Commento al Vangelo del 21 Giugno 2020 – don Giovanni Berti (don Gioba)

È la paura uno dei più grandi freni della vita umana. La paura è positiva solo quando ci avverte dei pericoli più immediati e ci fa essere più prudenti, ma spesso, quando prende il sopravvento su tutto il resto ci blocca, non solo fisicamente, ma come persone, nella nostra crescita umana e sociale.

È la paura del giudizio altrui, la paura di non riuscire nei propri obiettivi, la paura per la propria salute e di morire, la paura di diventare poveri e di perdere quello che abbiamo. La paura ha tante facce e ognuno di noi ne ha a che fare, se non tutti i giorni, molto spesso, perché fa parte di noi.

Nel racconto dei Vangeli troviamo spesso inviti a non avere paura. Anche a Maria durante l’annuncio dell’angelo avere ricevuto un invito: “non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio…” (Vangelo di Luca 1,30). E’ Gesù rivolto ai suoi discepoli che più spesso invita a non aver paura, perché sa bene che questo sentimento bloccante abita sempre nel cuore di tutti e rischia di fermare la persona e in discepolo nel suo compito.

In questa pagina del Vangelo che la Chiesa ci fa leggere e meditare in questa domenica, troviamo più volte l’invito a non aver paura. Queste parole fanno parte del lungo discorso che Gesù fa ai suoi amici mentre li sta inviando come missionari. Siamo nel capitolo 10 del Vangelo di Matteo, e il Maestro manda i discepoli a portare la sua presenza nel territorio che li circonda. È una missione a breve raggio e in qualche modo sperimentale con la quale prepara la missione definitiva che inizierà dopo la sua morte e resurrezione. Nella missione qui narrata possiamo trovare tutti gli elementi di ogni missione cristiana, quindi ci riguarda personalmente e come comunità cristiana oggi.
Allora mi domando: quali sono le paure che mi bloccano come cristiano? E quali risposte trovo nelle parole che Gesù ha rivolto allora ai suoi amici?

Se mi interrogo nel profondo, e per fare questo mi devo fermare e davvero meditare nella preghiera, sento che una prima paura è quella di non essere all’altezza del mio compito mentre una seconda è che quella di sentirmi inefficace verso gli altri. Faccio tante cose, mi impegno a organizzare, insegnare e agire, ma pare che tutto questo non abbia negli altri quell’efficacia che mi aspetto. E allora ecco accendersi la paura che sta più sotto: non sono capace… non valgo molto…

Questo vale per me come prete, ma anche come genitore, come lavoratore, come volontario… E più cresce e più ascolto la paura del non essere efficace insieme a quella di non sentirmi all’altezza e più mi blocco e mi tiro indietro, lamentandomi triste, pensando che in fondo non valgo niente!

“Non abbiate paura” dice Gesù al cuore dei suoi amici così come lo dice anche al mio cuore. Vorrei davvero che queste parole, come una specie di defibrillatore evangelico, scuotessero il mio cuore che rischia davvero di spegnersi insieme alla fede.
Gesù mi invita a non avere paura dei risultati che non vedo e dagli errori che commetto, e che rischio sempre di amplificare (o che altri amplificano). Gesù mi dice di aver fiducia che qualsiasi cosa fatta per il Vangelo non va perduta, e qualsiasi azione fatta per amore non va perduta. L’unica realtà di cui avere paura è la cattiveria che uccide sia le cose buone che lo spirito buono. Non devo temere Dio, per il quale anche cose che sembrano non valere nulla (ecco l’immagine bellissima dei passeri e dei capelli) sono importanti e non sono dimenticati.
Devo avere paura di chi mette paura e coltiva le paure per schiacciare le persone e chiuderle in sé stesse.
Di questo si che è giusto avere paura, e quindi, in modo sano, starne alla larga e proteggersi.

Ma per il Vangelo e per ogni azione che è nella scia del Vangelo non ci deve essere paura che blocca!
La Chiesa quindi, come comunità di credenti, è missionaria senza paura, con le porte aperte e sempre lanciata in avanti, sapendo che il Vangelo davvero cambia il mondo e dona l’anima del mondo. La Chiesa ha questa missione, proprio quella di sconfiggere le paure in modo che non blocchino il mondo e lo rendano un fortino chiuso in difesa… e morente!

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)


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