Oggi il Vangelo ci consegna tre nomi sorprendenti di Gesรน: ultimo, servito re, bambino , cosรฌ lontani dal nostro sentire spontaneo, dalla nostra idea dellโOnnipotente. La scena: Gesรน sta parlando di cose assolute, di vita e di morte, sta raccontando ai dodici che tra poco sarร ucciso, รจ insieme con i suoi migliori amici e loro, invece di partecipare al suo dramma, parlano di carriere: chi รจ piรน grande tra noi? Sembrano totalmente disinteressa ti a lui. Penso a quale ferita si deve essere aperta dentro il Maestro, alla pena di Gesรน. Tra noi, tra amici, unโindifferenza cosรฌ sarebbe unโoffe sa imperdonabile.
[ads2]Invece Gesรน, ed รจ consolante, non ha ripudiato i dodici per questo, non li ha rimandati a casa loro. Li mette invece sotto il giudizio di quel limpidissimo e stravolgente pensiero: chi vuol essere il primo sia lโultimo e il servo di tutti. Il prima to evangelico discende dal servizio. Prese un bambino, lo pose in mezzo, lo abbracciรฒ e disse: chi accoglie uno di questi bambini accoglie me . รจ il modo incredibile di Gesรน di gestire le relazioni: non rimprovera i suoi, non li giudica, pensa invece a una strate gia per educarli ancora. E lo fa con un gesto inedito: un abbraccio e un bambino. Tutto il Vangelo in un ab braccio, un gesto che apre unโintera rivelazione: Dio รจ cosรฌ. Al centro della fede un abbraccio. Tenero, caloroso. Al punto da far dire ad un grande uomo spirituale: Dio รจ un bacio (Benedetto Calati). E Papa Francesco, a piรน riprese: โGesรน รจ il racconto della tenerezza di Dioโ, un Dio che mette al centro della scena non se stesso, ma i piccoli, quelli che non ce la fanno da soli. Poi Gesรน va oltre, si identifica con loro: chi accoglie un bambino ac coglie me.
Il nostro mondo, il nostro futuro sarร salvo quando il servizio diventerร il sigillo della civiltร ( chi vuol essere il primo si faccia il servo di tutti) ; quando lโaccoglienza, tema bruciante su tutti i confini dโEuropa, sarร il nome nuovo della civiltร ; quando accogliere o respingere i di sperati alle frontiere, o alla porta di casa mia, sarร considerato accogliere o respingere Dio stesso. Quando di remo a uno almeno dei piccoli, dei di sperati: ti prendo dentro la mia vita. E ti abbraccio. Allora, stringendolo a te, capirai che stai stringendo fra le tue braccia il tuo Dio.
p. Ermes Ronchi
XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: bianco
- Sap 2, 12.17-20; Sal.53; Gc 3,16 – 4,3; Mc 9, 30-37
Dal Vangelo secondo Marco
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[ads2]In quel tempo, Gesรน e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: ยซIl Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร ยป. Essi perรฒ non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafร rnao. Quando fu in casa, chiese loro: ยซDi che cosa stavate discutendo per la strada?ยป. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse piรน grande. Sedutosi, chiamรฒ i Dodici e disse loro: ยซSe uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tuttiยป.
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: ยซChi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 20 – 26 Settembre 2015
- Tempo Ordinario XXV, Colore verde
- Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net

