Commento al Vangelo del 21 novembre 2010 – don Mauro Pozzi

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Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parrocco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

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IL RE รˆ ACCANTO A NOI

Nellโ€™antichitร  di Israele la monarchia non si affermรฒ immediatamente, ma solo dopo il lungo periodo dei Giudici. Il Profeta Samuele che consacrรฒ Saul primo re, cercรฒ anzi di dissuadere i suoi contemporanei ricordando loro che il re avrebbe preteso tributi, arruolato i giovani, preso le ragazze come cor- tigiane. In una parola, il peso della monarchia sarebbe ricaduto sulle spalle del popolo. Nel presente non sembra che le cose siano cambiate. I pochi monarchi che oggi sono rimasti sono persone lontane dai loro sudditi, che vivono in ricchi palazzi partecipando in modo marginale alla vita pubblica, apparendo anzi piรน spesso nei giornali scandalistici che sulle pagine della politica. La regalitร  di Cristo appare molto diversa. La sua corona รจ di spine, i suoi gioielli sono le sue piaghe e il suo trono รจ la croce. Non รจ affatto lontano dai suoi, ma anzi ne condivide da vicino la sorte. Il buon la- drone ci insegna molto sulla preghiera. Succede anche a noi di sentirci in croce, perchรฉ la sofferenza รจ unโ€™esperienza comune nella vita. Non si tratta di un errore, come a volte vorrebbero farci credere, ma di un dato di fatto. Prova ne รจ che Gesรน stesso, figlio di Dio, ha dovuto affrontarla, non gli รจ stata risparmiata, altrimenti potremmo giustamente dubitare che il Mae- stro sia stato effettivamente un uomo come noi. Il ladrone รจ poi crocifisso dai suoi errori, come lui stesso riconosce rimproverando il compagno. La cosa importante รจ proprio questa, egli sa ammettere le sue colpe, non si la- scia andare allโ€™autocommiserazione e non si vergogna di invocare Gesรน, che รจ accanto a lui nella sofferenza. Il fatto che il Maestro non scenda dalla croce, come gli suggeriscono beffardamente i suoi aguzzini, significa che lโ€™ingiustizia che viene dal cuore degli uomini, deve essere corretta dagli uomini stessi e la redenzione deve essere desiderata, scelta liberamente, non imposta. Il Regno di Cristo non รจ di questo mondo, ma non ci รจ precluso. Gesรน, il Re, รจ torturato in modo infinitamente piรน ingiusto e crudele di quanto capiti a noi. Questa terribile ingiustizia puรฒ diventare la nostra giustizia, se sappiamo alzare lo sguardo sulla croce chiedendo di farci entrare nel suo Regno. Il potere regale del Cristo si manifesta nella sua infinita misericordia, egli non esita un attimo, non fa cadere con degnazione la sua decisione, ma dice: OGGI sarai con me. Lo dice a noi!

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