soprattutto di capire che sia chi entra per primo che chi arriva per ultimo, lo fa non per merito suo, non perchรฉ ha cercato lavoro, non perchรฉ รจ andato lui a cercare il Signore, ma perchรฉ il Signore รจ venuto a cercare noi.

Un dettaglio essenziale del vangelo di oggi รจ infatti proprio questo. Tanto gli operai della prima ora quanto quelli dell’ultima non sono andati a lavorare di loro spontanea volontร . Stavano oziosi, senza lavoro, disoccupati nella piazza. รˆ il padrone di casa, รจ il Signore che รจ uscito per andare a cercarli. Il regno dei cieli – dice l’inizio di questo vangelo – รจ simile ad un padrone di casa che uscรฌ all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.

La buona notizia รจ che tutti noi siamo cristiani, abbiamo la fede, crediamo, perchรฉ il Signore รจ venuto a cercarci, cioรจ per grazia, per un dono di Dio. Tutti eravamo peccatori, tutti nemici. Tutti siamo entrati, sia quelli che sono arrivati per primi che quelli che sono arrivati per ultimi, solo e unicamente a causa della bontร , della misericordia, della generositร  del Signore.

Il problema รจ che i primi arrivati possono dimenticare questa veritร , possono cominciare ad attribuirsi dei meriti, ad inorgoglirsi, perdendo di vista il fondamento della vita di fede cioรจ la gratitudine nei confronti del Signore, l’eucaristia (che vuol dire appunto โ€˜azione di grazie’). Questo รจ il senso della frase, apparentemente enigmatica, con la quale si conclude il vangelo di oggi: Cosรฌ gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi.

Primi ed ultimi sono uguali davanti al Signore, perchรฉ tutti egli ama ugualmente e tutti vuole salvare gratuitamente. Per gli ultimi questo รจ evidente: proprio perchรฉ hanno lavorato di meno, sono piรน consapevoli della generositร , della misericordia di Dio, e per questo sono piรน umili, piรน riconoscenti. I primi invece, perchรฉ hanno lavorato di piรน o perchรฉ sono stati chiamati per primi, hanno cominciato a credere di potersi attribuire qualcosa, si sono inorgogliti, hanno perso il senso della loro indegnitร  e soprattutto la riconoscenza verso il padrone di casa che cosรฌ generosamente era andato a cercarli quando anche loro erano disoccupati e senza speranza.

La logica del Signore non รจ la nostra logica: I miei pensieri non sono i vostri pensieri. Tutti siamo servi inutili davanti a lui, non perchรฉ quello che facciamo non conti per lui, ma perchรฉ non รจ a causa delle nostre opere che abbiamo valore ai suoi occhi. Il Signore รจ un padre che ci ama come figli, non per quello che facciamo, ma per quello che siamo, perchรฉ siamo suoi figli.

Allo stesso modo il Signore vuole che tra di noi impariamo ad amarci, ad essere solidali, non giudicandoci sulla base di quello che facciamo di chi arriva prima o di chi arriva dopo, di chi รจ esemplare o di chi non lo รจ, ma provando gioia gli uni per gli altri, come veri fratelli e sorelle che vogliono solo il bene, solo la salvezza di tutti.

Lasciamoci consolare da questa speranza, sia nei nostri riguardi che nei riguardi dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che sembrano essere lontani dal Signore. Il Vangelo ci garantisce che non รจ il momento nel quale entrano che รจ importante, ma che prima o poi, fosse anche all’ultimo secondo, finiscano per raggiungerci. Il Signore รจ buono e vuole tutti i suoi figli uniti e felici nella sua casa, per servirci lui stesso nel banchetto eterno che prepara per noi, perchรฉ – ci dice il Signore – i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 24 settembre 2017 anche qui.

XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 20, 1-16
Dal Vangelo secondoย  Matteo

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli questa parabola:
ยซIl regno dei cieli รจ simile a un padrone di casa che uscรฌ all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordรฒ con loro per un denaro al giorno e li mandรฒ nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che รจ giusto ve lo darรฒ”. Ed essi andarono. Uscรฌ di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lรฌ e disse loro: “Perchรฉ ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perchรฉ nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di piรน. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, perรฒ, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perchรฉ io sono buono?”. Cosรฌ gli ultimi saranno primi e i primi, ultimiยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 24 – 30 Settembre 2017
  • Tempo Ordinario XXV
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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