Siamo tutti come ciechi in cerca della luce
Padre Ermes Ronchi commenta il brano del Vangelo di domenica 22 marzo 2020.

Il protagonista del racconto รจ l’ultimo della cittร , un mendicante cieco dalla nascita, che non ha mai visto il sole nรฉ il viso di sua madre. Cosรฌ povero che non ha nulla, possiede solo se stesso. E Gesรน si ferma per lui, senza che gli abbia chiesto nulla. Fa un po’ di fango con polvere e saliva, come creta di una minima creazione nuova, e lo stende su quelle palpebre che coprono il buio.
In questo racconto di polvere, saliva, luce, dita, Gesรน รจ Dio che si contamina con l’uomo, ed รจ anche l’uomo che si contagia di cielo; abbiamo uno sguardo meticcio, con una parte terrena e una parte celeste. Ogni bambino che nasce โviene alla luceโ (partorire รจ un โdare alla luceโ), ognuno รจ una mescolanza di terra e di cielo, di polvere e di luce divina.
ยซNoi tutti nasciamo a metร e tutta la vita ci serve per nascere del tuttoยป (M. Zambrano). La nostra vita รจ un albeggiare continuo. Dio albeggia in noi. Gesรน รจ il custode delle nostre albe, il custode della pienezza della vita e seguirlo รจ rinascere; aver fede รจ acquisire ยซuna visione nuova delle coseยป (G. Vannucci). Il cieco รจ dato alla luce, nasce di nuovo con i suoi occhi nuovi, raccontati dal filo rosso di una domanda ripetuta sette volte: come ti si sono aperti gli occhi?
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SEI FATTO PER LA LUCE
Il vangelo racconta la conquista della luce.
Quanti occhi intelligenti e acutissimi ho visto spegnersi, occhi che dicevano di vedere lontano, ma ci basta una lacrima, un fatto doloroso e gli orizzonti si spengono, il cielo si fa nero e ogni strada รจ senza uscita.
La vista che va lontano viaggia oltre le apparenze, e va conquistata. Gesรน non cessa di dirlo: il Vangelo รจ per coloro che imparano oltre la superficie dei fatti e delle cose.
ร successo che per la seconda volta Gesรน guarisce di sabato. Di sabato non si puรฒ, si trasgredisce il piรน santo dei precetti. Io spero tanto di essere diverso dai farisei di questo Vangelo. Perchรฉ di fronte alla gioia di chi vede per la prima volta il sole e gli occhi di sua madre, anche gli alberi, se potessero, applaudirebbero, anche i fiumi batterebbero le mani, come dice il salmo.
Loro, no. I farisei sanno la teologia e dimenticano la vita, vedono il caso morale e dottrinale, non l’uomo! Per loro l’unico criterio di giudizio รจ l’osservanza della legge.
Sono i puri che non si commuovono.
Eโ facile essere credenti senza bontร . Facile e mortale.
C’รจ un’infinita tristezza in tutto questo.
E cosa fanno? Avviano un processo per eresia: da miracolato a imputato. E nessuno che provi pena per gli occhi vuoti del cieco; nessuno che si entusiasmi per i nuovi, poveri ma ricchi, occhi illuminati.
Il dramma che si consuma in quella sala รจ questo: il Dio della vita e il Dio della religione si sono separati e non si incontrano piรน. La dottrina รจ separata dall’esperienza della vita.
Ma il cieco รจ diventato libero, รจ diventato forte, tiene testa ai sapienti: voi parlate e parlate, ma intanto io ci vedo!
Lui dice a noi che se unโesperienza ti comunica Vita, allora รจ per forza buona, รจ benedetta.
Nel brano regna una religione immiserita a questioni di peccato, innalzato a teoria che spiega il mondo e pretende di interpretarne la realtร . Chi ha peccato? Lui o i suoi genitori? Gesรน non ci sta. Si allontana subito, immediatamente, da questa visione che rende ciechi. Dio lotta con te contro il male, รจ compassione e futuro, amore che fa ripartire, che preferisce la felicitร dei suoi figli, al loro obbedire.
Legge suprema di Dio รจ che l’uomo viva. E gloria di Dio รจ un uomo che torna a vedere, e il suo sguardo lucente, dร lode a Dio piรน di tutti i sabati!
L’uomo non coincide con il suo peccato, ma con il possibile bene futuro. Gesรน non parlerร di peccato se non per dire che รจ perdonato; che Dio non spreca la sua eternitร in castighi, che non si appiattisce sul nostro moralismo. Egli รจ compassione, approccio ardente, mano viva che tocca il cuore e lo apre.
Egli vive per te. Senti dalle sue mani fluire la vita come fiume e sole: gioiosa, inarrestabile, eterna.
E il tuo cuore leggero ti dirร , sottovoce, che sei fatto per la luce.
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