Commento al Vangelo del 22 Settembre 2019 – p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 22 Settembre 2019.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

Amministratori di beni non nostri

โ€œDel Signore รจ la terra e quanto contiene, lโ€™universo e i suoi abitantiโ€ (Sal 24,1).

Lโ€™uomo รจ un pellegrino, vive da straniero in un mondo non suo. รˆ un viandante che attraversa il deserto: gli appartiene tanta terra quanta ne puรฒ calpestare con il suo piede; appena muove un passo giร  non รจ piรน sua.

Gli uomini non sono padroni, ma amministratori dei beni di Dio. รˆ lโ€™affermazione che viene ripetuta con insistenza dai padri della Chiesa. Ne ricordiamo uno, Basilio: โ€œNon sei tu un ladro quando consideri come tue le ricchezze di questo mondo, ricchezze che ti sono state consegnate solo affinchรฉ tu le amministrassi?โ€.

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Lโ€™amministratore รจ un personaggio che compare piรน volte nelle parabole di Gesรน.

Abbiamo quello โ€œfedele e saggioโ€ che non agisce in modo arbitrario, ma utilizza i beni che gli sono stati affidati secondo la volontร  del padrone: sfama gli altri servi. Ne abbiamo invece un altro che, in assenza del Signore, approfitta della sua posizione per โ€œfarla da padroneโ€ e darsi alle crapule (Lc 12,42-48).

Cโ€™รจ lโ€™amministratore intraprendente, che si impegna, ha il coraggio di rischiare e fa rendere i capitali del padrone e uno fannullone e infingardo (Mt 25,14-30).

Il piรน imbarazzante รจ lโ€™amministratore โ€œscaltroโ€ del quale si parla nel Vangelo di oggi.

Nelle mani di ogni uomo il Signore colloca un tesoro. Che fare per amministrarlo bene?

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œAlla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuoreโ€.

Prima Lettura (Am 8,4-7)

4 Ascoltate questo, voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
5 voi che dite: โ€œQuando sarร  passato il novilunio
e si potrร  vendere il grano?
E il sabato, perchรฉ si possa smerciare il frumento,
diminuendo le misure e aumentando il siclo
e usando bilance false,
6 per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del granoโ€.
7 Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
certo non dimenticherรฒ mai le loro opere.

Giovanni Crisostomo โ€“ un padre della chiesa del IV secolo โ€“ ha scritto una pagina memorabile sul modo di arricchire. Puรฒ essere riassunta in una frase: โ€œIl ricco o รจ ladro o รจ figlio di ladriโ€. Unโ€™affermazione provocatoria, forse troppo drastica, tuttavia il brano che ci viene proposto oggi come prima lettura sembra confermarla.

Siamo nel 750 a.C. e Israele รจ al massimo del suo splendore. Il suo territorio si estende dallโ€™Egitto alle montagne del Libano, lร  dove crescono gli enormi cedri il cui legno prezioso viene impiegato per la costruzione di navi e palazzi. Sono state introdotte nuove tecniche agricole che hanno incrementato la produzione. Il re Geroboamo II โ€“ abile politico โ€“ favorisce gli scambi commerciali, instaura rapporti di amicizia con i popoli vicini, dร  ai grandi proprietari terrieri lโ€™opportunitร  di vendere a buon prezzo il vino, lโ€™olio, il grano.

Anche la religione รจ in auge: i templi rigurgitano di devoti e di pellegrini che vanno a pregare e ad offrire sacrifici. I sacerdoti sono stipendiati dal sovrano e non sono mai stati pagati meglio. Cโ€™รจ da benedire Dio e ringraziare il re per tanta prosperitร  e tanto fervore.

Ma un uomo non si unisce al coro di chi inneggia alla politica di Geroboamo II: รจ Amos, un pecoraio venuto da Tekoa, una cittร  situata ai margini del deserto, a sud di Betlemme. Egli esplode in invettive e minacce terribili, perchรฉ โ€“ dice โ€“ รจ vero che ci sono benessere e ricchezza nel Paese, ma solo per alcuni. I poveri della terra sono sfruttati e nei confronti dei piรน deboli si commette ogni sorta di ingiustizia e di sopruso. โ€œSi vende il giusto per denaro e il povero per un paio di sandali; calpestano come polvere della terra la testa dei poveriโ€ (Am 2,6-7), nei tribunali โ€œgli umiliโ€ sono sempre condannati perchรฉ i potenti โ€œtrasformano il diritto in veleno, gettano a terra la giustizia e hanno in abominio chi dice la veritร โ€ (Am 5,7.10).

Il profeta rivolge le sue accuse contro Geroboamo II, contro i sacerdoti, contro i latifondisti, contro i ricchi. Nel brano riportato nella lettura di oggi, egli attacca i commercianti: โ€œAscoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paeseโ€ (v.4).

Quali sono le loro malefatte? Comprano i prodotti dei campi dai poveri contadini e li rivendono ad altri, ancora piรน poveri, a prezzi da strozzinaggio, โ€œschiacciano lโ€™indigente e gli estorcono una parte del granoโ€ (Am 5,11).

Come accumulano le loro ricchezze? Come si รจ sempre fatto, da che mondo รจ mondo: rubano.

Amos descrive in dettaglio le tecniche che usano.

Durante la settimana la gente normale vive nellโ€™attesa del sabato per elevare il pensiero a Dio, per riposare, incontrare familiari e amici, fare festa. I commercianti invece non sopportano le feste, il sabato e la luna nuova, perchรฉ in quei giorni gli affari si bloccano. Non vedono lโ€™ora che passino, per riprendere a vendere il grano e smerciare il frumento. Diminuiscono le misure, aumentano i prezzi, usano bilance false, fanno passar per buoni gli scarti dei prodotti e, ciรฒ che รจ peggio, โ€œcomprano con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandaliโ€ (vv.5-6). Una cinquantina dโ€™anni piรน tardi gli farร  eco Michea: โ€œAi poveri si strappa la pelle di dosso e la carne dalle ossaโ€ (Mi 3,2). Par di udire le parole sferzanti con cui, nel IV secolo, il vescovo Basilio condannerร  gli usurai del suo tempo: โ€œTu sfrutti la miseria, ricavi denaro dalle lacrime, tu strangoli colui che รจ nudo, schiacci lโ€™affamatoโ€.

Amos parla di commerci, di trucchi, di imbrogli. Che ha a che fare Dio con questi problemi? Certo che ha a che fare e nellโ€™ultima parte del brano di oggi (vv.7-8) il profeta chiarisce come egli la pensa. Dove non cโ€™รจ giustizia, dove i deboli vengono oppressi e il dolore รจ ignorato (Am 5,21-24) la religione รจ solo ipocrisia.

Di fronte allo sfruttamento del povero il Signore si indigna e pronuncia un giuramento che fa rabbrividire: โ€œNon dimenticherรฒ mai le loro opere!โ€.

Seconda Lettura (1 Tm 2,1-8)

Carissimo, 1 ti raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, 2 per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perchรฉ possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietร  e dignitร . 3 Questa รจ una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, 4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della veritร .
5 Uno solo, infatti, รจ Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, lโ€™uomo Cristo Gesรน, 6 che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli lโ€™ha data nei tempi stabiliti, 7 e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo โ€“ dico la veritร , non mentisco -, maestro dei pagani nella fede e nella veritร .
8 Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese.

Nella parte della lettera a Timoteo che ci viene proposta oggi, Paolo dร  disposizioni riguardo alla preghiera nelle comunitร  cristiane. Raccomanda che siano fatte โ€œdomande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potereโ€. Da queste persone infatti dipende il buon ordine nelle nostre societร . Se essi non adempiono bene il loro dovere, noi non possiamo โ€œtrascorrere una vita calma e tranquillaโ€ (v.2).

La preghiera della comunitร  cristiana รจ universale: รจ rivolta a Dio per i buoni e per i cattivi, per gli amici e per i nemici. In questa preghiera si manifesta il cuore grande del discepolo che non accetta di fare distinzioni basate sulla razza, sulla tribรน, sulla nazionalitร , sulla posizione sociale, sulla ricchezza. In questo suo comportamento sono riflessi i sentimenti del Padre che sta nei cieli โ€œil quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della veritร โ€ (v.4).

Si noti quante volte nella lettura ricorre il termine tutti.

Il brano si conclude con una raccomandazione: โ€œVoglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure, senza ira e senza conteseโ€ (v.8).

Il cristiano non puรฒ pregare con le mani impure, con le mani cioรจ che hanno fatto del male ai fratelli (Cf .Mt 5,23-25).

Vangelo (Lc 16,1-13)

In quel tempo, 1 Gesรน diceva ai discepoli: โ€œCโ€™era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2 Lo chiamรฒ e gli disse: Che รจ questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perchรฉ non puoi piรน essere amministratore.
3 Lโ€™amministratore disse tra sรฉ: Che farรฒ ora che il mio padrone mi toglie lโ€™amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. 4 So io che cosa fare perchรฉ, quando sarรฒ stato allontanato dallโ€™amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.
5 Chiamรฒ uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: 6 Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili dโ€™olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. 7 Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. 8 Il padrone lodรฒ quellโ€™amministratore disonesto, perchรฉ aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono piรน scaltri dei figli della luce.
9 Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perchรฉ, quandโ€™essa verrร  a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
10 Chi รจ fedele nel poco, รจ fedele anche nel molto; e chi รจ disonesto nel poco, รจ disonesto anche nel molto.
11 Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderร  quella vera? 12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darร  la vostra?
13 Nessun servo puรฒ servire a due padroni: o odierร  lโ€™uno e amerร  lโ€™altro oppure si affezionerร  allโ€™uno e disprezzerร  lโ€™altro. Non potete servire a Dio e a mammonaโ€.

Questa parabola ha sempre suscitato un certo imbarazzo perchรฉ, a quanto pare, viene elogiato un amministratore disonesto e non si puรฒ certo raccomandare ai cristiani di imitarlo.

ย Per capirne il significato e dare un senso a tutti i dettagli, bisognerebbe stabilire come e quando questo amministratore ha imbrogliato il suo padrone.

Lโ€™interpretazione tradizionale sostiene che la truffa รจ avvenuta quando, per ingraziarsi i debitori, egli ha falsificato le cifre sulle cambiali. Altri biblisti sostengono invece che ha commesso delle irregolaritร  prima di venire licenziato. Questa seconda ipotesi ci pare piรน coerente e logica e noi la seguiremo.

Piรน che raccontare una storia, Gesรน sembra fare riferimento a un fatto di cronaca del suo tempo.

Un fattore viene accusato presso il grande proprietario terriero da cui dipende di essere un incapace, uno che dilapida, che sperpera i suoi beni. Il padrone lo manda a chiamare e gli riferisce ciรฒ che ha sentito dire sul suo conto. I fatti sono cosรฌ evidenti e incontestabili che lโ€™amministratore non tenta neppure qualche giustificazione o di farfugliare una spiegazione. Viene immediatamente destituito dallโ€™incarico. (vv.1-2). Che fare adesso? รˆ nei guai, rimane senza stipendio e deve trovare al piรน presto il modo di garantirsi lโ€™avvenire.

Che fare? โ€“ ecco lโ€™interrogativo che, nel Vangelo di Luca e negli Atti degli Apostoli, molte persone si pongono. Se lo pongono le folle, i pubblicani e i soldati che, rivolgendosi al Battista, chiedono: โ€œCosa dobbiamo fare?โ€. Se lo pone, nel suo lungo soliloquio, il ricco agricoltore della parabola: โ€œChe farรฒ, poichรฉ non ho dove riporre i miei raccolti?โ€ (Lc 12,17). Se lo pongono gli ascoltatori del discorso di Pietro nel giorno di Pentecoste: โ€œFratelli, cosa dobbiamo fare?โ€. รˆ lโ€™interrogativo di chiunque si trovi di fronte ad una scelta decisiva nella vita.

Lโ€™amministratore disonesto sa di avere poco tempo a disposizione. Come ha fatto lโ€™agricoltore stolto, comincia a riflettere. Sa fare solo il supervisore, non รจ in grado di adattarsi a zappare e neppure puรฒ abbassarsi a chiedere lโ€™elemosina. โ€œMeglio morire che mendicareโ€ โ€“ dice il Siracide (Sir 40,28).

Prima di andarsene deve mettere in ordine la contabilitร , molti debitori devono ancora consegnare i prodotti. Si arrovella, valuta i pro e i contro e, dopo molto pensare, ecco il lampo di genio: Ho capito! โ€“ esclama felice โ€“ So cosa devo fare (v.4). Non ha chiesto il parere a nessuno perchรฉ conosce giร  tutti i trucchi del mestiere. Ha capito da solo qual รจ la scelta giusta e passa immediatamente allโ€™azione.

Convoca tutti i debitori e chiede al primo: โ€œTu quanto devi al mio padrone?โ€. โ€œCento barili dโ€™olioโ€ โ€“ risponde lโ€™interessato. Lโ€™amministratore sorride, gli batte la mano sulla spalla e gli dice: โ€œStraccia la ricevuta, siediti e scrivi, subito, cinquantaโ€. Il debito che era di 4.500 litri di olio (il prodotto di 175 ulivi) รจ ridotto a 2.250. Un risparmio pari a quasi due anni di lavoro di un operaio.

Poi entra in scena il secondo debitore: deve consegnare cento misure di grano (550 quintali, il prodotto di 42 ettari di terreno). Stessa scena. Viene fatto sedere e lo sconto accordato รจ del 20%. Sono condonati 110 quintali. Niente male.

In futuro questi debitori beneficati non si dimenticheranno certo di tanta generositร  e si sentiranno in dovere di ospitarlo nelle loro case.

Il padrone, e anche Gesรน, concludendo il racconto, lo elogiano: Ha agito con scaltrezza! Va imitato!

Ci saremmo aspettati una conclusione diversa. Gesรน avrebbe dovuto dire ai discepoli: โ€œNon comportatevi come questo furfante, siate onesti!โ€. Invece approva ciรฒ che ha fatto. Qui sta la difficoltร : come si puรฒ proporre a modello un disonesto?

Prima di dare la spiegazione, faccio notare che lodare la scaltrezza di una persona non significa essere dโ€™accordo con ciรฒ che ha fatto. Mi hanno raccontato di un ladro che รจ riuscito a fuggire di prigione aprendo tutte le porte con un semplice accendino. Merita un elogioโ€ฆ Era un manigoldo, ma รจ stato abile! (vv.5-8a).

Questa difficoltร  non esiste se si interpreta la parabola in modo diverso. Partiamo dalla considerazione che se il padrone si fosse sentito nuovamente truffato (2.250 litri dโ€™olio e 110 quintali di grano non sono roba da poco) si sarebbe indignato. Se elogia il suo exโ€‘amministratore vuol dire che, in questa operazione, egli non ha perso nulla. Dobbiamo presumere che lโ€™amministratore questa volta ci abbia rimesso del suo, rinunciando a quanto era solito accaparrarsi per la commissione.

Mi spiego: gli amministratori dovevano consegnare un tanto al loro padrone, ciรฒ che riuscivano ad ottenere in piรน rimaneva nelle loro tasche e potevano essere cifre elevate. Era la tecnica che impiegavano i pubblicani per arricchire quando riscuotevano le tasse.

Che ha fatto lโ€™amministratore della parabola? Invece di comportarsi da strozzino con i debitori, ha lasciato loro lโ€™utile che gli spettava.

Se le cose dovessero stare in questi termini, allora tutto diventa chiaro. Hanno una spiegazione logica sia lโ€™ammirazione del padrone che lโ€™elogio di Gesรน.

Lโ€™amministratore รจ stato scaltro โ€“ dice il Signore โ€“ perchรฉ ha capito su che cosa puntare: non sui beni, sui prodotti che gli spettavano, ma che avrebbero potuto marcire o essere rubati, ma sugli amici. Ha saputo rinunciare ai primi per conquistarsi i secondi. Questo รจ il punto. Lo riprenderemo tra poco.

Alla parabola fanno seguito alcuni detti di Gesรน legati al tema dellโ€™uso della ricchezza. Vorrebbero essere delle applicazioni, degli insegnamenti tratti dalla parabola. Il primo: โ€œI figli di questo mondo, verso i loro pari, sono piรน scaltri dei figli della luceโ€ (v.8b).

Dopo aver apprezzato lโ€™abilitร  dellโ€™amministratore, Gesรน fa una constatazione: quando si tratta di maneggiare il denaro, concludere affari, fare traffici, i suoi discepoli (i figli della luce) sono meno scaltri di coloro che impegnano tutta la loro vita ad accumulare beni (i figli di questo mondo).

รˆ normale che sia cosรฌ, deve essere cosรฌ: mentre โ€œi figli di questo mondoโ€ possono agire senza scrupoli (devono preoccuparsi solo di non contravvenire alle leggi dello Stato o almeno di non essere scoperti), i cristiani devono seguire altri principi e mantenere un comportamento trasparente e retto, sono loro vietati sotterfugi e imbrogli.

Questo accade davvero? Forse ci sono cristiani che quando competono con i โ€œfigli delle tenebreโ€ negli affari economici, non sfigurano affatto. E questo preoccupa!

โ€œProcuratevi amici con la ricchezza disonesta, perchรฉ, quandโ€™essa verrร  a mancare, vi accolgano nelle dimore eterneโ€ (v.9). รˆ il detto piรน importante del brano di oggi. Sintetizza tutto lโ€™insegnamento della parabola.

Notiamo anzitutto il giudizio duro che il Maestro dร  della ricchezza. รˆ chiamata: โ€œiniquaโ€, โ€œacquisita in modo disonestoโ€. La ragione รจ giร  stata indicata da Amos nella prima lettura. Abbiamo sentito la sua spiegazione sullโ€™origine della ricchezza. Dopo di lui, un saggio dellโ€™AT ha affermato: โ€œFra le giunture delle pietre si conficca il piolo, tra la compra e la vendita si insinua il peccatoโ€ (Sir 27,2).

Questa non รจ una condanna dei beni di questo mondo, non รจ un invito a distruggerli, a liberarsene come se fossero un oggetto impuro. รˆ una constatazione: nel denaro accumulato รจ sempre presente qualche forma di ingiustizia, di sfruttamento, di indebita appropriazione. Gesรน insegna il metodo per purificare anche la ricchezza โ€œiniquaโ€.

Lโ€™amministratore รจ un modello di abilitร  perchรฉ ha una intuizione geniale. Se consultasse i colleghi, certo lo esorterebbero a sfruttare fino in fondo la sua posizione e ad accrescere il gruzzolo che ha da parte.

Egli coglie tutti in contropiede: capisce che i soldi possono svalutarsi e allora decide di puntare tutto sugli amici. รˆ questa la scelta saggia che Gesรน incita a fare, e garantisce la riuscita dellโ€™operazione: le persone che saranno state beneficate in questa vita rimarranno sempre al nostro fianco e testimonieranno in nostro favore nel giorno in cui il denaro non conterร  piรน nulla.

Non si tratta di favorire i fannulloni regalando loro tutto ciรฒ che si possiede. Sarebbe un gesto insensato, non virtuoso. Non aiuterebbe i poveri, ma accrescerebbe la miseria e favorirebbe gli oziosi. Ciรฒ che Gesรน vuole fare capire รจ che lโ€™unico modo scaltro di utilizzare i beni di questo mondo รจ servirsene per aiutare gli altri, per renderceli amici. Saranno loro ad accoglierci nella vita.

Lโ€™ultima parte del brano (vv. 10-13) contiene alcuni detti del Signore. Per comprenderli basta chiarire il significato dei termini. Il โ€œpocoโ€ (v.10), la โ€œricchezza disonestaโ€ (v.11), la โ€œricchezza degli altriโ€ (v.12) indicano i beni di questo mondo che non possono essere portati con sรฉ. Diceva Santโ€™Ambrogio: โ€œNon dobbiamo considerare ricchezza ciรฒ che non possiamo portare con noi. Perchรฉ ciรฒ che dobbiamo lasciare in questo mondo non ci appartiene, รจ degli altriโ€.

I beni del mondo futuro, il regno di Dio sono invece chiamati: il โ€œmoltoโ€ (v.10), la โ€œvera ricchezzaโ€ (v.11), la โ€œnostra ricchezzaโ€ (v.12). Questi possono essere ottenuti solo rinunciando, come ha fatto paradossalmente lโ€™amministratore della parabola, a tutti i beni che non contano (Cf. Lc 14,33).

Gesรน conclude il suo insegnamento affermando che nessun servo puรฒ servire a due padroniโ€ฆ a Dio ed al denaro. Noi vorremmo accontentarli tutti e due: daremmo al primo la domenica ed allโ€™altro i giorni feriali. Non รจ possibile perchรฉ sono ambedue padroni esigenti, non sopportano che ci sia posto per altri nel cuore dellโ€™uomo e, soprattutto, danno ordini contraddittori. Uno dice: โ€œCondividi i tuoi beni, aiuta i fratelli, condona il debito al poveroโ€ฆโ€, lโ€™altro ripete: โ€œPensa ai tuoi interessi, studia tutti i modi per guadagnare, per accumulare denaro, tieni tutto per teโ€ฆโ€. รˆ impossibile accontentarli: o ci si fida dellโ€™uno o si crede ciecamente nellโ€™altro.

Fonte – Settimana News

Letture della
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.

Dal libro del profeta Amos
Am 8,4-7

ย 
Il Signore mi disse:
ย 
ยซAscoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: โ€œQuando sarร  passato il novilunio
e si potrร  vendere il grano?
E il sabato, perchรฉ si possa smerciare il frumento,
diminuendo lโ€™efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del granoโ€ยป.
ย 
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
ยซCerto, non dimenticherรฒ mai tutte le loro opereยป.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 112 (113)

R. Benedetto il Signore che rialza il povero.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre. R.
ย 
Su tutte le genti eccelso รจ il Signore,
piรน alta dei cieli รจ la sua gloria.
Chi รจ come il Signore, nostro Dio,
che siede nellโ€™alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra? R.
ย 
Solleva dalla polvere il debole,
dallโ€™immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prรฌncipi,
tra i prรฌncipi del suo popolo. R.

Seconda Lettura

Si facciano preghiere per tutti gli uomini a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
1 Tm 2,1-8

ย 
Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perchรฉ possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa รจ cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della veritร .
ย 
Uno solo, infatti, รจ Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, lโ€™uomo Cristo Gesรน, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli lโ€™ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo โ€“ dico la veritร , non mentisco โ€“, maestro dei pagani nella fede e nella veritร .
ย 
Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.

Parola di Dio

Vangelo

Non potete servire Dio e la ricchezza.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16, 1-13
ย 
In quel tempo, Gesรน diceva ai discepoli:
ย 
ยซUn uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamรฒ e gli disse: โ€œChe cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perchรฉ non potrai piรน amministrareโ€.
ย 
Lโ€™amministratore disse tra sรฉ: โ€œChe cosa farรฒ, ora che il mio padrone mi toglie lโ€™amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farรฒ perchรฉ, quando sarรฒ stato allontanato dallโ€™amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa suaโ€.
ย 
Chiamรฒ uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: โ€œTu quanto devi al mio padrone?โ€. Quello rispose: โ€œCento barili dโ€™olioโ€. Gli disse: โ€œPrendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquantaโ€. Poi disse a un altro: โ€œTu quanto devi?โ€. Rispose: โ€œCento misure di granoโ€. Gli disse: โ€œPrendi la tua ricevuta e scrivi ottantaโ€.
ย 
Il padrone lodรฒ quellโ€™amministratore disonesto, perchรฉ aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono piรน scaltri dei figli della luce.
ย 
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perchรฉ, quando questa verrร  a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
ย 
Chi รจ fedele in cose di poco conto, รจ fedele anche in cose importanti; e chi รจ disonesto in cose di poco conto, รจ disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderร  quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darร  la vostra?
ย 
Nessun servitore puรฒ servire due padroni, perchรฉ o odierร  lโ€™uno e amerร  lโ€™altro, oppure si affezionerร  allโ€™uno e disprezzerร  lโ€™altro. Non potete servire Dio e la ricchezzaยป.

Parola del Signore

Oppure forma breve: Lc 16,10-13

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