Commento al Vangelo del 22 Luglio 2018 – don Massimo Cautero

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Quando tornano dalla missione, i Dodici sono diventati ยซapostoliยป. Eโ€™ l’unica volta che Marco li chiama cosรฌ. Un titolo (missionari-inviati) giustificato dalla loro attivitร , che tra l’altro ha creato un notevole movimento di folla, che non accenna a cessare.

Gesรน premia, in un certo senso, i discepoli, concedendo loro un po’ di riposo in un luogo appartato. La frase รจ piuttosto significativa: ยซ Venite voi soli, in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco ยป. Infatti, la gente accorre da tutte le parti, crea confusione, e gli apostoli ยซ non trovano neppure il tempo di mangiare ยป.

Gesรน allora escogita un tranello per sottrarsi alla morsa della folla. La barca รจ quello che ci vuole per attuare lo stratagemma. Il piano perรฒ fallisce, la partenza improvvisa non trae in inganno la folla, il tentativo di nascondersi va a vuoto, il tranello non riesce. Cosรฌ, quando il gruppo sbarca, c’รจ giร  chi l’ha preceduto a piedi!

La cosa, almeno a prima vista, appare un po’ strana. Ma, se si tratta della zona nord-occidentale del lago, potrebbe spiegarsi col fatto – documentabile – che in certi periodi il Giordano, proprio alla foce, presenta una striscia asciutta che permette di attraversare senza neppure togliersi le scarpe. A questo particolare, possiamo aggiungere anche il vento contrario che ritarda la barca e, allora, il fenomeno non รจ poi cosรฌ misterioso.

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ยซ Sbarcando, vide la folla… ยป Ci rimase male e… ยซ ne ebbe compassione ยป.

Ci saremmo aspettati il dispetto, perfino l’irritazione per la progettata e necessaria ยซ giornata di deserto andata a vuotoยป: Invece prevale la misericordia!

Il miracolo della moltiplicazione dei pani comincia di qui, nella difficoltร  di capire che gli altri li troviamo dove sono loro e non dove vogliamo noi, che nel programma degli incontri la casualitร  ha un posto privilegiato, che il dare ha inizio lasciandoci prendere proprio quel tempo che noi pensavamo di riservarci esclusivamente per noi.

E il riposo? E il ยซ luogo solitario ยป?

Beh, il riposo dei discepoli, piรน che ambientato in un determinato luogo, va collocato accanto a una persona, รจ il ritorno alla fonte, alla possibilitร  di ritrovarsi con lui, con Gesรน, e godere della sua intimitร , ascoltarlo, essere messi a parte dei suoi progetti.

Accanto a Gesรน il discepolo recupera le forze, si rinfranca, impara, ed รจ di nuovo pronto a mettersi a servizio degli altri.

Comunque, in questo caso, il riposo consisterร  essenzialmente nell’occuparsi della folla, che non vuoi saperne di essere lasciata da parte.

Qui traspare il pensiero di Marco: ยซ I missionari non possono rifiutarsi alla folla, devono sempre fare qualcosa per essa ยป (J. Delorme).

Stavolta il riposo consisterร  nel… far riposare gli altri, nel condividere concretamente la compassione e la sollecitudine amorosa di Gesรน per il suo popolo.

Con questo brano inizia quella che viene chiamata dagli esegeti ยซ la sezione del paneยป (Mc 6, 30 – 8, 26), perchรฉ il pane รจ la nota dominante attorno a cui viene orchestrata tutta la narrazione che culmina nei due racconti di moltiplicazione.

Possiamo enucleare alcuni temi:

  • Il pastore. E, di riflesso, il capo-messianico del nuovo popolo di Dio, condotto attraverso il deserto.
  • Il riposo.
  • Il nutrimento.

Il tema del pastore รจ quello dominante. Anche se non viene annunciato esplicitamente, tutto concorre a far emergere quell’immagine, a far guardare in quella direzione.

Oltre al ricordo dell’Esodo (15, 13), รจ evidente il riferimento al Salmo 22:

ยซIl Signore รจ il mio pastore: non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino… Davanti a me tu prepari una mensa…

Punto di partenza รจ la compassione, la pietร  per questa folla ยซ perchรฉ erano come pecore senza pastore ยป.

La sollecitudine del pastore-capo verso il suo gregge si mani festa assicurando:

  • l’insegnamento
  • il cibo.

Le due realtร , tuttavia, non sono separate, di fatto, nella prospettiva dell’evangelista, lo stesso insegnamento รจ cibo, nutrimento del popolo di Dio.

Cristo non nutre la folla soltanto col pane, ma anche con la propria parola.

Di piรน: la parola รจ capace di radunare, di ยซ fare ยป un popolo. Prima ancora di essere riuniti dall’esigenza del cibo, quegli individui sono riuniti dall’esigenza dell’ascolto della parola.

Qui, perรฒ, la figura del pastore assume un tratto inedito: nella tradizione dell’Antico Testamento, infatti, il pastore assicura al gregge il riposo, il pascolo, ma non svolge alcuna attivitร  di insegnamento, Gesรน, invece, nutre il suo popolo con la dottrina.

Da notare: nell’Antico Testamento non cโ€™รจ un collegamento tra la figura del pastore e l’insegnamento, esiste, perรฒ, un legame, sovente sottolineato, tra parola e nutrimento, specialmente a proposito della Sapienza.

Comunque, l’intento di Marco รจ trasparente: presentare Gesรน come il pastore che raduna, istruisce e nutre il nuovo popolo.

Per noi, che facciamo parte di questo nuovo popolo di Dio, occorre verificare la nostra capacitร  di seguirlo perchรฉ ยซaffamatiยป della sua Parola, si tratta solo di domandarci, con onestร , se abbiamo il gusto di questa Parola.

C’รจ una profezia di Amos sempre di attualitร :

ยซ Ecco, verranno giorni, dice il Signore Dio, in cui manderรฒ la fame nel paese, non fame di pane, nรฉ sete di acqua, ma d’ascoltare la Parola del Signore ยป (Am 8, 11).

Una comunitร  cristiana รจ tale in quanto รจ affamata e assetata della Parola di Dio.

Vediamo, quindi, di fissare alcuni atteggiamenti caratteristici:

1 – Attenzione. Nella liturgia della Chiesa ortodossa, mentre viene sollevato in alto il testo del vangelo, risuona l’ammonimento:

ยซ State attenti, รจ Dio che parla! ยป E quando Dio parla, occorre scavare dentro di noi uno spazio dl silenzio perchรฉ Lui possa trovare dove collocare il suo messaggio. ยซ Ascoltate oggi la sua voce! ยป (Sal 94, 8). Ascolta quella Parola come fosse pronunciata oggi per la prima volta.

ยซDio non attende che noi facciamo parole sul testo, aspetta bensรฌ il nostro cuoreยป (sant’Agostino).

Prima di fare discorsi eruditi o imbastire pensieri elevati, ricorda che devi ยซaccogliere ยป.

In tal modo una comunitร , un individuo, secondo la folgorante espressione di Clemente Alessandrino, diventa teodidacta, ossia istruito da Dio, scolaro della sua Parola.

2 – Assiduitร . Non basta piluccare. Bisogna nutrirsi intensamente e in continuitร .

Non ci si puรฒ accontentare di sfogliare, leggicchiare qua e lร . Ci vuole una ricerca assidua, una lettura costante, un contatto abituale. Occorre leggere e rileggere la Scrittura affinchรฉ penetri spirito e corpo del credente.

San Girolamo, esperto in materia, assicura: ยซ La lettura produce l’assiduitร , l’assiduitร  produce la familiaritร , e la familiaritร  produce e accresce la fede ยป.

3 – Assimilazione. Perchรฉ diventi veramente nostra, faccia parte vitale di noi, carne e sangue del nostro organismo, la Parola va assimilata. Il che comporta un’azione caratteristica che Pacomio chiamava ruminatio (e il termine รจ rimasto nella tradizione monastica): ruminare, triturare, masticare la Parola. Ruminare รจ l’operazione attraverso la quale si assimila la Parola letta, udita, compresa, รจ il gustare e vedere come รจ buono il Signore (Sal 33,9).

Qui, dunque, oltre l’attenzione, deve intervenire la memoria. La lettura diventa cosรฌ cibo e bevanda nella prolungata riflessione contemplativa.

Non si tratta di un banale fatto mnemonico, ma di memoria del cuore.

4 – Efficacia. Ma la Parola รจ anche e soprattutto proclamazione efficace, potenza di Dio, capacitร  creativa.

…. Avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l’avete accolta non quale parola di uomini, ma, come รจ veramente, quale Parola di Dio, che opera in voi che credete ยป (1 Ts 2, 13).

La Parola non si limita a fornirci delle informazioni, fa succedere qualcosa dentro di noi, realizza ciรฒ che significa, produce ciรฒ che proclama.

Insomma: รจ la Parola che crea, fa succedere qualcosa (non dimentichiamo che il racconto della creazione, cosรฌ come รจ presentato nella Genesi, in un certo senso รจ una ยซ vocazione ยป: la Parola di Dio chiama le cose, gli esseri, e questi vengono creati).

Infine, questa Parola crea degli ยซ inviati ยป.

Aprire la Parola e leggerla, secondo una bellissima espressione di san Girolamo, significa ยซ tendere le vele al vento dello Spirito senza sapere a quali lidi approderemo ยป.

Giustamente รจ stato detto che ยซ bisogna stare in piedi di fronte alla Bibbiaยป (A. Levi). Ossia, di fronte a Dio, si รจ sempre sul piede di partenza. Si รจ sempre degli ยซ inviati ยป.

La Parola di Dio, in ultima analisi, รจ una Parola che ยซ dร  da fare ยป.

FONTE

don Massimo Cautero
Parrocchia San Michele Arcangelo

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 22 Luglio 2018 anche qui.

Un profeta non รจ disprezzato se non nella sua patria.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6, 30-34

Erano come pecore che non hanno pastore.

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesรน e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: ยซVenite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un poโ€™ยป. Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti perรฒ li videro partire e capirono, e da tutte le cittร  accorsero lร  a piedi e li precedettero.
34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perchรฉ erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Parola del Signore

Fonte: LaSacraBibbia.net

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