Commento al Vangelo del 21 maggio 2017 – mons. Vincenzo Paglia

- Pubblicitร  -

19514745932_eaeae50df7_oIn questo tempo, mentre continuiamo a vivere il mistero della Pasqua, la santa liturgia ci raccoglie in preghiera perchรฉ ci prepariamo, come gli apostoli, a ricevere il dono dello Spirito Santo. Il brano degli Atti degli Apostoli che abbiamo ascoltato ci narra di Pietro e Giovanni che scesero in Samaria tra coloro che avevano aderito al Vangelo, per invocare su di essi lo Spirito Santo: ยซNon era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesรน.

Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santoยป (8,16-17). รˆ la prima testimonianza di quella che noi chiamiamo la โ€œCresimaโ€. Oggi, la Parola di Dio, come Pietro e Filippo, รจ scesa in mezzo a noi per preparare il nostro cuore a ricevere questo mirabile dono. Domenica prossima celebreremo lโ€™Ascensione di Gesรน. Da quel giorno i discepoli non vedranno piรน con i loro occhi quel Maestro che avevano seguito, ascoltato, toccato, per tre interi anni. Il Vangelo, continuando la lettura di domenica scorsa, ci riporta alla sera dellโ€™ultima cena, quando Gesรน parlรฒ della sua dipartita da loro e li vide subito rattristarsi. Le sue parole subito si vestirono di consolazione e speranza; quegli uomini, che con gran fatica aveva tenuto assieme, erano suoi, gli appartenevano. Non voleva che si disperdessero; tanto meno che si perdessero. Egli stava per โ€œpartireโ€. E non era scontato che avrebbero continuato a stare insieme; e non era affatto pacifico che pur restando insieme avrebbero continuato ad annunciare il Vangelo sino agli estremi confini della terra. ยซNon vi lascerรฒ orfani: verrรฒ da voiยป, disse Gesรน.

Senza dubbio nei pensieri di Gesรน era dominante la preoccupazione per il futuro di quel piccolo gruppo che aveva radunato. Una preoccupazione che aveva fin dallโ€™inizio, ma in quella sera appariva in tutta la sua chiarezza e drammaticitร . Da questo sentimento, non privo di tratti drammatici, nascevano le parole che aveva detto allโ€™inizio della cena: ยซHo tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voiยป. Il desiderio di incontrare i discepoli si sostanziava nel voler consegnare loro il suo testamento, la sua ereditร , che sarebbe dovuta perpetuarsi nel tempo. Quella cena era il momento alto di questa consegna. E ogni liturgia domenicale fa rivivere anche a noi tale momento. Anzi, in quella cena erano giร  presenti tutte le sante liturgie che sarebbero seguite in ogni parte della terra e in ogni tempo. Anche quella che stiamo celebrando oggi. Non a caso Gesรน, rivolgendosi al Padre, prega non solo per quel piccolo gruppo di discepoli ยซma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parolaยป (Gv 17,20).

Cโ€™รจ un tratto della nostra spiritualitร  e della nostra pastorale che va piรน chiaramente recuperato: la preoccupazione per il futuro delle comunitร . Per essere discepoli del Signore non basta lasciarsi assorbire dal lavoro quotidiano nella sua immediatezza. Nel presente dobbiamo giร  coltivare il futuro che desideriamo. รˆ quanto insegna Gesรน in quella sera. Egli ha davanti ai suoi occhi un gruppo di poche e fragili persone; lo guarda con affetto e sogna lโ€™umanitร  intera radunata attorno a quella mensa. Certo รจ davvero ingenuo confidare lโ€™ereditร  in quelle mani. Ma รจ lโ€™ingenuitร  di Dio che si fida e si affida ai piccoli e ai deboli. Gesรน dice che non li lascerร  soli, come degli orfani abbandonati. Il termine ha forti connotazioni veterotestamentarie, ove lโ€™orfano รจ il prototipo di colui che รจ alla mercรฉ dei potenti, colui nei cui confronti si commettono non poche ingiustizie. Gesรน non lascerร  i suoi indifesi. E annuncia la vicinanza di un ยซconsolatoreยป (alla lettera un โ€œsoccorritoreโ€), che รจ lo ยซSpirito di veritร ยป.

Il termine โ€œsoccorritoreโ€, applicato allo Spirito Santo, sta a significare colui che aiuta in qualunque circostanza, soprattutto in quelle piรน difficili. Finchรฉ รจ stato con i suoi, Gesรน stesso li ha aiutati, istruiti e difesi. ยซQuandโ€™ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro รจ andato perduto, tranne il figlio della perdizioneยป (Gv 17,12), dice Gesรน nella preghiera al Padre. Dโ€™ora in poi sarร  lo Spirito il loro soccorritore permanente. Egli ย– dice Gesรน ย– rimarrร  con voi per sempre. Cโ€™รจ bisogno dello Spirito di Gesรน, perchรฉ nel mondo non si trova; รจ uno Spirito che il mondo nรฉ vede nรฉ conosce; รจ estraneo alle logiche di questo mondo, alle ideologie di menzogna, a quei sistemi perversi che opprimono gli uomini e perpetuano la violenza. Ma lo Spirito di Gesรน รจ estraneo anche ai tanti spiriti che posseggono i nostri cuori e i nostri pensieri. Mi riferisco allo spirito di indifferenza, allo spirito dellโ€™amore solo per se stessi, allo spirito di orgoglio, di inimicizia, di invidia, di menzogna, di arroganza. E quanti altri ancora! Non cโ€™รจ bisogno di ricorrere ad una vetero-demonologia, che poi viene facilmente rimossa dalla nostra razionalitร , per parlare di spiriti, e neppure cโ€™รจ bisogno di credere a possessioni diaboliche.

- Pubblicitร  -

Si tratta piuttosto di riconoscere, con maggiore realismo, che di spiriti cattivi ne circolano davvero molti. Ma tali spiriti non sono strani. Essi si vestono di normalitร . Le esagerazioni sono un furbesco espediente, per poter vivere tranquilli. In realtร  ognuno di noi dovrebbe riconoscere di essere posseduto, senza troppo contrastarli, da questi spiriti cattivi. Sono essi che fanno danno, che moltiplicano le violenze, le solitudini, le ostilitร , le guerre. Tutte queste cose nascono da cuori intristiti e incattiviti. Non andiamo ad esaminare i casi eccezionali. Certo fanno preoccupare, ma sono solo la punta di una realtร  ben piรน vasta.

Quel che davvero rende infernale la nostra vita sono questi spiriti di egoismo ordinario che soggiogano i nostri cuori e guidano i nostri comportamenti in maniera distorta. Ecco perchรฉ cโ€™รจ bisogno ancora oggi della Pentecoste. Abbiamo bisogno che lo Spirito del Signore scenda e faccia tremare, in uno spirituale terremoto, le pareti rigide e chiuse del nostro cuore; cโ€™รจ bisogno che una nuova fiamma si posi sul capo di ciascuno e scuota dalla pigrizia e dalla paura. Mentre siamo allโ€™inizio del terzo millennio ci รจ chiesto di rivivere, per noi e per il mondo, il miracolo di quella prima Pentecoste che trasformรฒ il cuore e la vita dei discepoli.

Ma da dove inizia il miracolo della Pentecoste? Non รจ particolarmente complesso. Il miracolo inizia dallโ€™amore per Gesรน, dallโ€™amore per il Vangelo. รˆ questo amore la prima fiammella che si posa sul capo dei discepoli e scalda il loro cuore. Lโ€™amore per Gesรน รจ perciรฒ lโ€™avvio di ogni esperienza religiosa cristiana. Gesรน, nellโ€™Ultima Cena, rivolto ai discepoli disse loro: ยซSe mi amate, osserverete i miei comandamentiยป. รˆ la prima volta nel Vangelo che Gesรน chiede ai discepoli di amarlo. Sino ad allora aveva chiesto che amassero il Padre, i poveri, i piccoli, che si amassero a vicenda tra loro. Ora, poco prima di morire, chiede che amino lui. Certo vi รจ una domanda di affetto; ma lโ€™amore per Gesรน non termina a lui, si riversa con abbondanza su di noi. Dice Gesรน: ยซChi ama me sarร  amato dal Padre mio e anchโ€™io lo amerรฒ e mi manifesterรฒ a luiยป. Questa fiammella dโ€™amore che lo Spirito depone nel cuore di ognuno di noi รจ la forza interiore che ci sostiene nel cammino della vita e ci fa crescere a immagine del Signore Gesรน. รˆ lโ€™energia che rigenera il mondo.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 21 maggio 2017 anche qui.

VI Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 14, 15-21
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซSe mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherรฒ il Padre ed egli vi darร  un altro Parร clito perchรฉ rimanga con voi per sempre, lo Spirito della veritร , che il mondo non puรฒ ricevere perchรฉ non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perchรฉ egli rimane presso di voi e sarร  in voi.
Non vi lascerรฒ orfani: verrรฒ da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrร  piรน; voi invece mi vedrete, perchรฉ io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.
Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi รจ colui che mi ama. Chi ama me sarร  amato dal Padre mio e anch’io lo amerรฒ e mi manifesterรฒ a luiยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 21 – 27 Maggio 2017
  • Tempo di Pasqua VI, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

Salva

Salva

Salva

Salva

Salva

Altri Articoli
Related

Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2025

Zaccaria era un miscredente: era impossibile per Dio dargli...

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

Don Francesco Cristofaro – Commento al Vangelo del 23 dicembre 2025

Vangelo del giorno e breve commento a cura di...

fra Stefano M. Bordignon – Commento al Vangelo del 23 dicembre 2025

Ogni genitore porta nel cuore tante aspettative per i...