Il Regno che non cโรจ
โSeconda stella a destra, questo รจ il cammino, e poi dritto, fino al mattino. Poi la strada la trovi da te. Porta all’isola che non c’รจโฆโ
Ho riascoltato questa mattina questa bella canzone di Edoardo Bennato contenuta nel disco โSono solo canzonetteโ del 1980. In questo concept album Bennato ripercorre la storia di Peter Pan e della sua isola che non cโรจ.
โSon d’accordo con voi, non esiste una terra dove non ci son santi nรฉ eroi. E se non ci son ladri, se non c’รจ mai la guerra, forse รจ proprio l’isola che non c’รจ, che non c’รจโฆโ
Questa ultima domenica prima di iniziare lโAvvento celebriamo Cristo come Re dellโUniverso e della Storia. Eโ cosรฌ quello che ci suggerisce la parabola di Matteo scelta dalla liturgia e come anche piรน volte Gesรน si auto rivela, specialmente nel momento in cui a pochi passi dalla croce gli viene chiesto da Pilato se รจ vero che lui รจ re, e Gesรน risponde con โtu lo diciโ.
Il Regno di Gesรน, come dice lui stesso, non รจ di questo mondo, non tanto perchรฉ si trova spazialmente collocato chissร dove in un’altra dimensione, ma non lo รจ nel modo in cui vediamo il mondo noi e come siamo troppo abituati a viverlo.
Tanti dicono che la Pandemia non ci ha reso migliori come pensavano, e che in realtร sono emersi ancora di piรน tutti i difetti e tutte le cattiverie dellโanimo umano. Sembra davvero che il regno umano, dove tutti siamo re e regine nei nostri piccoli regni personali, sia caratterizzato dallโognuno pensa per sรฉ, dalla gara a chi trae maggior profitto e coltiva la ricchezza personale in fama, beni e salute.
Forse in questo senso davvero il regno di Gesรน non รจ di questo mondo, di questo modo di vedere il mondo.
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La parabola di Matteo immagina un futuro lontano in cui la storia di ogni singolo essere umano tira le sue conclusioni. Il grande giudizio finale universale anticipato dal racconto di Gesรน รจ un giudizio sul presente e anche un forte appello a verificare il mio presente. In quel lontano futuro si vedrร come abbiamo vissuto lโoggi.
Alcuni leggono questo brano come una โmazzataโ spirituale, come fosse uno spauracchio per metterci in guardia. Io voglio leggerlo perรฒ anche come una specie di invito alla speranza. Gesรน con quella divisione finale tra chi ha amato e chi non ha amato, tra chi si รจ preso cura dellโaffamato, dellโassetato, del povero, dello straniero, del malato e carcerato e chi invece non lโha fatto, vuole dirmi che per quanto negativo, chiuso ed egoista possa sembrarmi il mondo in realtร non รจ proprio cosรฌ. Anche nel regno umano di oggi ci sono uomini e donne che non si chiudono nel loro egoismo ma generosamente si prendono cura del prossimo. E in questo prossimo povero cโรจ Gesรน, anche se non tutti lo riconoscono apertamente. Ma il giudizio finale non sarร su chi ha esplicitamente riconosciuto Dio ma su chi lโavrร concretamente amato.
Questa parabola mi invita davvero alla fiducia e a decidere da che parte stare fin da ora senza aspettare il giudizio finale. Giร da ora posso credere e far parte del regno di amore di cui Gesรน รจ il re nascosto ma potente. Giร fin da ora posso prendere la strada che porta a questo regno che non รจ distante e impossibile, devo solo crederci e seguire le indicazioni, che sono quelle del Vangelo. E poi la strada la strada la trovo da meโฆ
ร un regno davvero strano quello di Cristo Re, dove non cโรจ odio ma amore, dove non cโรจ indifferenza ma cura, dove si combatte la battaglia alla povertร e non ai poveri. E la straordinarietร รจ proprio che il Re si mescola con tutti coloro che sono in questo Regno di amore, un regno che sembra non ci sia, ma in realtร cโรจ.
โE ti prendono in giro, se continui a cercarla, ma non darti per vinto perchรฉ chi ci ha giร rinunciato e ti ride alle spalleโฆ Forse รจ ancora piรน pazzo di teโ.
Forse รจ davvero da pazzi in questo mondo e in questo momento storico pensare alla solidarietร , alla cura reciproca. Forse รจ ancora piรน da pazzi cercare Gesรน nei poveri e cercare Dio nella vita di ogni giorno anche fuori dai riti e dagli spazi sacri. Ma chi ci ha rinunciato forse รจ ancora piรน pazzo di teโฆ
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)
