Colpi di fulmine
Esistono i colpi di fulmine? Dal punto di vista meteorologico ovviamente si, e sono questi fenomeni atmosferici imprevedibili nel quando e nel dove cadono, a dare il nome simbolico a quegli incontri imprevedibili che fanno nascere un amore e legami forti e duraturi tra persone.
Qualcuno dice che in fondo i colpi di fulmine nelle storie dโamore non esistono, e che un vero legame si costruisce pian piano, ma non si puรฒ negare che qualcosa di vero cโรจ. Infatti penso che in ogni incontro che facciamo cโรจ sempre qualcosa di imprevedibile e inspiegabile che ci attrae verso una persona e che ci fa decidere di approfondire il dialogo e la conoscenza.
Quando lโevangelista Marco racconta i primi incontri tra il Maestro e i suoi discepoli, usa un linguaggio molto sintetico e non scende troppo nei particolari. Non basterebbero delle enciclopedie per descrivere ogni singola storia umana, e lo stesso vale per quella di Gesรน con i suoi amici. Lโevangelista vuole perรฒ ricordare che davvero tra il Maestro della Galilea e i pescatori che diventeranno suoi discepoli cโรจ stata una scintilla inziale, anzi un vero e proprio colpo di fulmine, che ha fanno nascere la sequela. Gesรน passa sulle rive del lago e vede i pescatori e li chiama ed essi subito lo seguono.
Tutto questo sembra troppo veloce, ma se ci pensiamo, รจ proprio questa โvelocitร โ a descrivere meglio la relazione di amicizia e discepolato che รจ nata non da ponderati e lunghi ragionamenti, ma da una ricerca reciproca del cuore. Marco ci racconta di quella inspiegabile intuizione iniziale che suggerisce al cuore รจ bello stare insieme e che รจ proprio tipica dellโinizio delle amicizie vere e delle storie dโamore.
Ovviamente la storia tra Gesรน e i discepoli non si esaurisce qui, ma prosegue per tutto il racconto fino alla croce e alla resurrezione. Non mancheranno momenti di incomprensione, litigi, divisioni, abbandoni, e lโevangelista non li nasconderร nella narrazione successiva. Ma รจ da quella scelta del cuore iniziale che tutto parte. Ed รจ una scelta del cuore reciproca, sia da parte di Gesรน che da parte dei discepoli. ร proprio un colpo di fulmine reciproco, caduto per caso, sulle rive di un lago e non in un tempio sacro, in un giorno come gli altri che diventa un giorno speciale da ricordare.
Ci sono religioni antiche che lร dove cadeva un fulmine creavano un recinto sacro, pensando che proprio lรฌ la divinitร avesse deciso di manifestarsi sulla terra. Erano una sorta di โcolpi di fulmineโ tra la divinitร e lโuomo. Anche in questo caso quella amicizia con Gesรน, nata con la velocitร e lโimprevedibilitร del fulmine, si trasforma in uno spazio sacro, lo spazio dove Dio nellโuomo Gesรน incontra lโumanitร vera, e con questa umanitร stabilisce un legame dโamore. Lo spazio sacro dellโamicizia tra Gesรน e i suoi discepoli non รจ fissato in un luogo particolare, perchรฉ Gesรน continuamente si sposta di casa in casa, di cittร in cittร . Il luogo sacro รจ nel cuore della vita dei suoi amici, e si sposta e si allarga con loro.
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Nel Vangelo prima di questi brevi racconti della nascita del legame di amicizia con i discepoli, Marco ci dice con ancor maggior sintesi quello che farร Gesรน per tutta la sua vita di Maestro: con parole e segni concreti diffonderร il messaggio nuovo e meraviglioso per tutti coloro che cercano Dio, cioรจ che Dio stesso รจ vicino allโumanitร e che per non perdere questo incontro servono fiducia e cambiamento del cuore.
Gesรน predica che Dio non rimane chiuso nei palazzi dei cieli, ma รจ vicino ad ogni uomo. Dio vuole fare la sua storia a cominciare proprio dalle periferie della Galilea e proprio da quei quattro pescatori che nel peso della storia del mondo non contano nulla e rischierebbero di passare totalmente inosservati da tutti e da Dio stesso.
La storia di Dio passa anche dalla nostra storia umana, dentro questa pandemia, dentro i nostri piccoli o grandi problemi personali, dentro le nostre giornateโฆ Ed รจ un colpo di fulmine che siamo solo chiamati a coglie e seguire, abbandonando le resistenze del cuore e fidandoci del suo amore.
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)
