Commento al Vangelo del 22 febbraio 2017

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SULLA CATTEDRA DELLA CROCE

ยซIpse est Petrus cui dixit: โ€œTu es Petrus et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meamโ€. Ubi ergo Petrus, ibi Ecclesia; ubi Ecclesia, ibi nulla mors, sed vita aeternaยป (S. Ambrogio, Enarrationes in XII Psalmos davidicos).

ยซDove c’รจ Pietro, lรฌ c’รจ la Chiesa; dove c’รจ la Chiesa, lรฌ non c’รจ affatto morte ma vita eternaยป.

Pietro e la Chiesa, la vita e la fine della morte. Pietro sulla soglia del desiderio di ogni uomo, il nostro d’oggi, il piรน profondo, il piรน intenso, l’anelito che freme insopprimibile in ogni parola, pensiero, o gesto: La vita e mai piรน nessuna morte. I peccati stessi gridano il nostro desiderio di felicitร  eterna, che si tramuta purtroppo in fuga da ogni sofferenza confondendo il piacere con l’eterno esistere a cui aspiriamo.

Le guerre, i divorzi, gli aborti, gli abomini genetici, e le nostre ore intrise di rabbia, malinconia, ribellioni e mormorazioni, in fondo tutto esprime la volontร  di non arrendersi all’ineluttabile scorrere, spesso purtroppo in forma paradossale che sa invece proprio di morte. Ma anche quando si uccide in nome della vita, dietro l’egoismo, la paura e l’inganno, si nasconde la nostalgia di pienezza che non accetta la corruzione, e vorrebbe cancellarla, goffamente e perversamente chissร , ma รจ comunque un grido che getta un accorato appello alla vita che sfugge ad ogni presa.

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Tutti drogati di qualcosa o di qualcuno, sperando il cristallizzarsi, seppur effimero, d’un secondo almeno, un istante di tregua e di pace dove cullare le deluse speranze vissute solo in un sogno. Leopardi descriveva magistralmente i sentimenti che sโ€™affastellano in noi: “Questo รจ quel mondo? questi i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi onde cotanto ragionammo insieme? questa la sorte dell’umane genti?

All’apparir del vero tu, misera, cadesti:
e con la mano la fredda morte
ed una tomba ignuda mostravi di lontano” (G. Leopardi, A Silvia).

Il “vero” della storia di ogni giorno ci travolge, e ci spalanca “ignude tombe”, e dolori, e lacrime, e delusioni. La vita come il cammino dei due discepoli di Emmaus, che avevano sperato in Gesรน di Nazaret, profeta potente in parole ed opere, dal quale si attendevano la liberazione e che invece…. Anche Lui era chiuso in una “tomba ignuda”, anche Lui “all’apparir del vero” era caduto “misero” e solo. Ed erano passati tre giorni ormai. E quelle lacrime aspre di Pietro, sgorgate dal tradimento di un amore strozzato nella paura di morire, di fare la stessa fine atroce del suo amico. Come noi, come tutti. Lacrime e delusioni, sconfitte e “ignude tombe”. E nudo il Signore รจ sceso nella tomba, un sudario a venerarne le piaghe, e una pietra a sigillare le speranze. Tre giorni lร  dentro, un’eternitร  di silenzio. E fuori le lacrime della Maddalena, scorrevano sulla pietra che aveva recluso ogni speranza e desiderio.

E poi ecco la sera del primo giorno dopo il sabato: i chiavistelli della vita ben serrati, la stanza dโ€™una pasqua appena volata via, all’imbrunire d’un giorno di paura, dโ€™improvviso un volto incandescente di luce, e una voce, un saluto di Pace che trapassa i muri e i cuori. La sua voce, il suo volto, le sue piaghe: รจ Lui, รจ proprio il Signore, la prova inconfutabile risplende nei segni del suo amore inchiodato ad un legno, in quella luce unica che sembra accarezzare le sue ferite.

E la gioia incontenibile, indescrivibile, per un desiderio neanche osato che si era compiuto gratuitamente: Gesรน era morto, lo avevano visto, e ora era lรฌ vivo, tornato dall’ignuda tomba, e lo stavano vedendo, mentre mangiavano con Lui. In quel cenacolo era esplosa la vita sperata da ogni uomo, di ogni tempo. e luogo, e cultura. La morte non faceva piรน paura, il suo pungiglione, il peccato non c’era piรน, era rimasto inchiodato sul Legno piantato sul Golgota. In mezzo a quel manipolo terrorizzato, che era scappato, che aveva tradito, era planato l’amore, disceso come rugiada il perdono. E tra tutti Pietro, la pietra che s’era sfaldata, il primo ad essere perdonato. Il primato del perdono lo rendeva finalmente la roccia su cui il Signore aveva fondato la sua Chiesa. La beatitudine di Pietro e di tutti noi, รจ tutta in questa esperienza: per confermare nella fede la Chiesa attraverso i secoli, Pietro, il primo Papa, ha conosciuto un perdono che nรฉ carne e nรฉ sangue possono rivelare, quello che viene dal sepolcro, che ha attraversato l’inferno, e per questo gratuito e immeritato. Perdonato, sanato e salvato, da quella sera Pietro ha gli occhi purificati, aperti con fede in quelli di ogni Papa della storia. Solo uno sguardo purificato nel vedere e sperimentare il perdono, puรฒ riconoscere Dio onnipotente in un povero rabbรฌ di Nazaret, innocente in un condannato a morte, vivo in un relitto d’uomo appeso esanime a una croce. Nella precarietร , nelle contraddizioni della carne, in un corpo corruttibile, abita Dio, la Vita nella morte. Questa รจ la fede della Chiesa, la risposta ad ogni desiderio e speranza, sulla strada di Emmaus e su quelle d’ogni uomo, all’apparir d’ogni vero e in tutte le ignude tombe. Pietro รจ chiamato a confermare questa fede, perchรฉ essa offra al mondo attraverso la Chiesa i segni autentici e credibili della vita che risplende nel perdono piรน forte della morte. Per questo la Cattedra di Pietro รจ la cattedra della misericordia; nella Chiesa, infatti, si apprende l’amore. Pietro, ed ogni Papa, schiude le porte del Cielo offrendo gratuitamente ad ogni uomo l’amore di Dio, gettando le reti del perdono sui mari di morte che avvolgono il mondo. Sulla porta del mondo, Pietro dischiude le porte della sua casa, la Chiesa dov’รจ vivo Cristo, le viscere di misericordia di Dio. Dialogo, tolleranza, rispetto, tutto va bene per le umane, povere forze spese ad arginare il male. La casa di Pietro invece spalanca il Cielo, l’amore eterno, che il mondo non conosce, unico scoglio ad infrangere ogni male.

don Antonello Iapicca

[toggle title=”Dal Vangelo secondo Matteo 16,13-19″ state=”close”]In quel tempo, essendo giunto Gesรน nella regione di Cesarรจa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: ยซLa gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?ยป. Risposero: ยซAlcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profetiยป. Disse loro: ยซVoi chi dite che io sia?ยป. Rispose Simon Pietro: ยซTu sei il Cristo, il Figlio del Dio viventeยป. E Gesรน: ยซBeato te, Simone figlio di Giona, perchรฉ nรฉ la carne nรฉ il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherรฒ la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darรฒ le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciรฒ che legherai sulla terra sarร  legato nei cieli, e tutto ciรฒ che scioglierai sulla terra sarร  sciolto nei cieliยป.[/toggle]

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