Commento al Vangelo del 22 luglio 2012 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

RIPOSATEVI UN POCO

Il vangelo di oggi è molto estivo, perché ci parla di vacanze e di riposo. I discepoli che sono stati inviati a coppie a predicare il regno tornano e raccontano a Gesù quello che hanno fatto. L’impressione è che siano contenti, ma certamente stanchi. Il Maestro li invita a sottrarsi alla folla per un po’. Infatti non si può sempre dare, occorre anche potersi ricaricare. È il ritmo fondamentale della nostra vita. Come per il respiro, per poter espirare occorre aver tirato il fiato, o per il sonno, cui nessuno può sottrarsi, che ci rigenera per poter affrontare una nuova giornata. Anche nelle cose spirituali è così. Il riposo della preghiera è fondamentale per dare energie nuove. Gesù stesso passava notti intere a pregare, perché senza lo Spirito Santo non possiamo fare niente di buono. Oggi noi siamo travolti da mille attività. Penso a certi genitori che naturalmente lavorano, poi devono occuparsi dei figli, scarrozzarli in giro e vegliare su di loro, dopo hanno la casa, magari il giardino, i nonni… insomma un massacro. In queste condizioni si è esentati dalla preghiera e dalla messa? No! Perché la materia non può avere il sopravento sullo spirito. Non basta il sonno e il cibo per ricaricare, altrimenti saremmo come delle macchine, cui basta aggiungere benzina e olio. Abbiamo bisogno di qualcosa di nutriente anche per l’anima. Questo lo troviamo nella musica, nell’arte e soprattutto nella preghiera. Inoltre non dipende tutto da noi e dal nostro lavoro, come dice il salmo: Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode. Invano vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno (Sal 127). Per cui imparare ad affidarsi è il primo trucco per potenziare la propria attività e poi ritagliarsi nella giornata dei momenti da dedicare alla preghiera è un modo molto efficiente di riposare. I grandi santi della carità, nel passato come nel presente, non hanno mai trascurato la preghiera, anche se i bisognosi bussavano alla loro porta a tutte le ore. La conclusione del brano ci dà un ulteriore spunto. Gesù vedendo la folla che ha lasciato casa e lavoro per cercarlo e stare con lui, ne ha compassione e si dedica a loro insegnando molte cose. Il beneficio della preghiera non sta solo nel riposo dell’anima, ma soprattutto nella compassione del Signore che si dona a chi lo cerca, diventa il suo pastore e lo arricchisce con i doni del suo insegnamento. Possiamo rinunciare a tutto questo?

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Mc 6, 30-34 In quel tempo, gli a- postoli si riunirono at- torno a Gesù e gli rife- rirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegna- to. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che anda- vano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luo- go deserto, in dispar- te. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accor- sero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compas- sione di loro, perché erano come pecore che non hanno pasto- re, e si mise a inse- gnare loro molte cose.

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