
Era stata una giornata lunga con le messe, il pranzo comunitario, la festa in oratorio e lโincontro di tanti ai quali dovevo dedicare almeno un momento per ricambiare gli auguri e lโaffetto. Stavo chiudendo la porta della chiesa dopo la messa della sera con il solo desiderio di salire in casa e mettermi sul divano, quando vedo un uomo che si ferma e mi guarda dallโaltra parte della strada. Era magro, alto, grigio di capelli, con uno zaino e lโaria di uno che aveva camminato tutto il giorno. Dentro di me ho subito pensato che volesse qualcosa, forse dei soldi data lโaria un poโ da barbone. Ammetto che dentro di me ho detto โoh noโฆ proprio adesso che mi volevo riposare!โ. E ammetto che questo pensiero di โrifiutoโ non lโho avuto solo quella volta ma anche tante altre, quando mi รจ stato chiesto qualcosa di piรน del dovuto, quando ho ritenuto che era giusto pensare alle mie cose, quando non avevo voglia di mettermi dentro i problemi degli altriโฆ Mentre una parte di me si lamentava e pretendeva il giusto riposo, lโaltra parte di me, sorridendo, mi ha detto โecco il regalo del Signore per il tuo 25esimo! Un povero da ascoltare prima di tutto e poi da aiutareโฆโ. Si, ho sorriso dentro di me, perchรฉ proprio nella giornata in cui celebravo il mio essere โa servizio della comunitร โ mi lamentavo di una buona occasione di mettere in atto il servizioโฆ
Nel Vangelo di questa domenica del Corpus Domini, la Chiesa ci fa ascoltare uno dei tanti racconti della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Questo fatto viene raccontato piรน volte e ciรฒ significa che ha segnato molto la memoria dei discepoli, e nei secoli la comunitร dei credenti ha visto una profezia del vero senso della Celebrazione Eucaristica. Nel racconto รจ chiaro come i discepoli sono โinfastiditiโ dal problema dello sfamare la folla. Sono in un luogo deserto e ci sono un sacco di persone accorse ad ascoltare Gesรน. La cosa strana รจ che sembra che nessuno si sia preoccupato di portarsi qualcosa da mangiare per sรฉ e la famiglia. Giร qui possiamo comprendere il โfastidioโ dei discepoli che giustamente pensano che la folla dovrebbe arrangiarsi nel procurarsi il cibo. Se tutti quei 5000 uomini con famiglia si sono trovati in quella situazione di fame nel deserto รจ un problema loro, della loro imprevidenza.
I discepoli nel loro egoismo crescente arrivano ad invertire i ruoli con Gesรน, volendo loro insegnare a lui cosa si deve fare: โi Dodici gli si avvicinarono dicendo: ยซCongeda la folla perchรฉ vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona desertaยปโฆโ
La cosa straordinaria di questo passo del Vangelo รจ che รจ proprio la moltiplicazione il vero cuore della giornata. Degli insegnamenti di Gesรน in quel giorno non si fa che un rapido accenno nel racconto, mentre viene messo in evidenza prima di tutto lโegoismo pauroso dei Dodici (hanno paura di affrontare il problema e che venga a mancare quel poco che si sono portati per loro stessi), e poi il vero insegnamento pratico di Gesรน Maestro: โGesรน disse loro: ยซVoi stessi date loro da mangiareยปโฆโ
I poveri discepoli non hanno perรฒ che 5 pani e due pesci. Ma proprio da quel poco Gesรน compie il vero insegnamento che diventa lo stile della comunitร cristiana e il significato della stessa Eucarestia domenicale. Gesรน insegna in modo pratico che la condivisione โsenza se e senza maโ, scaccia paure ed egoismi. Gesรน non giudica la folla senza cibo nel deserto. Non condanna nemmeno i discepoli ma li invita ad avvicinarsi veramente a quei poveri e dare loro da mangiare. Si era creato infatti un vuoto fatto di paure e giudizi, anche tra i discepoli e la folla, e Gesรน con quel gesto riallaccia i rapporti nella caritร , nella condivisione, nella comunione.
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Alla fine non solo tutti mangiano, ma ne avanza pureโฆ ben 12 ceste, tante quante i discepoli increduli e inizialmente egoisti.
In questi giorni (il 20 giugno) si celebra la Giornata Mondiale dei rifugiati. Nel mondo le guerre, le ingiustizie economiche e anche i cambiamenti climatici producono milioni di profughi che sono costretti a fuggire nel deserto della povertร . Fanno paura i profughi e โminaccianoโ le nostre sicurezze e quel poco che abbiamo. Come cristiani, se crediamo davvero al Vangelo e a quella Messa domenicale che non puรฒ rimanere solo un rito tradizionale, non possiamo che rimetterci alla scuola di Gesรน e credere nella condivisione dei beni, della terra, delle case, delle risorse. Se ci lasciamo vincere dalle paure (e da chi le coltiva) rischiamo davvero di diventare tutti piรน poveri, non tanto di beni, ma di umanitร .
