Sembra una finzione tutto quello che stiamo vivendo in questi giorni a livello mondiale, e che ci tocca personalmente e come famiglie. Siamo immersi in un reality di paura che pensavamo fosse possibile solo dentro i confini dello schermo tv ma in realtร di avvolge e ci entra nel cuore.
ร invece la realtร di prima, quella a cui eravamo abituati tutti i giorni ad essere relegata dentro lo schermo televisivo. Personalmente quando vedo in uno spot televisivo o film le persone che si parlano, si abbracciano, escono di casa sorridenti, mi sembra di vedere una fastidiosissima finzione che aumenta ancora di piรน la sensazione di disagio. Quello che era fantasy รจ diventato realtร e quello che era realtร ora รจ un fantasy.
Pensando a storie fantasy me ne viene in mente una: โUn ponte per Terabithiaโ, romanzo del 1976 di Katherine Paterson, diventato uno splendido film nel 2007.
Il romanzo narra dellโamicizia tra due ragazzi, Jess e Leslie, che con lโaiuto della fantasia costruiscono un mondo fantastico di giochi dove imparano a vedere in modo diverso la dura realtร famigliare e sociale nella quale sono inseriti.
โChiudi gli occhi e apri bene la menteโ, รจ lโinsegnamento che dร la giovane Leslie allโamico Jess quando iniziano a giocare. E facendo cosรฌ riescono pian piano a vedere dentro le persone e dentro le loro storie, non fermandosi alle apparenze e alla superfice spesso ingannatoria.
Quante volte abbiamo pensato in questi giorni di chiudere gli occhi e poi riaprirli e accorgerci che era tutto finto. Quante volte anche io ho sperato di accendere il telegiornale o aprire la pagina delle news su internet e non vedere alcuna traccia dellโemergenza coronavirus.
Ma purtroppo non รจ cosรฌ. Come non รจ cosรฌ per tanti nel mondo che vivono la paura e la precarietร di vita in tante situazioni di guerra e persecuzione. La cosa diversa รจ che ora tutto il mondo รจ nella stessa situazione.
Nel Vangelo Gesรน tocca gli occhi di questo cieco e gli dona la vista fisica. Questa guarigione perรฒ mette in mostra che ci sono altre cecitร forse ben peggiori di quella fisica.
Per primi sono i discepoli di Gesรน a dimostrare di essere ciechi spiritualmente quando non riescono a vedere Dio per quel che veramente รจ. Per loro Dio รจ uno che punisce a seconda dei peccati, per questo domandano a Gesรน se il cieco รจ cosรฌ dalla nascita per i suoi peccati o quelli dei suoi genitori.
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Sono ciechi anche i cosiddetti โviciniโ di casa di questo cieco che non riescono a riconoscerlo ora che รจ guarito e ci vede. Per loro era solo un povero malato ed ora che รจ guarito non sanno chi รจ. Quante volte pure noi siamo ciechi non vedendo le persone per quello che sono davvero e ci fermiamo solo a delle caratteristiche parziali che non ci raccontano tutta la persona: il colore della pelle, la provenienza geografica, un limite fisico, una cosa che abbiamo sentito su di lei, un modo di fareโฆ
Sono ciechi i Farisei, e il racconto evangelico mette bene in luce tutta la loro cecitร spirituale fatta di chiusure mentali e rigiditร . Questi farisei fanno di tutto per non vedere quello che รจ evidente e finiscono per allontanare dai loro occhi proprio il segno piรน evidente che Dio รจ in mezzo a loro.
Il meno cieco di tutti sembra essere proprio questo cieco che si fida ciecamente della parola di Gesรน anche se non lo conosce. Sembra che lo veda piรน con il cuore che con gli occhi. Pian piano nel racconto si comprende che non solo ha acquistato la luce negli occhi ma soprattutto quello spirituale che lo rende forte e coraggioso. Da cieco povero diventa un annunciatore di fede!
Forse anche noi abbiamo bisogno di chiudere un poโ gli occhi e aprire la mente. Il mio non รจ un invito a non guardare in faccia la realtร ma a vederla meglio e in modo piรน profondo. Abbiamo bisogno che Gesรน guarisca il nostro sguardo accecato dalla paura, dal dolore e anche dai nostri limiti e giudizi.
Abbiamo bisogno di chiudere gli occhi malati e provare a immaginare come Dio ci guarda. Dobbiamo chiudere gli occhi e aprire la mente e il cuore riuscendo anche a vedere con gli occhi del prossimo, immaginando anche le sue difficolta, paure, dolori e anche speranze e desideri.
Chiudiamo gli occhi e chiediamo a Gesรน che ce li guarisca in modo da poterli riaprire con uno sguardo nuovo sul mondo e sulla storia, capaci di vedere dentro il male che ci circonda anche il piรน piccolo segno di bene, e soprattutto ci faccia vedere chi ci sta accanto con uno sguardo sempre di amore, lo sguardo di Gesรน, luce del mondo e anche dei nostri occhi.
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)
